Guerra tra i due padroni del Sudan

Guerra tra i due padroni del Sudan Il generale-presidente scioglie il Parlamento guidato dall'integralista islamico al-Turabi, che grida al golpe Guerra tra i due padroni del Sudan E il presidente eritreo a Roma: oppositori, approfittatene KHARTUM Resa dei conti in Sudan tra militari e islamisti, le due componenti del regime nato con il colpo di Stato del giugno '89. Il generale Omar al-Beshir, che guidò il golpe ed è oggi Presidente del Paese, ha imposto lo stato d'emergenza per tre mesi, sciolto l'Assemblea nazionale e fatto circondare la casa del presidente del Parlamento, Hassan al-Turabi, 69 anni, leader del partito islamico di governo «Congresso nazionale». La situazione a Khartum resta calma, anche grazie al Ramadan, il mese del digiuno islamico, ma l'esercito presidia comunque la città. In un comunicato diffuso dalla radio di Stato, Beshir ha accusato Turabi di aver fomentato «l'anarchia» e ha detto di aver agito «in difesa dell'unità e della sicurezza della nazione», per sanare «il dualismo nelle istituzioni dello Stato». Il colpo di mano servirà a «riportare la pace, e sono pronto a nuove concessioni e compromessi con le opposizioni», ha spiegato il generale, promettendo nuove elezioni in un prossimo futuro. Secondo gli osservatori, la mossa di Beshir sarebbe legata agli accordi di riconciliazione firmati il 15 novembre a Gihuti con l'ex premier Sadiq Al Mahdi, da lui rovesciato nell'89. Ed alla svolta non sarebbe estraneo il Presidente egiziano Hosny Mubarak, che pochi giorni fa ha parlato della situazione sudanese con il segretario di Stato Usa Madeleine Albright. Gli Stati Uniti hanno approvato recentemente l'invio di aiuti alimentari ai ribelli cristiano-animisti dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese, che dal 1983 combattono contro il governo centrale per ottenere l'indipendenza del Sud del Paese.

Persone citate: Hosny Mubarak, Madeleine Albright, Sadiq, Turabi

Luoghi citati: Roma, Stati Uniti, Sudan