L'Udeur: un complotto contro di noi di Guido Tiberga

L'Udeur: un complotto contro di noi Nuove polemiche sui presunti tentativi di corruzione in Parlamento. Oggi il giurì d'onore sentirà Bossi L'Udeur: un complotto contro di noi «Rampo con questa boutade dà una mano al Poh» Guido Tiberga ROMA «Complotto». La parola suona pesante, nei corridoi della Camera che il deserto domenicale rende quasi spettrali. A metà pomeriggio, Luciano Violante e i suoi Suattro vice riuniscono nella sala el presidente il «giurì d'onore» che - in fretta come e ormai abitudine - dovrà definire la verità sui duecento milioni che l'ex leghista senza casacca Paolo Bampo dice di essersi sentito offrire da Luca Bagliani, ex leghista convertitosi al verbo di Clemente Mastella. A tirare fuori l'ipotesi dell'intrigo è proprio l'Udeur: «E' una sottile macchinazione», azzarda il capogruppo Roberto Manzione. Lo scenario dipinto dai mastclliani è complesso: «L'onorevole Bampo - spiega Manzione - venne espulso dulia Lega per aver votato in dissenso dal suo gruppo contro l'arresto di Marcello Dell'Utri: per un voto di dissenso in direzione di Forza Italia. E' quanto meno sospetto che ora sia proprio Bampo a lanciare questo sasso nello stagno proprio nel momento in cui si va verso un accordo elettorale e politico fra Forza Italia e la Lega, il suo è l'atteggiamento di chi vuole unire i due schieramenti. Parliamoci chiaro: Bampo con questa boutade dà una mano al Polo...», Manzione non sembra avere dubbi: «In questo modo di fare politica non si fa niente per caso - insiste -. Qualcuno più illustre di me aveva coniato un detto: a pensare male si fa peccato, però qualche volta ci si azzecca. Ecco, questo è uno di quei casi in cui quel detto andrebbe ripetuto,..» Per scoprire colpe e responsabili, conclude Manzione, «bisogna cominciare a chiedersi a chi è utile» una situazione del genere. La commissione, composta da Luciano Violante e dai quattro vicepresidenti della Camera Alfredo Biondi (Forza Italia), Pierluigi l'et ti n i Miniano), Carlo Giovanardi (Ccd) e Lorenzo Acquarone (popolare), si è riunita intorno alle 17. La conclusione dell'indagine è prevista per domani a mezzogiorno. Tempi stretti: anche troppo per Roberto Calderoli, il leghista che sabato aveva gettato altri sassi nello stagno, denunciando nuovi casi di «tentato acquisto». La Lega sostiene anche di essere in possesso di un nastro con la registrazione di una telefonata tra Luca Bagliani e l'altro deputato Cesare Rizzi. Calderoli, pure lui convocato dal giurì, non si è fatto vedere. E' rimasto a Milano, da dove ha diffuso una lettera aperta: «Quando ci si propone di fare chiarezza in due giorni su una questione tanto delicata - attacca - è perché in realtà non si vuole fare chiarezza». Calderoli dovrebbe essere sentito questa mattina, insieme a Rizzi. Violante ha convocato per stamani anche Umberto Bossi. Secondo le dichiarazioni dei leghisti, il leader del Carroccio sarebbe in possesso di una registrazione in cui Bagliani offre a Rizzi cinquecento milioni per passare dall'Udeur alla Lega. Bampo e Bagliani, ieri, si sono palleggiati a lungo il ruolo di «vittima». L'Udeur, oltre all'esposto al giurì, ha presentato alcune querele per diffamazione alla Procura di Roma. Bampo, a sua volta, rifiuta il ruolo dcU'«imputato»: «Io ho raccontato tm fatto che lo stesso Bagliani non ha mai smentito protesta -. Mi hanno dato del bugiardo, per questo ho chiesto anch'io la convocazione del giurì». Manzione, invece, sostiene che «l'unico soggetto legittimato a chiedere questa riunione siamo noi». Una valutazione che pare essere condivisa dallo stesso Violante: «Il presidente mi ha dato una spiegazione tecnica accettabile - ammette Bampo all'uscita -. Deluso? L'unica cosa che conta è che si faccia chiarezza...». Il giurì ha ascoltato anche Beppe Pisanu, il capogruppo di Forza Italia che con una dichiarazione aveva scatenato la polemica: «Pentito? Per niente, rifarei tutto esattamente come l'ho fatto... La mia opinione su quanto è successo è abbastanza chiara. L'ho ripetuto anche al giurì». Tra i «testimoni» di ieri c'era anche Luca Bagliani, il presunto «corruttore»: pressato dagli uomini dcll'Udcur ha lasciato Montecitorio senza dire una parola. Clemente Mastella, leader dell'Udeur e Luciano Violante, presidente della Camera e del giuri

Luoghi citati: Milano, Roma