Kohl in tv: Pho fatto per il nostro Est di Emanuele Novazio

Kohl in tv: Pho fatto per il nostro Est Prima, drammatica intervista con l'ex Cancelliere sullo scandalo della Cdu Kohl in tv: Pho fatto per il nostro Est «Ma non sono mai stato in vendita» Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO «Tangenti? Non ne ho mai prese ( non ne sono mai stato a conoscenza la mia politica e il mio governo nor erano in vendita. Ci sono state donazioni non dichiarate e in contanti, delle quali soltanto io e il tesoriere eravamo a conoscenza: ma in 6 anni, fra il ' 9 3 e i 1 ' 9 8, sono stati versati fra un milione e mezzo e 2 milioni di marchi, 300 mila marchi l'anno dunque. Perchè non li ho dichiarati, quei soldi? E' stato un errore, certo, il più grave errore della mia vita politica: ma non li ho dichiarati perchè i donatori l'avevano posto come condizione. E quei soldi, in quegli anni, ci erano indispensabili per aiutare il partito nelle regioni dell'Est». Teso e come d'abitudine svelto a passarsi la lingua sulle labbra, Helmut Kohl rompe il silenzio con una lunga e a tratti drammatica intervista in tv trasmessa dalla ZDF ieri a tarda sera. Fer la prima volta dal giorno in cui lo scandalo dei fondi neri e dei conti segreti del partito lo ha travolto - il giorno della sua prima confessione davanti alla direzione Cdu, tre settimane fa - l'ex Cancelliere si difende in pubblico: con foga, a tratti con aggressività nei confronti degli intervistatori, anche se con le mani sempre raccolte sul ventre. Sempre attento a inquadrare 1' «errore» delle «donazioni non dichiarate» nello sfondo storico in cui è avvenuto: l'unificazione tedesca, la ricostruzione dell'Est, le grandi trasformazioni del Paese del quale in quanto Cancelliere era responsabile, le tensioni nel mondo. La scelta del giorno della autodifesa, televisiva non è una coincidenza: «Avrei voluto parlare davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta», si lamenta il presidente onorario della Cdu. La Commissione si è insediata ieri mattina e il suo lavoro durerà forse due anni, ma Kohl verrà ascoltato soltanto «nei prossimi mesi», ha fatto sapere d presidente Volker Neumann, socialdemocratico, secondo il quale «prima andranno studiati con attenzione i documenti». Per difendersi Kohl ha scelto dunque la tv, e una trasmissione politica fra le più serie e seguite, «Was min?», «e adesso?»: in trenta minuti, l'ex Cancelliere ha ripetuto nove volte di non essere mai stato a conoscenza del pagamento di tangenti al suo partito. Non in occasione della vendita di 36 carri armati all'Arabia Saudita, non in occasione della vendita della raffineria Leuna alla francese Elf-Aquitaine. E il miliardo consegnato da un mercante di armi all'ex tesoriere Kiep? «Non he sapevo niente, e nessuno nel partito lo sapeva: Ilio saputo quando la vicenda è apparsa sui giornali», ri¬ sponde Kohl. Lasciando di sè, alla fine dell'intervista, due impressioni prevalenti. La prima positiva: non aver preso denaro per fini personali, una eventualità del resto alla quale nessuno crede in Germania. La seconda imbarazzante: considerare una leggerezza il fatto di avere ricevuto ingenti somme di denaro in contanti, nel suo ufficio di presidente della Cdu all'Adenauer Haus di Bonn. Per il «bene del partito», forse, ma contravvenendo alla legge sui partiti - e la costituzione, dunque. Mentre Kohl si difendeva in tv, nuove pesanti accuse gli venivano rivolte. Secondo il settimanale televisivo Panorama, «documenti ufficiali del Bundestag»- lo smentiscono, quando sostiene di aver informato già nel settembre del '90 l'allora segretario di Stato americano Baker che la vendita dei 36 panzer era stata «promessa» all'Arabia Saudita: gli atti del Parlamento, sostiene Panorama, dimostrano che a quell'epoca la decisione non era ancora stata presa. Lo sarebbe stata, è il sottinteso, soltanto dopo il pagamento della tangente da un milione di marchi consegnata dal mercante d'armi all'ex tesoriere Kiep. Altre rivelazioni, rilanciate dal settimanale Die Zeit, riguardano una donazione di 3 milioni e mezzo di marchi versata da una coppia di imprenditori, azionisti di maggioranza dell'impresa edile WCM. Una coincidenza alimenta sospetti e accuse: poco dopo aver pagato, la WCM si è aggiudicata l'acquisto di 300 mila appartamenti già di proprietà delle Ferrovia di Stato, con uno sconto di un miliardo. «La donazione non è stata un modo per dirci grazie», ha commentato secco Kohl. «In sei anni ci sono state donazioni al partito in contanti e non dichiarate per due miliardi». Ma ripete per ben nove volte di non sapere nulla del pagamento di tangenti L'ex cancelliere Helmut Kohl

Luoghi citati: Arabia Saudita, Berlino, Bonn, Germania