«lo, sui ring con Hurricane» di Lorenzo Soria
«lo, sui ring con Hurricane» L'attore porta sullo schermo il dramma del grande boxeur incarcerato per 19 anni «lo, sui ring con Hurricane» Denzel Washington nei panni delpugile Lorenzo Soria LOS ANGELES Quando Ruben Carter, campione dei pesi medi degli Anni '60 noto semplicemente come «The Hurricane», ha incontrato per la prima volta Denzel Washington era molto sospettoso. Erano a Toronto, a colazione assieme, in un albergo. E tra un piatto e l'altro Ruben Carter continuava a pensare: che cosa ne può sapere Denzel di ciò che passa nella mente di un uomo costretto a passare 19 anni in prigione per un crimine non commesso? Di che cosa significa dover affrontare la prospettiva della sedia elettrica solo perché poliziotti e giudici razzisti e corrotti hanno costruito la propria carriera sulla condanna di un uomo che sapevano innocente? E quando interruppe la conversazione per andare alla toilette, Carter decise di essere chiaro, di dire all'attore che era molto dispiaciuto ma non se ne sarebbe fatto niente. Invece se l'è trovato di fronte a uno specchio che imitava il suo modo di parlare e le sue espressioni. Poi lo ha osservato che si metteva a scambiare jabs e uppercuts contro un avversario immaginario. E così non ha più avuto dubbi: se c'era qualcuno che avrebbe potuto portare sullo schermo le tragiche vicende della sua vita, questi doveva essere Denzel Washington. Il protagonista di «Malcolm X» e di «Philadelphia» ora riuscito un'altra volta a entrare subito nel personaggio. Adesso che il film «The Hurricane», si appresta a uscire nelle sale statunitensi, l'attore afro-americano viene considerato come uno fra i più probabili candidati all'Oscar. Mr. Washington, dopo Malcolm X e dopo Stephen Biko porta sullo schermo un altro personaggio reale. «Quando hai a che fare con persone autentiche ti assumi nuove responsabilità. Anche se faccio film e non documentari, lo spazio per creare ò limitato. In questo caso ho avuto la fortuna di rappresentare un personaggio ancora vivo, una storia affascinante e cui stavo dietro da una decina di anni. Carter dice: l'odio mi ha messo in prigione, l'amore mi ha permesso di uscirne. E questa mi sembra una lezione molto potente» Per entrare nei panni di «The Hurricane» ha perso oltre 20 chili e si è fatto anni di palestra e di pugilato... «Due anni di pugilato e mi sento ancora come un principiante. Uno sport incredibile, la boxe. E molto frainteso. La gente vede la brutalità, ma la boxe è una scienza molto sottile, due nomini che si affrontano in un ring e che si guardano negli occhi. Nella mia palestra c'è un vecchietto che avrà 85 anni e che è lì tutti i giorni. Ecco, se arrivo alla sua età spero di essere come lui» E' mai stato vìttima di ingiustizie come quelle patite da Carter? «No, ma anche io ho subito i miei affronti. Quattrocento anni di storia non vanno via così facilmente e razzismo e intolleranza operano a vari livelli. Pochi giorni fa, per esempio, mio figlio è stato preso in giro dall'allenatore della sua squadra di football. Gli ha chiesto se si sentiva speciale perché il suo papà è una persona famosa e quando me lo ha raccontato la cosa mi ha fatto arrabbiare così tanto che non visto un semaforo rosso ed ho preso una multa. Il razzismo c'è ancora, a Hollywood e nella società. E invece di lamentarsi ognuno di noi dovrebbe chiedersi: che cosa faccio per fermarlo?» Lei che cosa fa? «Cerco di fare film che hanno un senso, che insegnino qualcosa. Il mio prossimo film, "Remember the Tilans", sarà proprio su una squadra di football in un liceo che viene integrato e sulle dinamiche tra bianchi e neri» E nella vita vera? «Parlare è facile. Io lavoro con organizzazioni che intervengono sui più giovani, ragazzi che sembrano duri e che poi, quando li conosci, scopri che tutto ciò che vogliono è amore e rispetto. Lavo ro anche con bambini bianchi, perché è inutile parlare solo con i convertiti. La verità è che nel l'America di oggi i neri vengono ancora legati e trascinati con camion e per sradicare razzismo e intolleranza occorre intervenire al più presto possibile». «Una storia bellissima nella quale mi sono immedesimato. Anch'io ho subito affronti: il razzismo esiste ancora» L'attore americano Denzel Washington, tra i più probabili candidati all'Oscar; qui sopra il pugile Ruben Carter «Hurricane», a suo tempo difeso da Bob Dytan e Norman Mailer
Luoghi citati: America, Hollywood, Los Angeles, Washington
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