L' Antitrust condanna Coca-Colq di Marco Sartorelli

L' Antitrust condanna Coca-Colq Alla multinazionale 30 miliardi di multa. La società: faremo ricorso al Tar L' Antitrust condanna Coca-Colq «Violate le norme sulla concorrenza» Marco Sartorelli MILANO «Abuso di posizione dominante». In queste quattro parole c'è la spiega-, zione della condanna inflitta alle società italiane della The Coca-Cola Company dall'Antitrust, e della conseguente megamulta: 30,6 miliardi, pari al 3% del fatturato del 1998 dovuto alla vendita dei prodotti «al gusto di cola». La sentenza è arrivata 24 ore dopo la dichiarazione del nuovo presidente della Coca-Cola, Douglas Daft, nominato ai primi di dicembre sostituto di Douglas Ivester (lascerà il posto però ad aprile), alla vetta del colosso americano che ultima ni ente vacilla pericolosamente: «H 2000 - aveva detto Daft sarà 1' anno del rilancio». Una dichiarazione necessariamente ottimista per un uomo chiamato a mantenere una promessa (agli azionisti), a dir poco enorme: aumentare le vendite dell' 8% e il giro d'affari del 15% nel prossimo decennio. Per dirla in altri termini: raddoppiare la vendita di «consumazioni» dei marchi della compagnia nel mondo (sono 160), portandoli da un miliardo (al giorno), a due. Probabilmente la multinazionale delle bollicine più famose e bevute del globo non sarà fermata nelle sue ambizioni dall'«incidente» di percorso in una delle provincie del suo impero, ma è certo che non è un punto a favore della Coca-Cola il fatto che il 75% dei propri profitti sia realizzato all' estero. Ed è passato poco tempo dall'ulti ma crisi che il gigante di Atlanta ha fronteggiato proprio in Europa l'estate scorsa: in Belgio venne diffuso per errore un prodotto non corrispondente agli standard qualitativi abituali, ci furono malesseri e vennero bloccate le Vendite. Ieri, la megamulta dell'Antitrust e l'immediata flessione del titolo a Wall Street. Il procedimento era stato avviato da ima denuncia presentata dalla Pepsi-Cola, storico concorrente, per il comportamento commerciale della Coca-Cola nei confronti di alcuni canali della grande distribuzione. L' Antitrust ha verificato che le società italiane di Coca-Cola e gli imbottigliatori autorizzati «detengono una posizione dominante sia sul mercato delle cole sia sul mercato delle bibite analcoliche gassate», con 1' 80% del volume a livello nazionale. In particolare, l'Antitrust sostiene che alcuni comportamenti della Coca-Cola Italia sarebbero parte di piani «volti ad estromettere il prin¬ cipale concorrente dal segmento di mercato delle spine attraverso la concessione di sconti e altre forme di incentivazioni diretta alla conversione degli impianti alla spina dei concorrenti». A ciò, si sottolinea, bisogna aggiungere un'altra grave violazione: «la messa in ope- radi un sistema di sconti discri minatori e fidelizzanti, con una classificazione dei grossisti selettiva e non trasparente». Colpite con una multa di oltre 800 milioni anche le società di imbottigliamento Socib e Sosib, che avrebbero imposto clausole di esclusiva nei contratti con i grossisti. L'Authority ha imposto alle società italiane della Coca-Cola e agli imbottigliatori di «porre immediatamente fine ai comportamenti» che costituiscono abuso di posizione dominante, e l'obbligo di presentare tra 4 mesi una relazione in merito. Coca-Cola Italia e Coca-Cola Bevande Italia hanno annunciato che faranno ricorso al Tar del Lazio: «La decisione dell'Antitrust - ha dichiarato il presidente di Coca-Cola Bevande Italia, Enrico Nardulli -, non è coerente con le leggi italiane ed europee sulla concorrenza e con le pratiche commerciali largamente accettate in Italia, come in altre parti d'Europa e del mondo». Con Coca-Cola si è schierata l'Aduc (Associazione Diritti Consumatori e Utenti). Secondo Vincenzo Domato, presidente Aduc «la sentenza non fa capire dove siano le colpe della Coca Cola. Ciò che fa l'azienda Usa è quello che fa chiunque su qualunque mercato libero, Italia compresa». Una pubblicità della Coca Cola Secondo l'Antitrust la società ha violato le regole della concorrenza

Persone citate: Associazione Diritti Consumatori, Daft, Douglas Daft, Douglas Ivester, Enrico Nardulli, Vincenzo Domato