E IL PREMIER RESTO' SOLO di Ugo Magri
E IL PREMIER RESTO' SOLO E IL PREMIER RESTO' SOLO Ugo Magri SE fosse dipeso tia lui, Massimo D'Alema non avrebbe aspettato cinque lunghi giorni per presentarsi davanti alle Camere. Gii lunedì scorso il premier era pronto a pronunciare la fatidica parola «dimissioni». Aveva salito fremente i gradini del Quirinale, per mettere i partiti della maggioranza di fronte ade loro responsabilità: «O mi lasciate governare, oppure io me ne vado». E solo la prudenza di Ciampi aveva saputo frrnare i suoi impeti, almeno in attesa che la legge finanziaria venisse approvata. Adesso che l'ostacolo è stato rimosso, D'Alema è in grado di mettere in pratica il suo aut aut. E dalle anticipazioni su quanto dirà oggi pomeriggio in aula, sembra proprio che non si tirerà indietro." Non altrettanto certo, però, è che la sua minaccia possa avert- l'effetto desiderato. Se il premier pensava di strappare risposte chiare e convincenti ai partner della maggioranza, almeno finora non ne ha ricevute. Anzi, più passano le ore e più tutto si complica. Ptima il duello era con Francesco Cossiga. Poi mi ring è salito l'intero Trifoglio. Quindi lo scandalo degli onorevoli «venduti» ha reso sdrucciolevole qualunque conta dei voti. E come se non bastasse, ora i Democratici esigono un governo di «alto profilo» che, nel gergo della politica, somiglia tanto a una presa di distanze dal premier. Insomma, sta andando in scena una rappresentazione già vista un'infinità di ve Ite nei decenni passati: il presidente del Consiglio in carica capisce che i suoi alleati v Jgliono cuocerlo a fuoco lento, >i ribella e minaccia di andarsene. Ma nessuno si spaventa, e il logoramento continua. Col risultato che la crisi di governo sta per aprirsi al buio. Propria come nei passaggi oscuri dell 3 prima repubblica. NTCEZZI.TAma»«LI.W01EARXMESrAf «HE-H.I«niW
Persone citate: Ciampi, D'alema, Francesco Cossiga, Massimo D'alema
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