Fossa: non serve andare alle urne di Roberto Ippolito

Fossa: non serve andare alle urne La Cónfindustria preme per una soluzione urgente: «Senza una riforma elettorale si rischia l'instabilità» Fossa: non serve andare alle urne Cantarella: la crisi non è un buon segno Roberto Ippolito ROMA Sconsolato. Ma forse ancora di più disorientato. Guidalberto Guidi, consigliere incaricato per il centro studi della Cónfindustria, di fronte alla minaccia di crisi del governo di Massimo D'Alema, riconosce: «Iò ancora non ho capito quello che è successo, perché succede e cosa succederà domani». Incalza il presidente Giorgio Fossa: «La gente non ci capisce niente». Lo sconcerto degli imprenditori per gli scossoni della politica trapela in mattinata nel palazzone dell'Eur sede della loro associazione dove si svolge il ..urinario di previsione sull economia italiana. Seminario che rivela come l'Italia sta facendo qualche passo avanti, ma la crescita è molto più lenta rispetto alla media europea. E ali [ora lo sconcerto cede il posto allo sconforto, quando nel pomeriggio si riunisce il direttivo della Cónfindustria. Ed è Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat, a ricordare che la stabilità serve per garantire competitività sui mercati internazionali: «La crisi - spiega Cantarella - rischia di farci scivolare più indietro nei confronti degli altri Paesi europei». Perciò bisogna preoccuparsi della stabilità: «Credo sia un obiettivo che si debba anteporre a qualunque tipo di preoccupazione», osserva l'amministratore delegato della Fiat. La stabilità minacciata è, insomma, invocata dagli imprenditori essendo la premessa di azioni efficaci a sostegno dell'economia italiana che rincorre l'Europa. «In un Paese che ha gravi problemi di competitività e che ha come obiettivo fondamentale la lotta alla disoccupazione, non avere stabilità politica non è certo un buon segno», aggiunge Cantarella. A suo giudizio, «il recupero. ,di competitivita e necessario per ridare slancio al Paese e aprire i tavoli di discussione per rilanciare lo sviluppo e avviare le riforme necessarie». Si tratta di temi, fa notare Cantarella, che «sono stati evidenziati dal documento» sulla competitività presentato a novembre dalla Cónfindustria e che «sono stati ribaditi anche dal presidente Fossa» in mattinata. Ma per gli imprenditori il divario fra le esigenze e la capacità di risposta delle politica è enorme: «Con questo balletto non si può andare avanti. Il Paese si sta distaccando dalla politica», dice Fossa. Il presidente della Cónfindustria osserva che il dibattito è ormai «confinato ad uso esclusivo dei palazzi della politica e non è rivolto a impostare un rilancio dell'azione sui problemi concreti». E oggi, con il rischio dell'ennesima crisi di governo, per le aziende tutto diventa più incer- to: «La stabilità politica è una componente importante per competere e un Paese senza un governo parte certamente con un handicap», sintetizza Guidi. Sin da martedì pomeriggio, con un secco comunicato ufficiale, la Cónfindustria ha indicato co¬ me colpevole della fragile e breve vita dei governi la legge elettorale che applica solo m parte il sistema maggioritario che dà maggiore forza alla coalizione vincitrice. Sollecitando un'accelerazione del confronto politico per andare oltre la crisi e ricordando che il «Paese ha comunque bisogno di essere governato». Fossa ribadisce che «uno dei primi compiti che i politici dovrebbero portare avanti in questo momento è quello di una riforma elettorale: senza una riforma qualsiasi nuova tornata potrebbe ricreare le situazioni già vissute dei governi negli ultimi sette-otto anni, a causa del fatto che anche piccole componenti possono decidere le sorti dell'esecutivo». In sostanza, elezioni anticipate «potrebbero non servire». Per gli imprenditori non avrebbe senso nemmeno rimettersi al giudizio dei cittadini in mancanza di una legge elettorale che consenta l'emergere di una maggioranza forte, quindi stabile e non sottoposta a pressioni e umori delle forze minori. L'attuale legge elettorale, ricorda Fossa, «non è ir «rado di generare quadri politici stabili necessari per imprimere un'accelerazione al processo delle riforme». Con la maggioranza debilitata e una legge elettorale che fa acqua è impossibile immaginare «come se ne esce», afferma il vicepresidente Pietro Marzotto, sicuro solo di quanto sia brutta la situazione attuale: «E' un gran casino», sbuffa. L'ammistratore delegato Fiat: «Abbiamo problemi gravi di competitività e occupazione Ci servirebbe stabilità» Il presidente degli imprenditori «Il Paese ha comunque bisogno d'essere governato Dovete accelerare il confronto» L'amministratore delegato della Fiat Paolo Cantarella

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