Di vetta in vetta: la Nord dell'Eiger, il K2, il Bianco, le Dolomiti della Grande Guerra

Di vetta in vetta: la Nord dell'Eiger, il K2, il Bianco, le Dolomiti della Grande Guerra Di vetta in vetta: la Nord dell'Eiger, il K2, il Bianco, le Dolomiti della Grande Guerra MONTAGNA Alberto Papuzzi ERA il 1938 quando la Nord dell'Eiger venne finalmente conquistata, dopo quattro tentativi a vuoto, costati la vita di otto alpinisti. Altri 14 moriranno nei successivi 25 anni. La storia di questa parete è stata raccontata da uno dei primi quattro salitoli, Heinrich Harrer, austriaco, del 1910, i cui successivi viaggi in Tibet sono stati l'occasione di un film con Brad Pitt. Parete Nord è stato pubblicato per la prima volta nel 1953, ora ritoma in un'edizione ampliata dall'autore (Mondadori, pp. 334, L. 32.000). 11 racconto alpinistico è organizzato cronologicamente, ma è filtrato attraverso l'esperienza dell'autore, per cui si carica di interpretazioni soggettive, che accentuano il fascino di una montagna così terribile da meritare anche un avvincente thriller con Clint Eastwood. Proprio questo film, diventato un cult-movie, Assassinio sull'Eiger, appare nell'incipit di un articolo dedicato alla Nord dell'Eiger dal giornalista alpinista Jon Krakauer, autore del best-seller Aria sottile. L'articolo apre una serie di scritti che Krakauer pubblicò su Outside e Smithsonian, raccolti in volume sotto il titolo II silenzio del vento (Corbaccio, pp. 209, L. 28.000). Il libro alterna storie drammatiche, come l'estate del 1986 sul K2, con pagine di ricordi, per lo più mossi da spirito autoironico. Come si è scoperto in Aria sottile, più che i fatti conta lo stile, perché Krakauer è un narratore di razza. Fedele all'appuntamento con il pubblico degli escursionisti, Zani- MONTAlbPap AGNA to zzi chelli ha mandato in libreria una guida illustrata, dedicata con felice scelta agli itinerari della grande Guerra, su Dolomiti, Pasubio e Altipiani e Grappa, e affidata a due specialisti come Paolo Bonetti e Paolo Lazzarin: 55 sentieri di pace (pp. 224, L. 54.0001.1 percorsi per visitare trincee, camminamenti, gallerie, vedette, postazioni, depositi sono presentati con informazioni tecniche, comprese difficoltà, tempi e dislivelli, mappe, fotografie, ma anche brevi note storiche, da Sepp Innerkofier ai sismografi ad acqua, dalla ricostruzione delle battaglie ai chilometri delle teleferiche. Il tutto è completato da un utile Dizionario Enciclope dico. Un libro che scotta è invece la ricostruzione di una vicenda agghiacciante, che ebbe per teatro il Monte Bianco fra il Natale 1956 e gli inizi del 1957, quando due giovani alpinisti, Francois Henry e Jean Vincendon rimasero intrappolati per otto giorni sul versante francese, mentre i tentativi di soccorrerli si concludevano con incredibili fallimenti. Naufragio sul Monte Bianco (Vivalda, pp. 339, L. 35.000) di Yves Ballu, autore di un'opera molto nota come Gli alpinisti, segue il modello del notifìction-novel, usando informazioni e testimonianze. Ma Walter Bonatti, coinvolto nel caso, ha visto nel libro un'interpretazione malevola del suo ruolo e ha attaccato Ballu in un aspro articolo sulla Rivista del Cai. Nella letteratura di viaggio, segnaliamo due titoli imparentati non solo con l'avventura ma anche con l'alpinismo: Ande Patagoniche di Alberto M. De Agostini (Vivalda, pp. 348, L. 39.000) e Polo Nord di David Hempleman-Adams (Piemme, pp. 410, L. 36.000). Il primo evoca audaci esplorazioni del passato, il secondo racconta un'impresa dei nostri giorni. 11 libro di De Agostini, pubblicato già negli Anni Quaranta, descrive esplorazioni nella Terra del Fuoco e sulla Cordigliera Patagonia fra il ' 16 e il '44, con straordinarie fotografie, riportando il lettore alle origini della moderna passione per il mondo australe, alùnentata da scrittori come Bruce Chatwin e Luis Sepùlveda. Quanto ad Hempleman-Adams, alpinista britannico capace di salire l'Everest e l'Aconcagua e di raggiungere da solo il Polo Sud, il suo hnro è il classico racconto di una spettacolare impresa: arrivare a piedi, senza assistenza, con un compagno norvegese, al Polo Nord, martedì 28 aprile 1998, dopo 55 giorni di fatica e coraggio.

Luoghi citati: Agna, Hempleman-adams, Tibet