UNA CRISI IN PENOMBRA

UNA CRISI IN PENOMBRA UNA CRISI IN PENOMBRA Paolo Passarmi MASSIMO D'Alema aprirà questa sera alle 17, a Montecitorio, le danze per il ballo politico più complicato della sua vita politica. In sintesi, D'Alema sarà costretto a dimettersi senza essere ancora certo di poter concludere la crisi a suo favore. Non proprio una crisi al buio, ma in penombra sì. E la posta, per lui, è molto alta: se vincerà, sarà quasi sicuramente premier fino alla scadenza regolare della legislatura nei 2001 #potràbatter8i!pérriitìfirlere l'uomo più forte dei Ds e anche il più forte candidato a guidare il centrosinistra nelle elezioni successive; se non ce la farà (e il rischio c'è), perde in un colpo Palazzo Chigi, la leadership della Quercia e quella della coalizione, cioè tutto (politicamente parlando). D'altra parte, se ce la farà (e può farcela), sarà comunque il presidente un po' ridimensionato di un governo più debole e di un'alleanza, se possibile, ancora più sbandata. La scelta, purtroppo per lui, non è tra niente e un po'. , LA SQUADRA. Salvo colpi di scena dell'ultima ora, l'apertura della crisi resta scontata e il suo ritmo di svolgimento dovrebbe essere veloce. Al momento non si può neppure escludere che la crisi si risolva entro Natale. Ma più oltre si spingerà, più aumenteranno i pericoli. Nel tentare di varare un «governo rinnovato», D'Alema ha due problemi innanzitutto: la forza della squadra e quella della maggioranza a suo sostegno, lo spogliatoio insomma. Ieri sera ì Democratici per l'Ulivo hanno ribadito che il loro ingresso sarà legato alla capacità di D'Alema di fare alla Camera «un discorso alto», che vuol dire: forte sottolineatura del «soggetto politico unico» Ulivo, legge elettorale maggioritaria, regole per la scelta del futuro candidato premier. Ora, con le parole, D'Alema può volare talmente alto da far venire un edema polmonare a tutti, ma un ingresso di elevato profilo dell' Asinelio nell'Ulivo (cioè Arturo Parisi vicepresidente) sembra improbabile. E' più probabile che i prodiani scelgano di mandare al governo una rappresentanza «tecnica», cioè quanto basta per farlo. LO SMSUAUNO. Questo è un problema, perché così verrà sottolineata la natura provvisoria e debole della compagine. Poi, per quanto riguarda la maggioranza a sostegno, sembra ormai probabile che il Trifoglio non vada oltre un'astensione. E anche questo concorre a sottolineare precarietà. Il margine di voti a favore di D'Alema è molto risicato e ulteriormente ristretto dall'infermità di Nino Andreatta e (forse) di un'altra deputata che ha sbattuto con la macchina. In situazioni come queste, di maggioranza risicatissima a sostegno di un'operazione politica non destinata a sollevare entusiasmi, il rischio dell'imprevisto è molto alto. paopas@lastampa.lt LA MOTA ROflftAMA

Persone citate: Arturo Parisi, D'alema, Nino Andreatta