Piccoli guru crescono: i sermoni di Robecchi di Bruno Gambarotta

Piccoli guru crescono: i sermoni di Robecchi RADIO & RADIO Piccoli guru crescono: i sermoni di Robecchi Bruno Gambarotta PICCOLI guru crescono. Le strisce quotidiane dilagano nell'etere. Su Radio Popolare per esempio c'è Alessandro Robecchi che tutti i giorni, dalle 7,40 alle 8 commenta da Milano gli avvenimenti in Piovono pietra. Politicamente schierato, espone le sue opinioni con eloquio martellante e incisivo, con sottolineature e ripetizioni di parole, più da predicatore che da satirico, con un'efficacia documentata dal dilatarsi della cerchia di ascoltatori che si passano la parola. Nei suoi sermoni c'è di tutto, da cose trite, come il tormentone su Bettino, alimentato dalla dimostrazione sulle vittime di Tangentopoli davanti alla Scala («M'hanno rubato l'idea! Socialisti?») a una lettura intelligente e trasversale di eventi scovati nelle pieghe riposte dell'informazione, con particolare attenzione al tema degli armamenti, sul quale Robecchi dimostra profonda competenza, come quando spiega composizione e funzionamento delle Obal Ilombs, quelle che servono a sterminare i topi e i eoceni. Per esempio: il professor Simpson ha rivelato che i servizi segreti americani, per passareal vaglio l'enorme massa di posta elettronica che circola nel mondo e individuare i terroristi, si servono di parole chiave, come «AK47» o «esercito davidiano». D'ora in poi, per fare disinformazione e mandare in tilt il Grande Fratello, basterà introdurle in tutte le comunicazioni, anche le più innocenti. Robecchi mette a fuoco questa moderna ossessione tecnologica di voler leggere tutto, il Dna, le impronte digitali, le impronte vocali e commenta: «Ci leggeranno anche i fondi del caffè!». Su Boris Eltsin che minaccia ritorsioni atomiche se gli occidentali interferiscono sulla Cecenia: «Chi l'avrebbe immaginato che una cassa di vodka nascondesse ordigni atomici? Eltsin ha detto: sono stufo di sentirmi dire cosa devo fare da Clinton. Clinton no, ma almeno dia retta agli infermieri», E' italiano il computer intelligente? «Allora suonerà il mandolino, imparerà a fare la pizza e comprerà azioni Enel». Potete comprare su Internet l'ovulo di una modella e poi fecondarlo «ma il difficile sarà tenerlo fermo». Anche lui è caduto nella trappola dei sardinisti che hanno dimostrato di essere dei geni della comunicazione; per protestare contro l'esclusione della lingua sarda dal decreto governativo si sono messi a mangia¬ re pagine dei dizionari della lingua italiana: non c'è trasmissione che non ne abbia parlato. Dall'accento Alessandro Robecchi si direbbe ligure, perciò della stessa tribù dei Beppe Grillo e degli Antonio Ricci, particolarmente versati nel disegnare la mappa del nostro scontento. Non solo, ma nel tirarsene fuori, loro e noi che li ascoltiamo, tutti soci di un club ideale degli Apoti, di coloro che non la bevono, fondato quasi ottant'anni or sono da Giuseppe Prezzolini, in polemica con Piero Gobetti. Non sarebbe giusto caricare le spalle di Alessandro Robecchi di troppe responsabilità, ma prendiamolo come segnale di una tendenza. Come minimo lui e quelli come lui piacciono e hanno seguito perché intercettano il risentimento e il rancore che serpeggiano nella società italiana; ci crogioliamo alle loro invettive come vecchi pensionati che, seduti su una panchina, prendono l'avaro sole invernale con una piega amara sulle labbra, avendo il mondo in gran dispetto. In altre parole sono una spia o un motore dello scollamento sociale? Sarebbe importante scoprirlo perché la radio, alla pari del quotidiano, è uno strumento principe per costruire un sentimento di appartenenza. arte^j

Luoghi citati: Cecenia, Milano