Trasloco inutile, «bruciato» mezzo miliardo

Trasloco inutile, «bruciato» mezzo miliardo >S. SODDISFATTI I DIRIGENTI DfaLLE COMPAGNIE STRA Trasloco inutile, «bruciato» mezzo miliardo / Tir riportano indietro il materiale caricato il giorno prima reportage Gì ■ ■ i. ' ■<{ - ■ ■■■■ li unici che non si spostano di un centimetro, sono i sindacalisti del Sulta Cub. Avevano indetto uno sciopero di 24 ore per bloccare Linate e Maipensa, lo confermano malgrado la precettazione dei prefetti di Varese e Milano, anche a costo di darsi tutti malati. Ma l'agitazione di oggi dei 450 iscritti al sindacato autonomo, sembra l'ultimo dei problemi per i due aereoporti milanesi, dopo il no da Bruxelles al trasferimento previsto dei voli da Linate a Maipensa, dopo le perplessità del ministro dell'Ambiente Treu, dopo l'obbedisco del ministro dei Trasporti Treu che arriva in serata. Esultano le compagnie straniere, che avevano fatto di tutto per bloccare il trasferimento dei voli. «Eravamo pronti a fare scoppiare un incidente a livello internazionale, adesso riapriamo il confronto con le autorità italiane», dice Osvaldo Gammino, capo scalo della compagnia belga Sabena e rappresentante delle linee straniere. Ed esultano anche i comitati degli abitanti dei paesi della zona, sorvolati a più non posso dai jet a bassa quota. «Altri voli sulle nostre teste, sarebbe stata una catastrofe... Adesso riparliamo di impatto ambientale, rivediamo la ripartizione delle rotte come dice il ministro Ronchi», non si trattiene Marina Ughetti, dei Comitati Ovest Ticino. Resta da vedere che cosa faranno i 5000 passeggeri previsti per i 62 voli con destinazione Amsterdam, Birmingham, Francoforte, Londra, Madrid e Parigi, che avevano già il biglietto con la stampigliatura Maipensa e invece, se vorranno volare, dovranno andare a Linate. Alla Lufthansa la fanno facile: «Alle 7 e 05 partirà il primo volo per Parigi». All'Alitalia danno un numero verde 147865643 - e sperano che non ci siano troppi disguidi. Alla Sea, la società che gestisce Linate e Maipensa, sono invece pronti a disfare in una notte, ciò che era stato approntato da giorni. Drammatico, il primo commento dei vertici dell'aereoporto milanese, che pure erano andati davanti al Tar del Lazio, per non bloccare i trasferimenti: «Avevamo già spedito 163 lettere ad altrettanti dipendenti di Linate, perchè prendessero servizio a Maipensa, metà erano destinati ai check-in, metà ai servizi nei piazzali. Avevamo già trasferito novantasette mezzi, tra bus, carrelli, scale, trattori... E adesso?». E adesso, come in una partita a Risiko, si fa marcia indietro. Di notte, perchè non c'è tempo. Telefonando uno ad uno ai 163 dipendenti. Con i Tir che avevano portato il materiale a Maipensa, che rifanno la stessa strada in senso inverso. Costo dell'operazione, 500 milioni. Metà per portare tutto a Maipensa, l'altra metà per ripartire da capo, dallo stesso punto dove erano iniziate.le polemiche. Dalla Sea assicurano: «Faremo di tutto per ridurre i disagi ai passeggeri». Ma a disagio in queste ore, si trovano anche i politici schierati tutti contro tutti. Il capogruppo dei Ds a palazzo Marino, Walter Molinaro, tira sul sindaco Albertini: «Quello che ha combinato è un pasticcio. Deve dimettersi». Il consigliere comunale di Forza Italia Livio Caputo, vuole invece la testa dell'amministratore delegato di Sea Tommaso Quattrini «E' andato davanti al Tar del Lazio, schierandosi contro il Comune di Milano che detiene l'84% di Sea. E' più interessato al governo e alle sorti dell'Alitalia, che non alla situazione aereoportuale milanese». Il sindacò Albertini per ora tace. L'assessore ai Trasporti, Goggi, si dice soddisfatto. E il presidente della Regione, Roberto Formigoni, spera che non siano perse tutte le speranze sul rilancio di Linate: «La Ue ha accolto la nostra proposta, il ministro Treu ha fatto bene ad accettare l'invito di Bruxelles, ma adesso si stabilisca un limi¬ te di tempo, massimo sei mesi, per studiare lo sviluppo internazionale di Maipensa e quello di Linate a city airport». Sei mesi che a questo punto potrebbero essere niente, nella storia infinita di Maipensa 2000, il grande scalo internazionale per Milano e tutta la Lombardia di cui si era iniziato a parlare negli Anni '60 ma che era stato inaugurato effettivamente solo il 25 ottobre dell'anno scorso. Con le compagnie straniere che non volevano finire a Maipensa temendo di essere penalizzate dalla concorrenza di A1 italia e Klm, con i lavoratori che non accettavano di spostarsi di sessanta chilometri, con le autostrade che non erano pronte, le valigie che non si trovavano e nessuno tra i passeggeri che sapeva con certezza se il suo volo sarebbe partito da Linate oppure da Maipensa. Esattamente come questa mattina. Cinquemila passeggeri avevano già il biglietto con la stampigliatura dello scalo varesino e ora non sanno da dove debbono partire Il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi è soddisfatto per l'intervento della Cieche ha bloccato il trasloco delle partenze internazionali da Linate a Maipensa 2000