Via al contadino vero basta con quello assistito
Via al contadino vero basta con quello assistito Via al contadino vero basta con quello assistito Dimostrato a Seattle il valore delle istanze «paysanne» ma l'Europa è di nuovo andata al confronto senza una politica Carlo Petrini ALL'INIZIO di Ottobre ho intervistato per conto de La Stampa José Bove leader della Confederata Paysanne, consistente sindacato contadino francese. In quest'intervista Bove poneva fortemente l'accento sulla necessità di una potente mobilitazione in occasione della grande assemblea dei Paesi membri del Wto, in quel di Seattle. Organizzazioni contadine, movimenti ecologisti, associazioni del Sud del mondo, tutti impegnati a far valere le proprie istanze economiche e politiche. A cose fatte non si può certo dire che questa mobilitazione sia passata inosservata o che i grandi della terra non abbiano preso atto di queste diffuse rivendicazioni, fi non aver capito l'importanza di questo movimento è una delle componenti del sostanziale fallimento della conferenza; se poi si aggiungono le già difficili trattative tra l'Usa e l'Europa e le divisioni interno a quest'ultima, si capisce come l'opera di ricucitura sarà lunga e difficile. Le questioni agricole ed alimentari sono una delle componenti più rilevanti della trattativa. Transgenico, difesa dei prodotti a denominazione d'origine, rifiuto di carni agli ormoni sono argomenti caldi, di estrema attualità. La forza di un'opinione pubblica crescente allarmata da scandali come i polli alla diossina, si va orientando verso posizioni di netta chiusura verso gli organismi geneticamente modificati e di crescente domanda verso l'agricoltura biologica. La classe politica europea stenta a cogliere il potenziale dirompente di questa domanda tant'è vero che si è presentata a Seattle con poche idee e ben confuse. Da parte italiana, il ministro De Castro s'è fatto portavoce della difesa dei prodotti tipici a denominazione di origine, un obiettivo sacrosanto che va ben al di là degli accordi commerciali. In questa battaglia l'Europa mette in gioco un pezzo importante della sua identità e, ancor più importante, delinea una strategia per la rigenerazione del comparto agricolo. Da questo punto di vista la difesa ad oltranza degli attuali contributi di sostegno all'agricoltura può rappresentare la volontà di non cambiamento rispetto ad un sistema che ha già procurato notevoli danni. Contributi per produzioni non qualificate, di cui beneficiano minoranze di contadini e che, nel tempo, hanno creato una mentalità assistenziale e dequalificato la professionalità dell'agricoltore. Invece di difendere questi contributi la Comunità Europea dovrebbe avviare una fase di transizione sostenendo la riconversione verso la qualità dei prodotti, la difesa delle produzioni tipiche e tradizionali, lo sviluppo e d sostegno dell'agricoltura biologica. Questa consapevolezza è tutt'nitro che diffusa e la categoria dei beneficiatiti non intende cedere il campo. Peccato, perché la lezione di Seattle non è un fatto isolato e d'ora innanzi i governanti dovranno ascoltare questa galassia di associazioni e sindacati agricoli: l'averli sottovalutati è stata la causa di questa débàcle politico-diplomatica. SOSTIENE CARLIN OSTERIE D'ITALIA
Persone citate: Bove, Carlo Petrini, De Castro, José Bove
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