Continua l'assalto a Grozny
Continua l'assalto a Grozny Continua l'assalto a Grozny L'Armata espugna altri due quartieri e blocca tutti ipassi cheportano a Sud MOSCA Ieri la Cecenia è stata l'unica delle ottantanove regioni russe dove non si sono tenute le elezioni per la Duma. Per la repubblica ribelle del Caucaso le battaglie elettorali sono state sostituite dalla guerra, quella vera. Ieri, mentre i russi infilavano le loro schede nelle urne per regalare voti ai partiti che appoggiano il massacro di ceceni, su Grozny continuavano a cadere le bombe, con un'intensità ancora maggiore di quella che si era registrata nei giorni precedenti. I militari hanno ricevuto l'ordine di farla finita con la resistenza cecena in due settimane. Dopo un tentativo di negoziato con i leader indipendentisti - dettato più che altro da ragioni elettorali - Mosca è ritornata a negare qualsiasi possibilità di dialogo. II capo dello stato maggiore Anatolij Kvashnin, che ieri ha fatto una visita lampo sul fronte di battaglia, è stato categorico: «I combattenti ceceni sono circondati dalle nostre truppe. O accettano le condizioni russe, o niente». I rappresentanti del presidente ceceno Aslan Maskhadov che hanno incontrato ieri i comandanti russi, si sono sentiti dire che da Grozny non si aspetta altro che la resa incondizionata. Maskhadov ha subito negato la proposta di capitolazione, dichiarando che la questione dell'indipendenza cecena rimane «fuori discussione» e non verrà negoziata. Ma le truppe russe ormai anche se il comando continua a negarlo - sono in pieno assalto per la presa della capitale cecena. Si combatte anche sul terreno, dove reparti di militari cercano di conquistare con rapidi blitz pezzi della città. Ma i soldati russi raccontato che l'ex capitale Grozny, ridot- ta in totale rovina da settimane di bombardamenti, non è ormai una città, ma un campo fortificato, dove i guerriglieri tendono imboscate all'ex Armata Rossa. Nonostante l'accanita resistenza delle forze ribelli, i soldati russi sono riusciti a prendere parzialmente il con¬ trollo di due quartieri nella parte Est della capitale cecena, Staraja Sunzha e Cernorecje. E' stato, questo, un colpo assai duro per i guerriglieri: costeggiate dalla foresta, queste zone permettevano agli abitanti - e agli stessi ribelli islamici - di abbandonare la città bombardata e cercare di rompere il soffocante accerchiamento russo. Che, a quanto pare, non è completo: gli stessi militari russi che due settimane fa hanno annunciato di aver circondato Grozny, riferiscono di spostamenti dei comandanti ribelli dentro e fuori la città. Continuano a funzionare anche i cosidetti «corridoi umanitari» per i profughi. Ma le pause nei bombardamenti promesse una settimana fa non sono mai arrivate e i pochi che rischiano una fuga da Grozny devono avventurarsi in una pioggia incessante di bombe e missili. la. z.] 4»* Carri armati russi fotografati ieri mentre fanno fuoco in Cecenia da una posizione presso il villaggio di Serzhen-Yurt. In alto il presidente Boris Eltsin
Persone citate: Anatolij Kvashnin, Aslan Maskhadov, Boris Eltsin, Maskhadov
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