L'Alcea vuole l'acqua di Genova

L'Alcea vuole l'acqua di Genova Offensiva della società romana che punta anche sulla telefonia L'Alcea vuole l'acqua di Genova Opa da480 miliardi su De Ferrari e Nicolay MILA.N0 L'Acea muove alla conquista degli acquedotti genovesi. Ieri, infatti, l'Acqua Italia, società controllata al 60% dalla municipalizzata capitolina (contro il 30% di Impregilo e il 10% della Rimorchiatori Riuniti) ha lanciato un'offerta pubblica d'acquisto sull'Acquedotto De Ferrari, antica cassaforte delle grandi famiglie genovesi, e della controllata Nicolay. L'offerta riguarda la totalità dei titoli, con le seguenti modalità: per il De Ferrari 6,72 euro per le ordinarie (contro una quotazione della vigilia di 7,124 euro), e 2,33 per le risparmio (contro 2,653), per la Nicolay 2,59 euro per le ordinarie (contro 2,693). L'Acquedotto De Ferrari è stato quindi valutato poco meno di 200 milioni di euro contro i 40 circa del Nicolay (per un totale vicino ai480 miliardi di lire). I tìtoli delle due società sono stati sospesi fino al termine della seduta dalla Consob; le azioni dell'Acea hanno registrato una flessione pari all'i,15%. Si tratta, almeno per quanto riguarda la capofila, di una valutazione inferiore alla quotazione di Borsa che, però, il presidente di Acea, Fulvio Vento, ha giudicato «congrua» sottolineando tra l'altro «l'aspetto amichevole dell'operazione». Nella cordata, infatti, figura la Rimorchiatori Riuniti, che già conta il 25% del capitale De Ferrari Galliera e, di recente, è balzato al terzo posto tra i soci del Nicolay con il 23%, grazie ad acquisti in Borsa e l'acquisizione di un pacchetto dalla-Profit Holding. Finora la Rimorchiatori Riuniti ha governato la De Ferrari grazie al patto di stabilità sancito dopo la lunga lotta con i cugini dell'Alliga, l'ex municipalizzata ligure, assieme due parinere forti del 20% ciascuno: un gruppo di famiglie liguri (tra cui Messina] Passadore; Carli) e il colosso francese V\vendi^ch8 pure con_!8ÉuQjyj£§Erari, MHHHR* Nicolay. Proprio la reczione.deHà società transalpina, una delle più dinamiche multiutilities europee, attiva in tutti i servizi sul territorio (acqua ma anche tv e telefonia mobile) sembra rappresentare l'unica incognita del blitz dell'Acea e dell'Ini- pregilo. Doppo l'approvazione della legge Galli, che rende possibili accordi di partenariato tra enti locali e gruppi privati, è infatti partita la corsa alle acquisizioni. I primi a muoversi sono stati i francesi di Lyonnaise des Eaux, che hanno sioglato un'intesa con ileomune di Arezzo. Vivendi, intanto, già dispone di 5 controllate nella Penisola (con un fatturato complessivo superiore ai 100 miliardi) oltre alle partecipazioni di minoranza negli acquedotti genovesi e in Acque Potabili Torino, altro terreno di confronto con Acea. Pochi giorni fa, infatti, l'Acea ha infatti annunciato l'intenzione di crescere in Acque Potabili, la società torinese del gruppo Eni quotata in Borsa di cui il gruppo guidato da Paolo Cuccia e Fulvio Vento controlla già il 10,69% (con un esborso di 17 miliardi). L'obiettivo è di toccare quota 19%. E non va trascurato che sul fronte dell'acqua si stamuovendo anche l'Enel di Franco Tato che insiste nell'obiettivo di rilevare dal Tesoro i! controllo dell'Acquedotto Pugliese, di quello lucano e di quelli dell'ec Cassa per il Mezzogiorno. Nel mondo delle Utilities è in vista un confronto su più fronti. Entro l'Epifania, ha confermato Fulvio Vento, vedrà la luce l'alleanza tra la stessa Acea, l'Aem di Milano e quella di Torino per dar vita ad un polo elettrico comune. lu.b.l

Luoghi citati: Arezzo, Genova, Italia, Messina, Milano, Torino