Violante: intollerabile danno al Paese di Guido Tiberga

Violante: intollerabile danno al Paese Per il presidente della Camera «chi sa deve parlare». Bampo invoca la «commissione interna» Violante: intollerabile danno al Paese ___ i. • ' • 1 «La denuncia sul mercato dei voti andavafatta prima» Guido Tiberga ROMA «Colleghi, devo rendere una breve comunicazione. Senza dibattito». Luciano Violante, quando la seduta riprende a metà mattina, apostrofa così un'aula mezza vuota. Il presidente vuole parlare di «questioni che hanno riguardato la Camera dei deputati», ed è subito chiaro dove voglia andare a parare. Il caso Baghani-Bampo, i duecento denari di Giuda che si vorrebbero offerti dall'uno all'altro per un provvidenziale cambio di schieramento, i duecento milioni deU'«immondo mercimonio», per citare Silvio Berlusconi, o della «bufala del millennio», per dirla invece con il coro di centro-sinistra che giovedì, in Transatlantico, oscillava tra l'incredulità e la goliardia. Per Violante la cosa è seria, da qualunque parte la si voglia guardare: «Queste notizie sono in ogni caso gravissime - spiega -. Sia se fondate sia, a pari ragione, se infondate. In entrambi i casi, infatti, esse rivelerebbero un'intollerabile degenerazione del costume politico, capace di arrecare un danno grave agli interessi del Paese. Viene leso, inoltre, il diritto dei cittadini ad avere fiducia nelle proprie istituzioni...». Poi un duro rimprovero a chi ha fatto esplodere lo scandalo nel cuore della quasi-crisi di governo: «Se fossero stati resi noti immediatamente ammonisce il presidente della Camera - questi stessi fatti avrebbero assunto un ben diverso significato politico e non avrebbero coinvolto altri organi costituzionali...». Un monito forte, che i 388 deputati presenti ascoltano con attenzione. Poche ore dopo, Paolo Bampo chiederà la costituzione di un giurì d'onore, la «commissione interna» prevista fin dal secolo scorso per dirimere le liti tra parlamentari: Alla richiesta sradeguerà subito rUdeùf, il paitìto^Ii Luca Bagliani. E' l'inizio di una nuova, pi^erigg^^Polonri^orisce lo scontro con D'Alema, all'insegna del «non poteva non sapere». In serata Walter Veltroni, a Firenze per il congresso diessino toscano, allargherà il fronte della polemica: la «questione morale» ai nuovi rapporti tra il centrodestra e il Carroccio: «D trasformismo è una patologia, ma quanto sta accadendo tra u Polo e la Lega è più grave attacca -. Investe anche problemi di moralità: sino a qualche settimana fa, Berlusconi abbandonava l'aula mentre parlava Bossi, e non perché lo avesse offeso personalmente. E Fini diceva che non si sarebbe alleato con Bossi se non avesse sventolato il tricolore. Vorrei vedere come se la cava adesso, dopo la manifestazione leghista di Roma, se non ingannando i suoi elettori». Alla Camera, l'ipotesi del giurì d'onore pare la più probabile, dopo le querele annunciate giovedì sera e l'esposto alla Procura presentato «contro autori e mandanti» dall'avvocato Carlo Taormina, che accusa il presidente della Camera di non aver fatto abbastanza. Violante ha spiegato di non «avere alcuno specifico potere» per intervenire personalmente nella vicenda, pur dicendosi «pronto a ricevere i deputati che ritengano di poter contribuire all'accertamento della verità» e «a promuove¬ re le conseguenti iniziative». Taormina non è convinto: «Il presidente della Camera è un pubblico ufficiale, ha il dovere di denunciare i reati commessi attraverso la compravendita di parlamentari». In aula, l'applauso che saluta le parole del presidente Violante è generale. Ma sull'interpretazione del giallo i due Poli si dividono. Pierluigi Castagnetti, segretario dei Popolari, parla di «bomba a orologeria» innescata dagli avversari cu D'Alema. Gavino Angius, capogruppo diessino al Senato, «torbido caso, studiato e preparato a tavolino». Il Polo ribalta la polemica. Enrico La Loggia, furi¬ bondo per i tempi accelerati imposti alla finanziaria, non risparmia attacchi e metafore: «Ormai siamo al mercato del bestiame - accusa -. Questa è la malapianta da cui dovrebbe nascere il governo truffa di D'Alema: un governo mummificato, nato dall'intrigo, da congiure e proposte di potere irripetibili». La Loggia, in particolare, si dice «esterrefatto» dall'intervista rilasciata da Bagliani alla Stampa: «Ha detto di essere passato dalla Lega all'Udeur dopo aver ottenuto nella finanziaria i fondi per il completamento della Transpoleana nella provincia di Verona: si è comprata la volontà di questo signore chiedendo e ottenendo un finanziamento per una parte del territorio. E tutto ciò viene portato a titolo di merito». Dal vertice del Polo verranno attacchi ancora più pesanti. «D'Alema non è la vittima, ma il beneficiario di quanto sta accadendo - dice Gianfranco Firn -. Non so se sia anche il mandante, ma il suo governo è nato con il tradimento di trenta parlamentari eletti dalla nostra parte. Questo mercato uccide quel po' di credibilità che la politica aveva conservato». Idem Pierferdinando Casini: «Io non faccio accuse personali a D'Alema, perché non ho gli elementi per farle, ma una cosa è certa: questo mercato avviene nei pressi della maggioranza e per iniziativa di partiti della maggioranza. La cosa più incredibile è che sono proprio i fruitori del potenziale patto di corruzione a fare le vittime e a voler dare lezioni agli altri». Per Walter Veltroni «sono immorali» i nuovi rapporti Lega-centrodestra Fini durissimo «Questo governo nasce sul ttadimento di 30 parlamentari» SI COSI' GLI SCHIERAMENTI PER IL D'ALEMA BIS DS PDCI PPI VERDI DEMOCRATICI (ma senza entrare ni governo) ) UDEUR RINNOVAMENTO PRI MINORANZE LINGUISTICHE TOTALE NO FORZA ITALIA I IO AN 91 CCO 13 RI FON DAZIONE I 3 LEGA 46 COSSIGA (voti al Senato) CDU 5 ALTRI GRUPPO , 3 MISTO PATTO SEGNI J E RIFORMATORI ( SDÌ 8 TRIFOGLIO< LIPR 7 , .) PRI '■ 2 TOTALE 295 TOTALE Il presidente della Camera Luciano Violante

Luoghi citati: Firenze, Roma, Taormina, Verona