Prima breccia a Grozny assediata

Prima breccia a Grozny assediata A meno di 6 giorni dalle elezioni per la Duma, il Cremlino punta a una vittoria militare che pesi nell'urna Prima breccia a Grozny assediata Ma igenerali russi rimandano l'attacco finale Giuliette. Chiesa inviato a MOSCA A meno sei giorni dalle elezioni della Duma, l'armata di Putin ha messo la zampa dentro la capitale cecena. Non è ancora la conquista, ma il suo preludio. L'offensiva tfìnale» vera e propria, quella che consentirà al Crernlino di presentare agli elettori la «vittoria», con tutta probabilità avverrà nei prossimi giorni, certo prima che gli elettori, domenica mattina, si apprestino a andare a votare. Ma ieri ci sono state le prime scaramucce dentro la città: scambi di colpi tra le scolte russe che da giorni s'infiltrano dentro Grozny per andare a vedere da vicino le fortificazioni, i nascondigli, la dislocazione dei ribelli. E, a quanto affermano fonti militari, in alcuni incroci all'ingresso nord di Grozny i russi si sarebbero già installati e fortificati. L'ordine dell'assalto finale non è però ancora partito e non lo sarà, con tutta probabilità nelle prossime 40 ore. Dentro Grozny, infatti, ci sarebbero ancora almeno 6000 armati ribelli. E entrarvi in traeste condizioni fostituirebbe un rischio molto elevato - per i russi - di lasciare sul terreno diverse centinaia di morti e qualche centinaio di carri armati. Dunque il comando russoandrà avanti come ha fatto fino ad ora : passi lent issim i tra rovino deserte che fanno seguito à bombardamenti a tappeto, con l'artiglieria e l'aviazione. Ieri i russi hanno conquistato Shali, la penultima (prima di Grozny) delle città cecene. In questo caso all'assedio ha fatto seguito una trattativa con gli anziani della città, in base all'alternativa netta: o vi liberate voi stessi dei terroristi, e ci consentite di entrare in Shali senza colpo ferire, oppure radiamo al suolo la città. Gli anziani di Shali hanno mandato via i ribelli. Ma a Grozny la situazione è diversa. Secondo fonti governative russe, in città ci sarebbero ancora «tra 8 mila e 35 mila civili». In queste condizioni Mosca, già sotto pressione da parte occidentale perchè la smetta, non può procedere a un bombardamento a tappeto. Grozny è ormai un cumulo di rovine, ma nelle cantine migliaia di persone rimangono e rimarranno, nonostante il governo russo abbia proclamato, a partire da sabato - giorno della scadenza dell'ultimatum - l'apertura di sei «corridoi di salvezza». L'obiettivo del Cremlino sembra essere quello di conquistare Grozny evitando di massacrare altre migliaia di civili, cioè di esporsi a nuove critiche della comu¬ nità internazionale. Ieri Mosca ha annunciato il prolungamento della tregua nei bombardamenti dalle 8 alle 16, appunto per invitare i civili ad andarsene. Ma a quanto pare solo poco più di duemila persone hanno fatto uso di qualcuno dei sei corridoi. Anche perchè, come riferiscono le fonti cecene, dentro la capitale sono rimasti in prevalenza anziani e don¬ ne che letteralmente non sanno dove andare e cho temono comunque di morire anche fuggendo. Il rappresentante ufficiale dell'Osce, Knut Vollebaek, ha potuto ieri raggiungere prima la capitale del Daghestan, Makhachkalà, e poi l'Ingushetia, dove si trovano oltre 200 mila civili ceceni fuggiti ai combattimenti. Ha potuto perfino entrare in territorio ceceno fin nelle retrovie dell'armata russa. Gesto di cortesia da parte dei generali di Mosca, ma niente di più. Nessun cessate il fuoco, come egli aveva chiesto. Questi piccoli segnali di «moderazione», da parte del Cremlino, non dovrebbero tuttavia trarre in inganno. Gli uomini di Boris Eltsin andranno fino in fondo, per la semplice ragione che la vittoria è loro indispensabile per ragioni politiche. Il premier Vladimir Putin ha ripetuto che «gli obiettivi saranno raggiunti ». E il ministro degli esteri Ivanov si appresta a partecipare alla riunione dei ministri degli esteri del G-8, a Berlino, giovedì e venerdì prossimi, difendendo la linea dura. La diplomazia russa ha reagito con estrema irritazione alle dichiarazioni del generale Wesley Clark, comandante supremo della Nato, che ha accusato la Russia di fare «in Cecenia quello che Milosevic cercava di fare in Kosovo». E, seguendo la linea dei trionfi, che il Cremlino pensa gli porteranno voti, ieri si è giocata la partita del pilota caduto in territorio nemico e infine trionfalmente liberato. Meglio che nel film holliwoodiano «Wag the dog», il pilota del Su-25, abbattuto lunedì, è stato recuperato ieri. Perdendo uno, o forse due elicotteri, con sei morti. Ma di questi le televisioni del Cremlino preferiscono parlare poco. I soldati si sarebbero già installati e fortificati nella periferia Nord della capitale cecena Ieri il rappresentante deU'OsceVollebaek ha visitato .e retrovie dell'A' ita, senza ottener :a tregua - 4$ i- Un soldato russo scrive su un razzo: «Per Grozny», prima di caricarlo su un lanciarazzi mobile posizionato accanto al villaggio di Novolakhskoye, al confine tra Cecenia e Daghestan GROZNY STRETTA D'ASSEDIO te avanguardie federali sunno entrando a Gromy. finora i russi hanno combattuto in scontri isolati contro i separatisti ma stanno preparando un'invasione su vasta scala della cittì '//// Z°n(0"uP2te dalle truppe russe RUSSIA loxcfofc Il presidente dell'OSCE, Knut Vollebaek, ha intrapreso la sua missione di ispezione e controllo della situazione cecena / .AkMrurt- Kara-Bulak Nairan GEORGIA I russi hanno ritrovato e soccorso il pilota dell'aereo abbattuto lo scorso lunedì nei pressi di Shatoi

Persone citate: Boris Eltsin, Ivanov, Knut Vollebaek, Milosevic, Vladimir Putin, Wesley Clark