UN PAESE CHE NON SA VOLARE

UN PAESE CHE NON SA VOLARE UN PAESE CHE NON SA VOLARE Carlo Bastasln LA lettera di Bruxelles che ha bloccato il trasferimento dei voli a Malpensa è esplicita: il piano «lascia seri dubbi sul rispetto delle condizioni concordate e sulle prospettive di sviluppo e crescita del traffico a Malpensa. Esistono gravi incertezze sugli effetti delle assicurazioni fornite dalle autorità italiane» con cui Bruxelles vuole riaprire il dialogo. Ma con quali autorità italiane? Col ministro dei Trasporti di cui scredita le assicurazioni o col soddisfatto ministro dell'Ambiente? Col presidente degli industriali o col presidente della Sea? Col sindaco di Milano o quello di Roma? E, in fondo, con quale governo, visto che non si sa chi abiterà Palazzo Chigi tra un anno, tra un mese e nemmeno tra una settimana? Gli aeroporti di Berlino e Francoforte hanno piani di sviluppo già pronti per il 2015, mentre i viaggiatori milanesi non sanno da un'ora all'altra se partiranno da Malpensa o Linate. In dieci anni la spesa italiana per opere pubbliche è scesa a metà della media europea eppure i trasporti valgono il 5% del pil italiano e contano 1,1 milioni di occupati. I costi di trasporto sono il 12% del fatturato dell'industria. Quando si discute di competitività del sistema Paese si parla di capacità di affrontare questi nodi grazie a piani coerenti di lungo termine che, per il bene comune, non cadono ostaggio di polemiche di campanile. Ma l'unica cosa di «lungo termine» in Italia sono le inefficienze: il Codice di navigazione in vigore risale al 1942. E' allo studio la sua riforma da parte di una Commissione ministeriale. Se si dovesse pensare a chi ne farà parte tra un .anno, un mese, un giorno, non si troverebbe risposta.

Persone citate: Carlo Bastasln

Luoghi citati: Berlino, Bruxelles, Francoforte, Italia, Milano, Roma