Sul filo della Memoria
Sul filo della Memoria Sul filo della Memoria RACCONTO DI NATALE «La notte era nevicato tantissimo tutto era bianco e silenzioso... » H! O un ricordo molto vivo e preciso di quel lontano Natale 1953. Questa foto presa ai giardini di Porta Nuova è stata pubblicata su «La Stampa» di quell'anno, in occasione di una nevicata senza precedenti! Io, (Graziella Naurath Roagna), sono la bambina in mezzo, quella a destra è una mia compagna di scuola Paola Bogetti (spero si riconosca), la bimba di profilo era una compagna occasionale di quella giornata memorabile. Già la sera della vigilia si preannunciava eccezionale, il cielo era carico di neve, io abitavo in una casa del centro di Torino, grande ma fredda. Ero a casa, perché c'erano le vacanze di Natale. Era il mio primo anno di scuola; andavo alla Giosuè Carducci, lì vicino. Avevo preparato con cura il presepio su di un grande tavolo nel salone freddo, aiutata dai miei genitori e dalla zia. Avevo fatto anche l'albero di Natale, un grande albero vero che profumava tantissimo di resina e che perdeva un sacco di aghi (vera disperazione della mamma). Cercavo di appendere con cura le belle palle colorate, le prendevo con estrema delicatezza, perché erano assai fragili e si rompevano solo a guardarle. Per ultima, dopo essere salita sulla sedia, avevo voluto mettere io personalmente la stella sulla punta del pino. Le luci non c'erano, ma avevo messo delle candele vere fissate su una molletta, da accendere quando tutta la famiglia era riunita, a Natale intorno alla tavola. Quella sera aveva incominciato a nevischiare piuttosto presto. Io volevo stare alzata il più possibile: volevo vedere Babbo Natale, ed ero assai preoccupata: avrebbe fatto in tempo a passare da tutti i bambini? Le sue renne avrebbero incontrato la neve... aveva persino lasciato un po' aperta la finestra, affinché trovasse subito la porta per entrare. Che meraviglia quella mattina di Natale: una fiaba non sarebbe stata altrettanto bella. Babbo Natale era passato da me: ai miei piedi una minuscola camera da letto intarsiata per la mia bambola preferita! Solamente più avanti con gli anni scoprii averla fatta mia papà con il traforo. Fuori, nevicava tantissimo, tutto era silenzioso: dovunque si guardava era bianco, bianco, bianco. Scendo in strada con mio papà: non c'era molta gente in giro. Sotto i portici si camminava bene, ma che problema attraversare corso Re Umberto. Arriviamo con difficoltà a Porta Nuova, e ai giardini di piazza Carlo Felice. Quale spettacolo: la fontana ghiacciata, gli alberi carichi di neve, camminavo ed affondavo fin quasi al ginocchio. Inizio a giocare a palle di neve con la mia compagna di scuola e con un'amichetta trovata per caso. Abbiamo incominciato a tirarci palle di neve, quando si avvicina un signore con una macchina fotografica per un servizio su «La Stampa»: «Su, tiratevi palle di neve, bambine». Io lo presi in parola e gliene arriva una dritta sul naso: «Un po' disbela sua figlia»,dice il signore a mio padre... «Eh sì, a l'è en terremot, ai pias a gioghe». Andiamo tutti al Caffè Talmone (quello dell'immagine dei due vecchini) a prendere una tazza di cioccolata calda e fumante. «Ma sul serio, metterà la mia foto sul giornale?», chiedo al giornalista fotografo. «Certo - mi risponde -. Mettila poi nell'album delle foto, così quando sarai grande la rivedrai con piacere». Così ho fatto. Ho messo con grande soddisfazione questa foto nel mio. album. Chissà chi era quel fotografo di allora?
Persone citate: Di Natale, Giosuè Carducci, Graziella Naurath Roagna, Paola Bogetti
Luoghi citati: Torino
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