Con le ultime due manovre everta di Raffaello Masci

Con le ultime due manovre everta Con le ultime due manovre everta Raffaello Masci ROMA le famiglie italiane stanno meglio e hanno quasi mezzo milione l'anno in più da spendere, i poveri sono diminuiti del 7% (200 mila famiglie) e le diseguaglianze di reddito si sono ridotte di circa mezzo punto percentuale. Il tutto in due anni e per effetto delle due ultime finanziarie: l'una voluta dal governo Prodi e l'altra da quello D'Alema. Certo, tutto si può discutere e anche l'elaborazione dei dati può essere soggetta a «interpretazioni politiche», ma se i numeri hanno e conservano un loro valore oggettivo, bisogna concludere che i governi del centro-sinistra hanno prodotto una politica sociale capace di mighorare la vita degli italiani, specie di quelli in condizioni di maggiore indigenza. A sostenere questo è uno studio del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) condotto insieme al centro di studi economici Ceis dell'Università di Roma II, e presentato ieri a Villa Lubin, a Roma, dal presidente del Cnel Giuseppe De Rita che prima ne aveva illustrato i risultati al Presidente del Consiglio. Il governo D'Alema, dunque, ha saputo dei soddisfacenti risultati della propria politica sociale proprio nel giorno in cui si parla delle sue possibili dimissioni. Ma tant'è. Il Cnel ha calcolato che gli effetti combinati delle finanziarie 1999 e 2000 (cioè di quella vigente e di quella che è in corso di approvazione) hanno introdotto una politica economica fondata su tagli, risparmi, recupero dell'evasione fiscale e riduzione della pressione (sia pur assai limitatamente per quanto attiene a quest'ultimo punto), tali da generare «un aumento di reddito medio annuo disponilbile per famiglia pari a 480 mila lire in termini reali, pari a + 1%». E non si tratterebbe - secondo il Cnel di una specie di «una tantum» a favore dei cittadini, ma di un «incremento premanente e strutturale» destinato a durare. «La sola manovra del 2000 - conteggia il Cnel - genera un aumento del reddito disponibile di 372 mila lire, pari allo 0,7 per cento». L'effetto di questa ridistribuzione del reddito ha influito positivamente sui redditi più bassi consentendo di «portare fuori della fascia della povertà oltre 200 mila famiglie, corrispondenti a circa 500 mila persone, ottenendo un miglioramento sia dell'equità orizzontale (interventi a favore di particolari tipologie familiari a parità di reddito) sia di quella verticale (interventi a favore delle famiglie a reddito basso). Nel complesso le famiglie povere si riducono - conclude il Cnel - di circa il 7%, pari a circa l'l% del totale delle famiglie italiane». Sul totale di quanti si sono affrancati dall'indigenza la metà è costituita da cittadini del Sud e il 30% (pari a 140 mila,unità) da bambini. A trarre vantaggio dalla politica sociale del governo sono state soprattutto le famiglie povere la cui «persona di riferimento» (quello che si chiamava una volta capo-famiglia) è un pensionato (riduzione della povetà del 10%) o una donna (riduzione del 7%). Gli effetti della sola manovra del 2000, in corso di approvazione, riducono il numero delle famiglie povere di circa 120 mila unità. «In termini di diseguaglianza dice infine il Cnel - questa si riduce nel complesso di circa mezzo punto percentuale». «Se le manovre degli ultimi due anni - ha concluso il prof. De Rita - impediscono lo sfilacciamento delle fasce più basse de1 corpo sociale» è anche vero che finora «abbiamo dovuto giocare col baricentro basso: una condizione necessaria per ritrivare l'equilibrio, ma non certo da scattista. Da adesso si pone seriamente il problema di finanziare l'espansione». Secondo il Cnel famiglie più ricche di 480 mila lire e il 2000 andrà meglio

Persone citate: D'alema, De Rita, Giuseppe De Rita, Lubin

Luoghi citati: Roma