Fmi, si riapre la corso per il dopo Camdessus di Stefano Lepri

Fmi, si riapre la corso per il dopo Camdessus Esordio positivo ieri a Berlino del G-20, il «nuovo» forum economico dei Paesi più ricchi del mondo Fmi, si riapre la corso per il dopo Camdessus In discesa le azioni del tedesco Caio Koch-Weser; in lizza anche Mario Draghi Stefano Lepri inviato a BERLINO Se non si riesce ad accordarsi sul commercio, si può almeno cooperare per prevenire nuove crisi finanziarie. Dopo il fallimento di Seattle, i tentativi di governare l'economia mondiale ripartono dal G-20- consesso di ministri del Tesoro e banchieri centrali inaugurato ieri a Berlino in cbma - assicurano tutti 1 partecipanti - costruttivo. A margine, si è anche discusso di come riorganizzare il Fondo monetario internazionale, per la cui direzione la candidatura del tedesco Caio Koch-Weser appare sempre più debole e i giochi si riaprono. «Abbiamo riscontrato molto appoggio per Koch-Weser» assicura in pubblico il ministro delle Finanze tedesco Hans Eichel; però in confidenza gli stessi tedeschi ammettono che agli americani il loro candidato non piace. Se l'Europa fosse compatta nel sostenerlo, Koch-Weser passerebbe; non lo è, come confermano i francesi ipotizzando che emergano «altri candidati europei». Nemmeno i paesi emergenti paiono entusiasti. L'Italia ufficialmente continua ad appoggiare il tedesco ma non scorda - visto che per prassi di un europeo dovrà trattarsi - di avere un ottimo candidato, il direttore generale del Tesoro Mario Draghi. Un altro nome resta quello dell'inglese Andrew Crockett, direttore generale della Bri di Basilea.' Alla guida del Fini occorre un personaggio autorevole e indiscusso proprio per rafforzare la prevenzione delle crisi finanziarie. Il G-20, dove1 tra gli altri Russia Cina e India si affiancano ai sette grandi, coinvolge la grande maggioranza del pianeta nel tentativo di disciplinare un sistema finanziario ormai unificato. «Impariamo a parlarci, con la speranza che anche nei momenti difficili ci. venga detta la verità» riassume il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio.-E,' questo il punto, poiché una informazione corretta e tempestiva non la fornirono né la Russia con il «crack» finanziario del '98 né la Corea del Sud (paese pure ammesso al G-20) prima del crollo della sua moneta nel'97. «C'è bisogno di una legittimazione reciproca tra le varie parti del mondo, in un gruppo dentro il quale i grandi paesi industriali fanno. meno massa» spiega il ministro del Tesoro Giuliano Amato. In questa chiave il comunicato finale del G-20 «riafferma l'importanza di un continuo progresso del Wto verso una liberalizzazione multilaterale del commercio». Come uscire in concreto dal vicolo cieco di Seattle non si sa; il problema comincia a casa nostra, nei grandi paesi industriali i cui cittadini «sentono una perdita di identità di fronte all'invasione di influssi esterni che la globalizzazione porta» sostiene Amato. Riunito nel palazzo che fu il quartier generale del gerarca nazista Goering, dove fu proclamata la Ddr e dalle cui finestre si calarono oltre il Muro tedeschi orientali in fuga, il G-20 vorrebbe dare garanzie che il XXI secolo non porti nuovi disastri: «dimostrare che governi con economie di diverse fórme e dimensioni possono far sì che la globalizzazione vada a beneficio della gente» come afferma il ministro delle Finanze canadese Paul Martin, che lo presiederà per i primi due anni. I «deputies» (rappresentanti dei ministri e dei governatori) si riuniranno a Hong Kong in marzo, cominciando a cooperare in concreto. Amato: «Siamo sulla giusta strada per evitare altre crisi finanziarie» Prossimo appuntamento a marzo