Anche mezza Italia contagiata dal granfie «flop» del millennio di Gabriele Beccaria

Anche mezza Italia contagiata dal granfie «flop» del millennio I tour operator in allarme. Le mete preferite per Capodanno saranno Valle d'Aosta, Emilia e le città d'arte Anche mezza Italia contagiata dal granfie «flop» del millennio Gabriele Beccaria A Londra si disperano perché il cupolone del «Millennium Dome» resterà semi vuoto. A San Francisco hanno cancellato due maxifeste all'aperto perché sarebbe stato malinconico stappare champagne senza la calca dei momenti storici. A Mosca niente celebrazioni vista la crisi economica e la guerra cecena. L'arrivo del Duemila si annuncia con un flop mondiale. E che anche in Italia non tiri aria di follie a tutti i costi si capisce subito: una settimana a Shann el Sheik si svende per 1.590.000, a Cuba per 2.330.000, in Messico per 2.900.000. Proposte di Viaggi In Borsa, «cali center» per offerte speciali e ultimo minuto. «I tagli ai viaggi di Capodanno toccano in questi giorni anche il 50%», dice dall'agenzia romana Carlo Locchi. E saltando da un'agenzia all'altra, si scopre che la scarsità di turisti spingerà ancora al ribasso. Ogni giorno che ci avvicina al 31 offre nuove (e irresistibili) occasioni. A chi vuole vivere alla grande il trapasso del Millennio non resta che aspettare ancora. Nervi saldi. Le feste migliori saranno «last minute». Anziché agli sconti la corsa doveva essere al posto in prima fila. Da mesi incombeva il martellamento massmediatico, che si era piegato alla potenza del marketing. «Così alberghi e linee aree hanno gonfiato le tariffe e i tour operator sono stati costretti a mettere insieme pacchetti via via più esosi, finché la gente ha cominciato a fuggire», osserva sconsolato Antonio Tozzi, presidente della Fiavet, la federazione delle agenzie turistiche. «Gli eccessi hanno creato un disorientamento collettivo», aggiunge Massimiliano Vavassori, del centro studi del Tei, il Touring club italiano. «Conseguenza: invece del boom di prenotazioni per l'estero succede che il 75-80% degli italiani celebrerà tra le mura domestiche o comun¬ que non lontano». Il pienone è limitato a poche zone. Valle d'Aosta ed Emilia Romagna sono i due poli che hanno saputo riempire hotel e ristoranti e anche in Maremma, sulla costiera amalfitana e nelle solite «città d'arte» si sorride. Dall'altra parte del mondo, pure isole Fiji, Australia e Nuova Zelanda si affolleranno di mini-tribù di italiani danarosi. Ma tra i due estremi - l'economica gita mordi-e-fuggi a poca distanza e la plurimilionaria trasvolata di un giorno e mezzo e più - incombe il quasi vuoto. Che significa: fallimento clamoroso per chi voleva straguadagnare e impensabili chances per tutti gli altri. A 17 giorni dall'ossessionante momento X c'è posto per Usa, Messico e Caraibi e le disponibilità non mancano per Bangkok e Bali. «I tour operator spingono poi per il Mar Rosso e molte città europee», sottolinea Marco Falsarella del Tei. Se Londra è prossima al tutto esaurito, festeggiare a Praga si può ancora, a poco più di un milione. «E se Parigi è da considerare off limite e la Costa Azzurra quasi, perché non approffittare di Vienna e Stoccolma?». A questo punto la fatica consiste nel cercare, confrontare e decidersi. «Un altro paradosso - dice Vavassori - sta nel fatto che spesso scarseggiano le informazioni sugli eventi in programma: molte città italiane non hanno saputo fare adeguata opera di pi-erre». Chissà, forse una festa non male è proprio a due passi da casa. Intanto, nella confusione la maggior parte - almeno per ora - rinuncia. «E non pochi hanno deciso che Capodanno sarà l'occasione per riunirsi in famiglia», si consola Fulvio Ognibene, segretario dell'Atoi, l'associazione dei tour operator. Perfino lo spiritualismo tanto di moda contribuirà al mezzo flop. E poi ci sono 12 mesi per agganciare al Duemila qualche avventura. Meglio partire subito, il pienone potrebbe cominciare a gennaio.

Persone citate: Antonio Tozzi, Carlo Locchi, Fulvio Ognibene, Massimiliano Vavassori, Vavassori