Blobel, il futuro è della biomedicina

Blobel, il futuro è della biomedicina VENERDÌ' A STOCCOLMA LA CONSEGNA PEI PREMI NOBEL Blobel, il futuro è della biomedicina Regalerà la vincita (quasi un milione di dollari) a Dresda e a Fubine, il paese del Piemonte dove è nata sua moglie IL complimento che più gli ha fatto piacere, lo ha ricevuto la sera dell' 11 ottobre, durante la festa organizzatagli dalla moglie, Laura Maioglio, nel suo ristorante, il «Barbetta», 46esima strada, dove i newyorkesi hanno imparato a mangiare piemontese. "Bravo, caro sassone", gli disse l'amico Qais al-Awqati (iracheno), primario di nefrologia e professore al Colombia University. "Con questa stessa frase, inframmezzata ad applausi", sorride Guenter Biobel, "il pubblico veneziano usava acclamare Handel, durante il suo soggiorno in Italia, fra il 1707 e il 1709". Per Blobel, la musica è passione da sempre — Mozart prima di tutti, e Bach, Haydn, Handel, l'opera lirica — e la Sassonia, della quale è per famiglia originario, è rimasta punto di riferimento. Alle 5 di mattina di quello stesso lunedì, aveva saputo, per telefono, di essere stato insignito del premio Nobel per la Medicina, dal Karolinska Institute. Di primo acchito, credette a uno scherzo: "Capii che era vero solamente quando mi resi conto che nessuno dei mici amici e collaboratori avrebbe saputo così bene parlare inglese con accento svedese". Non se lo aspettava, prima o poi, il Nobel? "Mah. Da anni, me lo pronosticavano in tanti. Però il tempo passava e non succedeva mai niente". Ricevere il premio, prosegue, è stato "certamente meraviglioso, ma è la ricerca scientifica a essere, di per sé, esaltante. E' appassionante, stimolante". Di altri settori della scienza, Blobel dice di tenersi molto informato perché "in questo periodo parecchie discipline scientifiche mostranosempre più numerosi punti di contatto, e le aree di confluenza sono spesso le più interessanti, dove si fanno i maggiori progressi. Perciò, leggo molto di chimica e fisica, e anche di altre discipline non collogate con il mio lavoro, come l'astronomia". La biologia rimane, secondo lui, il settore che la scienza del 21 esimo secolo dovrebbe privilegiare: "Abbiamo la possibilità di realmente imparare a conoscere come lavorano le cellule; mano a mano sapendone di più, potremo intervenire su patologie oggi ritenute non curabili. Tutto ciò potrà consentire all'essere umano di vivere una vita non mortificata da quelle malattie". Nato il 21 maggio 1936 a Waltersdorf, allora in Germania, oggi in Polonia, Blobel si laureò in medicina a Tubingen nel 1960; nel '62 andò negli Stati Uniti, dove conseguì il dottorato in oncologia nell'università del Wisconsin, a Madison. Nel novembre del 1966 arrivò a New York, Rockefeller University, gruppo di studio guidato da George Palade, Nobel nel 1974 e, oggi, considerato uno dei padri della biologia cellulare. Ci sono state anche delusioni, in questi trent'anni? "Sì, ma come in qualsiasi altro lavoro — niente di speciale", risponde. La cellula, e i movimenti di proteine al suo interno, è stata al centro della sua ricerca, ma se invece di uno scienziato fosse stato un sociologo, quale fenomeno avrebbe catturato il suo interesse? "Il divario crescente fra ricchi e poveri. Credo che bisognerà fare molta attenzione a questo problema". Alla Rockefeller, Blobel trascorre la gran parte del suo tempo — ore lunghe, fino a tarda notte: "Il fatto che mia moglie abbia un ristorante e anche lei rientri tardi, ha facilitato molto la nostra vita coniugale". Negli spazi della più prestigioso istituto di ricerca degli Stati Uniti e forse del mondo, Blobel è in compagnia dei suoi cani. Li porta sempre con sé, li tiene in ufficio. Sono setter inglesi presi a Moncalvo: "Diana e Apollo vivono con noi da anni Il loro fratello, Pluto, ci ha raggiunto da poco: in Monfer rato, a caccia, non serviva granché, visto che si spaventava sentendo il fucile". Blobel e la moglie apparimi gono a "Save Venice", iniziati va internazionale per la salva guardia della citta; dal 1987, l'ente si autofinanzia con raccolte di fondi attraverso manifestazioni biennali, incontri intellettuali e mondani e stupendi ricevimenti in palazzi privati. Nel 1994, lo scienziato ha fondato un'altra associazione internazionale, "Amici di Dresda" (fra cui ci sono Holbrooke, David Rockefeller, Kissinger): scopo, raccogliere fondi per restaurare la città, distrutta nel 1945, e specificamente per ricostruire la Frauenkirche, la maggiore chiesa luterana locale, u cui stile richiama S. Maria della Salute di Vene- zia. A Dresda, detta la Firenze del fiume Elbe e più volte dipinta da Bernardo Bellotto, l'ente ha già consegnato più di 1 milione di dollari. Quasi tutto l'ammontare del Nobel (960.000 dollari) andrà alla Frauenkirche, una parte per ricostruire la sinagoga distrutta dai nazisti (Guenter, che non è ebreo, si rende ben conto dell'importanza di quest'opera), una piccola parte per restaurare il contro storico di Fubine nel Monferrato alessandrino. Ornella Rota Guenter Blobel, Nobel per la Medicina 1999, nel suo laboratorio a New York. Nato in Germania, è cittadino americano