Spierà i resti di stelle esplose

Spierà i resti di stelle esplose VENERDÌ' PARTE «XMM» Spierà i resti di stelle esplose Va in orbita un satellite con «occhi» ai raggi X NONOSTANTE il fallimento della missione su Marte, i prossimi saranno giorni di grandi imprese spaziali. Mentre la Nasa si appresta alla manutenzione del telescopio spaziale H un ble, a Kourou (Guyana francese) è tutto pronto per il quarto lancio di «Ariane 5», il nuovo razzo europeo che, superata la fase di qualificazione, venerdì inizierà con questo volo la vita operativa. Scopo della missione: mettere in orbita il satellite Xmm dell'Agenzia spaziale europea, lo strumento più avanzato per osservare l'universo nei raggi X. Per secoli gli astronomi hanno studiato ciò che si poteva guardare a occhio nudo o con l'aiuto dei telescopi. Ma, oltre alla luce visibile, i corpi celesti emettono altre onde elettromagnetiche: da quelle radio all'infrarosso, ai raggi ultravioletti, X e gamma. Negli ultimi decenni, gli scienziati hanno cominciato a scrutare l'universo anche con apparecchiature sensibili a queste frequenze ed è stato un po' come passare dalla visione di una pellicola in bianco e nero a quella di un film a colori. I raggi X permettono di osservare molto bene fenomeni di immane violenza, come l'esplosione delle supemovae, o i lampi d'ener¬ gia emessi dalla materia primardi- Snt di gravità di un buco nero. Ancora, consentono di vedere le "stelle vampiro": nane bianche o stelle di neutroni che divorano letteralmente gli astri troppo vicini, risucchiandoli. L'astronomia ai raggi X è figlia dell'astronautica. Queste radiazioni, infatti, sono assorbite dall'atmosfera ed è possibile osservarle solo dallo spazio. Dal 1970 a oggi, diversi satelliti artificiali sono stati impiegati a questo scopo. Tra questi, l'italiano Beppo-Sax, lanciato nel 1996: il primo capace di scandagliare l'intera banda dei raggi X, dalle basse energie sino alle più alte. Ultimo nato, Xmm ha obiettivi ambiziosi. Con i suoi dieci metri di lunghezza e un peso di 3,8 tonnellate è il più grande satellite scientifico costruito in Europa. Grazie ai suoi tre telescopi potrà vedere meglio e più lontano dei suoi predecessori. Una meraviglia tecnologica, che molti hanno paragonato all'osservatorio orbitale Hubbie. Al pari di questo, ha l'aspetto di un cilindro con due palmelli solari simili a delle ali, ma è più snello ed è ricoperto da un rivestimento protettivo nero e lucente. Per questa ragione i tecni- 'ci detl'Esa l'hanno ribattezzato affettuoslmèTiTèTiTacTrBe"auty,'soprannome bandito dai documénti ufficiali (è un peccato, perché suona assai meglio di quella sigla asettica che sta per X-ray Multi Mirrar). La caratteristica del nuovo satellite è di poter raccogliere in poco tempo una enorme quantità di raggi X provenienti da una sorgente nello spazio profondo. Un vantaggio importante, dal momento che la possibilità di osservare un corpo celeste dipende dalla capacità di accumulare una quantità sufficiente di radiazioni. Il merito è del particolare disegno dei tre telescopi. Ciascuno di essi racchiude 58 specchi concentrici, distanti pochi millimetri l'uno dall'altro, che formano una specie di cilindro. In realtà le pareti degli specchi sono leggermente curve, in modo da far convergere i fotoni verso un fuoco comune. Grazie a questo schema, lo strumento riesce a catturare il 60 per cento dei raggi X che entrano nel suo campo visivo. La superficie complessiva degli specchi (sottilissimi, sono in nickel con un rivestimento riflettente d'oro) è di 120 metri quadrati: più di un campo da tennis. Oltre alle apparecchiature ca¬ paci di registrare i raggi X, il ..S^elbte possiede strumenti per esaminare simultaneamente gli stessi oggetti nella luce ultravioletta, visibile e infrarossa. Il confronto fra le diverse immagini, infatti, può essere prezioso per il lavoro di astronomi e astrofisici. Non meno importante della tecnologia impiegata, è l'orbita in cui opererà il telescopio, che sarà fortemente ellittica, con il perigeo a settemila chilometri d'altezza e l'apogeo addirittura a 114 mila chilometri dalla Terra (poco meno di un terzo della distanza che ci separa dalla Luna). Questa traiettoria viene percorsa in 48 ore, 40 delle quali sono spese ben al di là della fascia di radiazioni ad alta energia che avvolge la Terra a circa 40 mila chilometri e che disturberebbe le osservazioni. Una volta nello spazio, Black Beauty sarà a disposizione degli scienziati di tutto il mondo per almeno dieci anni. Due lustri durante i quali, ha detto Fred Jansen, responsabile scientifico del progetto: "Sarà la punta di diamante dell'astronomia, lo strumento dal quale si attendono le scoperte più importanti". Giancarlo Riolf o Giorni di arancij imprese spaziali nonosla il fallimento della sonda, per Marte DX^enzia Spaziale l'uropeà lan-< la la sii;i.pni grande ìVAvn ella s( ìrntilk a. )(in''jliez/a IO metri. peso ( tonnellate / . Giorni di arancij imprese spaziali nonosla il fallimento della sonda, per Marte DX^enzia Spaziale l'uropeà lan-< la la sii;i.pni grande ìVAvn ella s( ìrntilk a. )(in''jliez/a IO metri. peso ( tonnellate IP- - *****'màxima 4 ^r^H

Persone citate: Fred Jansen, Giancarlo Riolf

Luoghi citati: Europa, Kourou