Per la Borsa un venerdì 17 super di Zeni

Per la Borsa un venerdì 17 super Prosegue la corsa del Nasdaq e di Wall Street. A Milano in evidenza la filiera Olivetti, i valori Internet e le banche Per la Borsa un venerdì 17 super Il settore «hi-tech» porta UMibtel in zona record Armando Zeni MILANO Più forti di un venerdì 17, l'ultimo venerdì 17 del millennio che, se permettete, superstiziosi o no che siate, non è cosa da far star tranquilli nessuno. E invece, alla fine, anche i più scaramantici tra gli uomini della Borsa, dopo aver toccato ferro per tutto il giorno e stretto in mano il famoso cornetto, hanno dovuto riconoscerlo: è stato il più bel venerdì nella storia di Piazza Affari. Venerdì 17 da record, da brindisi, con l'indice Mibtel che ha toccato il suo massimo storico a 26.876 punti (che aveva appena fissato a 26.789 martedì scorso), sfiorando di un pelo la vetta dei 27 mila punti, e con scambi stellari che hanno superato i 9 mila miliardi di lire: per l'esattezza 4659,7 milioni di euro. Fine settimana d'oro, insomma. E non solo in Piazza Affari che, pure, si sta confermando tra le Borse più effervescenti in questo finale d'anno, no, no, la febbre da rialzo ha contagiato un po' tutti i mercati, tanto che ieri, se si escludono due grandi Borse come Tokyo e Parigi (-0,68%), è stata una sequenza di spgni positivi: Londra su dello 0,79%, Amsterdam dell'1,09%, Zurigo in rialzo dello 0,46%, Francoforte dello 0,22%. Per non parlare di Wall Street e dell'incredibile, incontenibile (pare) mercato telematico del Nasdaq che era già in rialzo del 2% sette minuti dopo l'avvio delle contrattazioni. Macinano record, Piazza Affari e company, quasi che questo fine millennio a lungo esorcizzato per via del famoso baco si fosse trasformato per una serie d'incredibili circostanze in un millennium boom. Merito, è proprio il caso di dirlo, di uno dei figli più noti ormai di quell'informatica che aveva originato la paura del «rnillennium bug», merito di Internet, motore di un «rnillennium boom» che ormai nessuno (anche tra gli analisti) è in grado di quantificare o definire. C'è e basta, la febbre da Internet, incurante di parametri obsoleti come il fatturato, l'utile, il mol e l'ebitda. C'è e trascina in alto i titoli delle società quotate che con Internet e dintorni (le telecomunicazioni, per esempio) hanno a che fare. E' successo di nuovo ieri, al Nasdaq come in Piazza Affari, alla faccia dell'ultimo venerdì 17 del primo millennio. Oddio, a un certo punto ieri mattina, verso mezzogiorno, in Piazza Affari qualche momento di paura c'è stato davvero, quando l'edificio che un tempo ospitava le contrattazioni e oggi gli uffici della Borsa italiana è stato in fretta e furia evacuato su ordine della polizia per un allarme bomba. Uno scherzo da venerdì 17 o il gesto di un irresponsabile? Chissà. Fatto sta che l'ordine di sgombero per gli impiegati della Borsa come volete che sia stato dato? Indovinato: via e-mail, attraverso Internet, quell'Internet che gonfia i listini, che ha spinto ieri Tim in rialzo del 4,2% dopo che il vertice Tim aveva incontrato (giovedì) gli analisti per ribadire che il futuro della società sarà sempre più incentrato sui nuovi servizi. E così su Tim e su Telecom (+2,17%) e tutta la filiera: Tecnost (+1,61%) e Olivetti (+2,81%). Per non parlare della febbre da Internet nelle banche che apre nuovi business e solletica fantasie di profitti: la riprova? Bipop, la popolare di Brescia, banca da sempre attentissima a investire in servizi ad alta tecnologia, ieri a lungo sospesa sull'onda della notizia del prossimo ingresso della Fin eco nel commercio elettronico, quotata in chiusura +9,06%. Idem per un'altra banca con vocazione on line, la Banca Popolare Commercio e Industria, in rialzo del 7,99%. Internet, Internet e ancora Internet con l'Espresso su del 2,04%, Mondadori del 3,04%, entrambi attivissimi nel Web, e con Mediaset (+3,39%) sugli scudi dopo l'annuncio dell'alleanza di Fininvest con benettoniana 21 Investimenti ma prima che fossero note le notizie sindacali di prossime agitazioni per i licenziamenti ventilati nel gruppo. Così, mentre oggi a Roma si riuniranno gli azionisti della più grande società quotata italiana, l'Enel, nella loro prima assemblea del dopo privatizzazione, il rapporto Bnl-Centro studi Einaudi ci fa sapere che nel '99 quattro milioni di famiglie hanno investito in azioni: non sarà un record ma anche questo è un boom. VINCONO LE AZIONO ESTERE (Performance del portafolio familiare medio e delle sue componenti Valori percentuali)

Persone citate: Einaudi, Olivetti

Luoghi citati: Brescia, Francoforte, Londra, Milano, Parigi, Roma, Tokyo