RAITRE È MORTA di Alessandra Comazzi
RAITRE È MORTA / VENTANNI DELIA RETE TV POI DISCUSSA RAITRE È MORTA Alessandra Comazzi VENT'ANNI dopo, come i tre moschettieri, lanciata verso nuove, mirabolanti avventure. Maitre ha compiuto vent'anni, l'altra sera le sedi distaccate del tg, che adesso si chiama T3, hanno dedicato all'avvenimento l'immancabile programma rievocativo. E davvero l'informazione locale è sempre stata il cardine della rete: istituita dalla legge di riforma della Rai ( 197 5), cominciò a trasmettere il 15 dicembre del 79, direttore Giuseppe Rossini, con un intento fortemente tematico, sia territoriale, sia culturale. Il percorso della tv tematica viaggia infatti in parallelo con quello della tv gencralista, Telepiù non ha inventato nulla di nuovo: ma ogni volta il tentativo di creare canali che si rivolgessero ad un segmento della popolazione e non a tutti i potenziali telespettatori falliva poveramente. Non essendo supportata da una sufficiente indipendenza economica, ogni rete tematica ha sempre finito con l'essere soffocata dal più forte network generalista, e in esso inglobata. Quindi l'esperimento della Raitre diretta da Rossini andò male: poco interesse, poco ascolto, una conseguenza fatale, la trasformazione. Nell'87 la rete viene affidata ad Angelo Guglielmi che le dà una sua autonomia, sia pure lontana dagli intenti locali di partenza. Guglielmi crede in una televisione aggressiva e trasgressiva, spiazzante, in una televisione che voglia dire «avventura, scoperta di nuovi linguaggi, valorizzazione delle diversità. La televisione deve spostare avanti la linea dell'orizzonte, allargare i confini della conoscenza e delle emozioni, lavorare sempre sulla frontiera, a rischio di apparire squilibrati e faziosi». Certo la faziosità, lo schieramento, peraltro istituzionale e frutto ufficiale della lottizzazione, non facevano difetto al direttore della rete e a quello del Tg3, Alessandro Curzi. Ma fazioso o non fazioso, il modello gugliclmino ha prodetto alcuni fra i programmi più interessanti dell'ultimo decennio, a volte anche discutibili come «Chi l'ha visto?», simbolo della tv lacrimosa e nello stesso tempo taumaturgica, simbolo di quella «tv del dolore» che diventa il nuovo romanzo popolare. Adesso questo romanzo popolare non c'è più, spazzato dalla controriforma del '94, via Guglielmi, via Curzi, via la rete dei «comunisti». Dopo un periodo senza identità, Raitre si appresta a diventare la prima rete Rai senza pubblicità: per questo si sta faticosamente ricostruendo una fisionomia perduta. Intanto, il Parlamento discute, e dunque possiamo stare tranquilli e pazienti: Raitre è morta, viva Raitre.
Persone citate: Alessandro Curzi, Angelo Guglielmi, Giuseppe Rossini, Guglielmi, Rossini
Luoghi citati: Delia
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