Sospetti e spiate, la diaspora dei leghisti
Sospetti e spiate, la diaspora dei leghisti Sospetti e spiate, la diaspora dei leghisti Bossi: abbiamo delle registrazioni, le manderemo su Internet Giovanni Cerniti «Ma come, erano andati via perché dicevano che la Lega si buttava a sinistra...?». Roberto Maroni li conosce bene, Apolloni, Bagliani, Bampo, Roscia... I primi due sono con Mastella, gli altri ancora a spasso nel gruppo misto. «Mi sa che Bampo muore dalla voglia di rientrare», dice Maroni. Sarà per. questo che ha fatto saltare il banco, ha accusato a compravendita, ha rivelato un'offerta da 200 milioni per passare con Mastella e sostenere il governo D'Alema? Bampo non sarà un genio della politica, ma è in Parlamento dal '92, nel formidabile '94 era presidente della commissione Difesa, insomma certi giochi li deve conoscere per forza, a compravendita, veneto come Bampo, è alla prima legislatura, finora un nessuno, e ancora ieri sera i tg sbagliavano il cognome tra luca Baglioni e Bogliani. Inguaribili, però, questi ex leghisti pasticcioni e rissosi. «Ti querelo!», urla Bagliani a Bampo. Poi dice che e vero, hanno parlato, ma solo di «strategie politiche». «Io ho le prove!», risponde l'altro. Umberto Bossi, da casa, si cura l'influenza con le telefonate da Roma. «Che roba...». Chiama «la Padania» e consiglia poco spazio, tanto è noto che se un leghista Se ne va finisce in disgrazia. Ma qualcosa in più Bossi ha saputo e detta: «Abbiamo delle registrazioni, le stiamo verificando e forse le renderemo pubbliche su Internet». Perfetto, la spiata padana on line. «Bossi ha sempre denunciato i tentativi di compravendita dei parlamentari - insiste Bampo -. Non c'è niente di più vero, io sono la prova!». Domenico Cornino, un altro ex, applaude: «Bravo Bampo, hai fatto bene». Anche se da ièri Bampo è più vicino a Bossi che a Cornino. Anche se da ieri tutti gli ex leghisti finiti nel gruppo misto vivono nel sospetto. Dice niente Daniele Apolloni, amministratore di condominio di Thiene, Vicenza? Era nella Lega fino a mercoledì sera e si è svegliato mastelliano. Altri in partenza? Dice qualcosa Daniele Roscia, indipendentista convinto, il primo a mettersi lo stemmino con il Sole delle Alpi in rosso, «il simbolo della prima corrente leghista». Era il '95, San Pellegrino. Con Roscia anche Borghezio e Boso. Borghezio ora è Presidente del Governo padano, Boso sarà in qualche valle del Trentino e Roscia cerca casa. «Se D'Alema apre sul federalismo al Nord potremmo votarlo in otto». Appunto, ma non se n'era andato dicendo che la Lega faceva il gioco di D'Alema? Anche Roscia, dopo due legislature, deve aver imparato come si sta nel Palazzo. «Un anno fa avevo fatto una propo¬ sta pure a Prodi, non l'ha accettata ed è finito nel burrone. D'Alema lo vuol seguire?». «Fossero veramente interessati a percorrere una strada di vero federalismo...». Tocca a Vito Gnutti, altro ex, tener le porte aperte. Ma non troppo. «Noi non siamo in vendita!», dice Cornino. «Però il federalismo non ha colore», dichiarano Barrai, Ciapusci e Signorini, tutti ex e tutti pronti a negare qual che è troppo facile pensare. Se salta il governo, se il rischio di elezioni anticipate s'avvicina, a quale futuro si dedicheranno gli ex della Lega? I 200 milioni offerti a Bampo é smentiti da Bagliani sono un niente, in questi casi ci vuole il collegio sicuro. A Bampo non l'hanno offerto, ma a scorrere l'elenco degli ex leghisti rieletti si scopre Luigi Negri, uscito causa Ribaltone 94, eletto nel '96 in un collegio del Polo, poi passato con Dini e oia con La Malfa. Bampo un collegio sicuro già l'avrebbe, il suo di Belluno, nel '96 ha battuto Giulio Tremonti. Nel giorno di gloria Paolo Bampo riscopre l'orgoglio ferito. Bossi l'aveva maltrattato non solo a parole: un pomeriggio, nei corridoi della Camera, un tentativo di approccio dell'alpino Bampo è finito con uno scontro con il pugile Bossi, cazzottone al fegato. Con la sua denuncia Bampo va al riscatto. Magari non tornerà più il formidabile '94, quando di notte il Signor Presidente della Commissione Difesa batteva Roma con l'auto di servizio, ma dev'esser proprio triste vagare nel Gruppo Misto. I leghisti dicono avesse meditato un passaggio in An. Come il vicentino Alberto Lembo, appassionato di araldica e Claudia Schifier. Ma quel giorno Lembo aveva incontrato Bossi e s'era preso due ceffoni. Per Lembo meglio il gruppo miste. E aspettare.
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