«Lo montagna non è stata imbrigliata»

«Lo montagna non è stata imbrigliata» «Lo montagna non è stata imbrigliata» Annunziata: un groviglio di burocrazia, ma i soldi ci sono Stelano Mancini «Le responsabilità esistono e sono molto gravi: dopo Sarno, la montagna non è stata "messa in sicurezza". Eppure i soldi ci sono». Un anno e mezzo dopo Sarno, la giornalista Lucia Annunziata toma a denunciare un male d'Italia: il groviglio della burocrazia. Intende dire che per risolvere il dissesto idrogeologico ci vuole una riforma istituzionale? «Purtroppo è così. Quando accade una disgrazia, non si capisce se il compito di intervenire è del Comune, della Provincia, della Regione o dello Stato. A Sarno l'allarme scattò con 24 ore di ritardo, perché la segnalazione non arrivò subito alla prefettura e non si sapeva neppure se quel territorio ricadeva sotto la prefettura di Avellino o di Salerno. E la stessa burocrazia che imbriglia e impedisce interventi strutturali cosi importanti poi te la trovi nella vita di tutti i giorni. Se a Roma hai bisogno di un permesso per circolare dove vivi, devi perdere una giornata tra un ufficio e l'altro». Lei ha scritto un libro su Sarno, ((La crepa». Da allora che cosa è cambiato? «La zona di Sarno ò strana: un nucleo duro roccioso ricoperto da metri di materiale vulcanico. Quando piove, questo materiale tende a scivolare a valle. La speculazione edilizia ha distrutto i canaloni costruiti dai borboni, che facevano defluire il fango senza danni. Oggi non c'è scelta: o si evacua la popolazione o si rende sicura la montagna. La seconda cosa non è stata fatta e la gente è ancora là». E' là e protesta invano... «Sì, chiede interventi per la propria incolumità. Sono persone attive, protestano in modo civile, ma la politica nazionale rimane indifferente». I piani di evacuazione, almeno quelli, oggi ci sono?. «Sono obbligatori, e lo erano già prima della tragedia. Ma l'illegalità è diffusa, anche nelle regioni del Nord. Tocca alle prefetture occuparsene, perché loro sanno dove reperire i mezzi di trasporto, dove portare le famiglie evacuate, dove farle dormire. Ci sono problemi pratici enormi. Pensiamo, per esempio, ai paesi sotto il Vesuvio: sarebbe impossibile un'evacuazione di massa. In caso di eruzione avremmo un'altra Pompei». Davvero è soltanto una questione di leggi e regolamenti complicati e confusi? «Il problema di base è quello. Certo, poi ci sono anche fenomeni di corruzione e di indifferenza». Come ci sì libera da una burocrazia perversa? «Occorre una semplificazione dei poteri regionali e una definizione chiara delle competenze. Se oggi la casa dove vivi ti crolla in testa per una calamità naturale e hai la fortuna di uscirne vivo, comincia una trafila interminabile: occorre una lista di quello che hai perso, una classificazio ne del danno, una lunga procedura per gli appalti. E' un meccanismo difficile da rompere e se ne esce soltanto con una riforma». Lucia Annunziata ha scritto un libro su Sarno, «La crepa»

Persone citate: Lucia Annunziata, Mancini, Sarno

Luoghi citati: Avellino, Italia, Pompei, Roma, Salerno