TUTTO IL MONDO SOTTO LO SCUDO STELLARE

TUTTO IL MONDO SOTTO LO SCUDO STELLARE OSSERVATORIO TUTTO IL MONDO SOTTO LO SCUDO STELLARE Aldo Rizzo VORREI tornare sul tema dello «scudo stellare», di cui, in questa pagina, scriveva giovedì Giulietto Chiesa, con toni molto preoccupati. Il progetto americano di una difesa antimissilistica, al quale il Pentagono vorrebbe associare i membri europei della Nato, è in effetti pieno d'implicazioni strategiche e politiche, che possono suscitare riserve e critiche. Io però vorrei fare delle osservazioni diverse da quelle di Chiesa. Il suo articolo è una sintesi lucida degli argomenti «contro». Ma ci sono anche gli argomenti «prò». Gli argomenti «contro» sono essenzialmente il pericolo che si alteri, o addirittura si sovverta, quell'equilibrio strategico (detto, ahimé, del terrore) che ha finora garantito la pace tra le due massime potenze nucleari, anche se gli Stati Uniti parlano di uno «scudo» limitato a possibili azzardi offensivi di Stati incontrollabili tipo Iran, Corea del Nord, Iraq e altri, e prevedono Russia e Cina solo per il caso di errori di manovra e di missili «impazzili»: il pericolo, ancora, che, raggiunta una nuova forma di egemonia strategica, l'America assegni di fatto agli alleati europei un ruolo del tutto subalterno, più che in passato; il pericolo, infine, che si provochi un'inversione di tendenza dal disarmo al riarmo, quando bisognerebbe piuttosto, conclude Chiesa, coinvolgere tutti i detentori, reali e potenziali, di anni di distruzione di massa in «un processo di co-gestione della sicurezza collettiva». Quest'ultimo argomento è forse il più debole. Non che non sia necessario coinvolgere ecc., ma la prospettiva è a dir poco problematica con Paesi come la Corea del Nord, l'Iran, l'Iraq, nonostante i molti sforzi profusi. Quanto alla Russia, ò già coinvolta, salvo sorprese, mentre resta insondabile il programma strategico ultimo della Cina. Ma veniamo agli argomenti «prò». Nel 1983, durante la presidenza Reagan, il progetto di uno scudo antimissilistico nacque allo scopo, o nella speranza, di affrancare il mondo dall'incubo della distruzione reciproca: fermare i missili offensivi sarebbe stato molto meglio che aspettare che arrivassero, per poi scatenare una rappresaglia altrettanto o più devastante. Era certamente più un'utopia di Reagan che un suo tentativo di diventare il padrone del mondo. Il nuovo progetto nasce dalla consapevolezza che una difesa globale ò impossibile, e dunque è credibile che esso abbia obiettivi limitali. F. tuttavia l'argomento principale è un altro. E' che una certa svolta tecnologica e strategica è ormai nelle cose, ormai si sa che, entro corti limiti, è possibile fermare i missili, e questo vale per tutti, ora per l'America, domani per chiunque: la Russia si sta già esercitando, Giappone e Israele anche Si va verso un sistema «misto», che conserva la deterrenza per i pericoli massimi e introduce la difesa per quelli minori, prima che diventino anch'essi catastrofici. Chiesa si domanda se l'Europa si rassegnerà a un definitivo ruolo subalterno rispetto agli Stati Uniti, proprio ora che sta varando una sua identità politico-militare e non più solo economica. In effetti, ci sono perplessità di vario grado nell'Unione europea. Ma, se dovesse sembrare mortificante associarsi un'altra volta all'ipertecnologia americana, l'alternativa sarebbe cominciare a muoversi in proprio anche in questo campo, senza sterili battaglie di retroguardia.

Persone citate: Aldo Rizzo, Giulietto Chiesa, Reagan