Bianco: comprendo la rabbia di Maria Grazia Bruzzone

Bianco: comprendo la rabbia Bianco: comprendo la rabbia «Torna il vecchio male del clientelismo» Maria Grazia Bruzzone ROMA Gerardo Bianco, come cattolico e uomo politico originario della provincia di Avellino, che affetto le fa l'anatema di don Raviele, che dall'altare invita Dio a punire i politici per non aver prevenuto il disastro di Cervinara? «Mi sembra di tornare a una sorta di cultura medievale, che il Concilio Vaticano II dovrebbe aver superato. L'invettiva e l'anatema come maledizione non hanno più senso. Detto questo, comprendo l'indignazione del parroco di Cervinara». La politica non ha la coscienza a posto? «Diciamo che non ha fatto per intero il proprio dovere. Io stesso già l'altro ieri, in un articolo sul "Popolo" richiamavo queste responsabibtà. Il problema della tutela del territorio è uno dei più grossi, invece è sempre sottovalutato e spezzettato in provvedimenti poco organici. Anche per le pressioni della gente». Ma se la gente è proprio quella che accusa i politici di non fare nulla. «Sì, a cose fatte. Ma è l'individualismo che porta a premere per ottenere il favore personale, a chiedere la licenza che non si riesce ad avere. E gli amministratori, soprattutto locali, che non cedono, poi vengono penalizzati dal voto. E' il vecchio male del clientelismo». Vuol dire che è d'accordo con don Riboldi, l'ex vescovo di Acerra il quale non solo condanna l'anatema; ma punta il dito sui cittadini che hanno costruito abisivamente nelle zone a rischio? «Condivido in tutto le sue parole». I politici non hanno proprio niente da rimjproverarsi? L'arcivescovo di. Benevento, Monsignor Sprovieri, ricorda la legge de) '94 che la Campania si diede. Eppure, dice, si sono verificati i disastri di Sarno, Quindici e Cervinara. «E ha ragione. La legge del '94 è una delle più organiche che ci siano. Ma la Regione ha impiegato tre anni per approvarne l'attuazione, e i fondi stanziati non sono stati neppure spesi». Come mai succedono cose del genere? «Perché non si mettono d'accordo, perché invece di affrontare i problemi in termini di legittimità ci sono scontri di potere». Infatti è contro queste logiche si scaglia don Raviele quando dice: «Solo il potere interessa gli uomini)). «Ma non è questa l'unica causa. E comunque non sono cose che si affrontano con l'anatema. Il parroco avrebbe fatto meglio a chiedere alla sua gente di rispettare le leggi e le regole. Io le vedo le lotte furibonde nei vari Comuni per costruire dove è vietato, vedo le pressioni e le minacce furibonde agli amministratori. E il disboscamento scriteriato. Insomma, accanto alla responsabilità politica, c'è anche la responsabilità nostra».

Persone citate: Gerardo Bianco, Raviele, Riboldi, Sprovieri

Luoghi citati: Acerra, Avellino, Benevento, Campania, Cervinara, Roma