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Caso Trevitetex Caso Trevitetex Indagini anche al Sanpaololmi MILANO Si allarga alle banche l'inchiesta sul fallimento del gruppo Trevitex dei fratelli Dalle Carbonare. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finiti alti dirigenti di un gruppo di sette banche che avevano costituito un comitato che seguiva le vicende del gruppo. Nei giorni scorsi, i militari del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, nel corso degli accertamenti sulle banche del comitato, su disposizione del Pm Alfredo Robledo hanno perquisito alcuni uffici dell'Istituto bancario Imi-San Paolo di Torino e hanno consegnato un'informazione di garanzia per concorso in bancarotta a Luigi Maranzana, uno dei due amministratori delegati dell'istituto. Ma nel registro degli indagati della Procura di Milano ci sarebbero anche i nomi di dirigenti di altre banche. La Trevitex, prima del fallimento, era il secondo gruppo tessile italiano. Entrò in crisi nel 1993 quando era esposto per oltre 1.100 miliardi di lire. La storia della Trevitex finì nel '95 con un fallimento da 860 miliardi. Del comitato di banche che seguì le vicende del gntppo faceva parte anche ! allora Istituto San Paolo di Torino, del quale Maranzana era un alto dirigente all'epoca dei fatti. Ma le banche che rimasero coinvolte nelle vicissitudini della Trevitex erano alcune decine. Nell'aprile del '97 per questa vicenda furono arrestati Pieraldo Dalle Carbonare e suo fratello Sebastiano, per bancarotta fraudolenta. Nell'ambito dell'inchiesta, la magistratura milanese aveva disposto il sequestro delle azioni del Vicenza Calcio, ritenute un cespite distratto dal fallimento. Successivamente il Vicenza fu messo all' asta e venduto a una società inglese. Luigi Maranzana, che all'epoca dei fatti oggetti dell'inchiesta eia vicedirettore generale con la delega per il settore «corporate», non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. In ambienti vicini al Sanpaolo si fa comunque notare che tra le sette banche creditrici della Trevitex (fra le quali figurano Credito Italiano, Cariverona e Carivenezia) riunite nel comitato, l'istituto torinese era il meno esposto, vantando crediti per una dozzina di miliardi, pari a circa l'l% dell'esposizione totale dell'azienda tessile.