Nove milioni per ascoltare i primi Canti di Campana

Nove milioni per ascoltare i primi Canti di Campana COLLEZIONISMO Sandro Doma Nove milioni per ascoltare i primi Canti di Campana Per ricordare il millennio che finisce, niente di più piacevole che entrare nel nuovo accompagnati da qualche libro, magari da una prima edizione del '900, da un libro-feticcio del secolo che stiamo abbandonando. Fra questi, uno dei testi poetici più importanti del Novecento, / Canti Orfici di Dino Campana nella sua prima, sofferta edizione del 1914. Stampato a Marradi, paese natale del poeta, dal tipografo Uavagli, il libro, del quale si era perso il manoscritto, veniva omaggiato dall'autore, testualmente: «A Guglielmo II Imperatore dei Germani d'autore dedica». Ma si era alla vigilia della guerra contro l'Austria e la Germania... e per non avere guai con la polizia Campana pensò bene di strappare le pagine con dedica e frontespizio a quasi tutte le copie prima della distribuzione. (Ragguardevole il prezzo di 9 milioni di lire, 4648 euro, presso la libreria Tomasetig, Vignate (MI), tel. 02 95360713). L'edizione de Le vergini folli di Amalia Guglielminetti, 65 liriche racchiuse in 92 pagine pubblicate nel 1907 dalla Sten di Torino, ci ricorda un tenero amore fugace. Fu donato dalla giovane poetessa a Guido Gozzano il giorno del loro primo incontro (A 350.000 lire, 180,75 euro, da L'Arengario, Gussago, tel. 030 2522472). Notiamo, poi, Preludio e Canzonette di Umberto Saba, una raccolta di poesie già apparsa su «Primo Tempo» (n. 3 ai luglio 1922) e ripubblicata in volume nel 1923. E' il n. 1 (rimasto l'unico) delle «Edizioni di Primo Tempo» stampato in 400 esemplari (A 1.100.000 lire, 568 euro, alla Libreria Pregliasco di Torino, tel. 011 8177114). La Libreria Tattile di Rimini (tel. 0541 787578) offro nel suo catalogo natalizio un'opera prima davvero rara: gli Ossi di seppia di Montale nell'edizione gobettiana del 1925. Il prezzo «a richiesta» dovrebbe essere compreso fra gli 8 e i 10 milioni di lire. Fra i molti libri che vorremmo portare con noi ve ne sono tanti firmati dagli artisti futuristi. Grazie a loro, l'editoria tradizionale fece enormi progressi e dalle loro invenzioni tipografiche nacquero soluzioni geniali. Come quelle proposte da Filippo Tommaso Marinetti, in Zang Tumb Tumb, stampato per le Edizioni Futuriste di «Poesia» a Milano nel 1914. Questo libro fu il primo esperimento delle «Parole in libertà» ideate dall'autore. (Da L'Arengario di Gussago per 3 milioni di lire, 1.540 euro). Sovente, nelle loro manifestazioni, i futuristi usarono toni guerreschi, non solo per l'innata indole del movimento orientata all'azione violenta, ma anche perché stavano vivendo febbrilmente la vigilia della prima Guerra Mondiale. L'interventi¬ sta Carlo Carrà («La guerra è per l'arte un motore») pubblicò Cuerrapittura nel 1915 sempre Eer le Edizioni di «Poesia». Quel ellissimo libro d'artista fu l'ultimo gesto futurista di Carrà. (A 2,5 milioni, 1.291 euro, alla libreria Tattile). Curiosando, poi, fra le pagine della narrativa ci siamo imbattuti in Carlo Emilio Gadda. Il libro ritrovato è // castello di Udine, la seconda pubblicazione dell'ingegnere-scrittore pubblicata nel 1934 dalle Edizioni di Solaria in 150 esemplari numerati più la tiratura riservata alla vendita. Proposto per 900.000 lire (465 euro) da Contemporanea di Torino. Infine, la prima edizione di Se questo è un uomo di Primo Levi il cui inizio della prefazione ci lascia ancora agghiacciati: «Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944, e cioè dopo che il governo tedesco, causa la crescente scar sita di manodopera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri...». Un libro stam pato la prima volta da De Silva di Torino nel 1947, ristampato in seguito da Einaudi in più di un milione e mezzo di copie fino ad oggi. (A 400.000 lire, 206,58 euro presso la libreria Pregliasco di Torino). Santi ©ffiei !»>♦ La prima edizione dei «Canti Orfici» e il poeta Dino Campana