Luci ni Colosseo per la grazia al condannato
Luci ni Colosseo per la grazia al condannato Pena di morte in Usa Luci ni Colosseo per la grazia al condannato ROMA Ieri pomeriggio, alle sei e mezzo, il Colosseo si acceso di luce. Fasci di verde acqua e di bianco, sparati dai riflettori, hanno illuminato l'anfiteatro, lasciando di stucco i turisti e i tanti romani di passaggio. Era accaduto che Jom Hunt, governatore della Carolina del Nord, uno dei cinquanta stati degli Usa, aveva per la prima volta deciso di commutare una condanna a morte nel carcere a vita. A scampare al boia è stato Wendell Flowers, omicida che avrebbe dovuto essere giustiziato ieri. Ed in suo onore, o meglio, in onore alla decisione di salvargli la vita, sono stati accesi i riflettori attorno al Colosseo, che resterà illuminato per 48 ore. L'iniziativa, che proseguirà per tutto il 2000, si chiama appunto «Il Colosseo illumina la vita», ed è stata promossa da «Nessuno tocchi Caino», «Amnesty International», dalla Comunità di Sant'Egidio, dal comune di Roma, dal ministero dei Beni Culturali e dall'Acca, l'azienda che fornisce la «materia prima»: l'energia elettrica, cioè. L'anfiteatro verrà così illuminato ogni volta cho sul pianeta una nazione sceglierà di abolire la pena di morte, o annuncerà una moratoria nelle esecuzioni, o ancora ogni volta che si rinuncerà ad eseguire una pena capitale. Il monumento che più d'ogni altro simboleggia Roma, quindi, diventerà un luminoso simbolo di vita. «In una settimana è la seconda volta che il Colosseo si illumina, dopo l'abolizione della pena di morte da parte dell'Albania ha commentato il ministro dei Beni Culturali, Giovanna Melandri -. E' una buona notizia per i diritti umani nel mondo», [f. sq.)
Persone citate: Giovanna Melandri, Jom Hunt, Wendell Flowers
Luoghi citati: Albania, Roma, Sant'egidio, Usa
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