Tangenti Atm, il pm a sorpresa chiede una raffica di assoluzioni di Paolo Colonnello

Tangenti Atm, il pm a sorpresa chiede una raffica di assoluzioni Conclusa la requisitoria: no alla condanna per Tognoli e Piilitteri Tangenti Atm, il pm a sorpresa chiede una raffica di assoluzioni Paolo Colonnello MILANO «E' la montagna che ha partorito un topolino. Se non fosse stato per il risarcimento integrale del danno, i cittadini ci avrebbero rimesso anche i soldi delle spese processuali». Seduto su una panca fuori dall'aula del tribunale, l'avvocato Giampiero Biancolella, legale di parte civile per l'Azienda Municipalizzata trasporti, commenta con amarezza quello che ormai può considerarsi l'epilo- §o di una delle prime inchieste i Mani Pulite: le tangenti pagate per le forniture degli autobus all'Atm. Perché se è vero che questo processo, dopo quasi 8 anni ancora in primo grado, si chiude con un risarcimento record nella storia delle inchieste su tangentopoli con oltre 30 miliardi restituiti sull'unghia dalle società appaltataci che avevano fornito gli autobus alla città, è anche vero che tutto il baccano che accompagnò la nascita di questa indagine, tra le più importanti di Mani Pulite, finisce adesso in una bolla di sapone. Nell'udienza di ieri infatti, il pubblico ministero Paolo Ielo ha concluso la sua requisitoria chiedendo clamorosamente che gli ultimi imputati politici rimasti nel processo, ovvero gli ex sindaci socialisti di Milano Carlo Tognoli e Paolo Piilitteri e l'ex vicesindaco comunista Roberto Camagni, venissero assolti dall'accusa di riciclaggio. Erano stati chiamati in causa da un'unico correo: troppo poco per chiedere al tribunale di emettere un verdetto di condanna. Anche se i correi si chiamano Maurizio Prada, ex segretario cittadino della De (ha restituito 7 miliardi e mezzo) e Sergio Radaelli, ex consigliere d'amministrazione Cariplo, ex amico di Antonio Di Pietro, ex, si scrisse all'epoca, "collettore" delle mazzette tar: gate psi (ha restituito 8 miliardi e 600 milioni). In aula ai sono Il pub«Gli exin cauTroppun ver ben guardati dal venire a ripetere le loro accuse e adesso potrebbero uscire dal processo con il minimo dei danni: Prada con una prescrizione e Radaelli con un patteggiamento già condonato. Per gli altri dodici imputati rimasti (altri 35 avevano patteggiato nelle precedenti udienze), il pm ha chiesto l'applicazione delle attenuanti generiche che hanno fatto scendere a sette anni e mezzo i termini della prescrizione, determi- nando quindi la cancellazione del reato di corruzione contestato. Alla fine l'unica richiesta di condanna è stata presentata per il misconosciuto Filippo Tartaglia, all'epoca consigliere d'amministrazione della municipalizzata e reo confesso: due anni e due mesi di reclusione per corruzione, sospesi ovviamente dalla condizionale. E' stato l'unico a non aver voluto far fronte al risarcimento richiesto come condizione per uscire indenni dal processo. Come si spiega questa fine apparentemente ingloriosa dell'inchiesta che aveva fatto tre¬ mare i vertici di partiti milanesi e delle più importanti aziende di produzione (Fiat, Abb Face Standard, Edilmediolanum, Ansaldo, Gamma Bus, Cogefar, Broda...) italiana? Il pm Ielo ha spiegato ieri che le sue richieste m realtà non tradivano ia verità dei fatti e le responsabilità accertate di quasi tutti gli imputati. Ma ha anche ricordato che sono passati 5 anni dal rinvio a giudizio, spesi in trattative per i riti alternativi e continui cambi del collegio giudicante, minati infi ne dalle riforme come quella su! 511 in grado di cambiare le regole nel corso della partita. Una menzione speciale per l'imputato Prada: «Più che le sue parole, ad essere attendibili sono stati i suoi silenzi...». Alla fine della requisitoria Piilitteri ha definito «molto onesta» l'analisi del pm, mentre Tognoli non ha voluto commentare «Preferisco prima aspettare la sentenza». Ricordate? Era l'aprile dei 1992: Tognoli e Pilli t te ri, considerati fino allora intoccabili, loro malgrado regalarono ai posteri l'immagine più emblematica di quel periodo, presentandosi pallidi e confusi davanti a una torma di giornalisti per annunciare la loro iscrizione sul registro degli indagati della procura. La gogna mediatica non ebbe pietà. La giustizia invece, dopo sette anni, ha deciso diversamente. Saluti e baci dalla Milano da bere. Il pubblico ministero Ielo: «Gli ex sindaci chiamati in causa da un solo correo Troppo poco per emettere un verdetto sfavorevole» Due ex sindaci socialisti di Milano A sinistra Carlo Tognoli qui accanto Paolo Piilitteri

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