SCUOLE COME LE CLINICHE di Gianni Vattimo

SCUOLE COME LE CLINICHE FINANZIAMENTI ALLE PRIVATE, UN'IDEA SCUOLE COME LE CLINICHE Gianni Vattimo NONOSTANTE la (fin troppo) buona volontà mostrata dal governo nel progetto in corso di discussione, la questione della scuola privata rimane una mina vagante tra le più pericolose sul cammino della maggioranza di centro-sinistra. E' difficile prender sul serio l'idea, sostenuta da qualcuno, che gli oneri per lo Stato, che la Costituzione esclude, riguardino solo l'istituzione delle scuole private, e non il loro funzionamento, che dovrebbe invece poter essere finanziato: e anche la tesi di chi vorrebbe che l'esclusione di oneri per lo Stato voglia dire solo che esso non ha l'obbligo, ma eventualmente la facoltà di dare finanziamenti. E' vero però che alcune ragioni avanzate dal fronte liberal-liberista-cattolico in difesa dei diritti della scuola privata hanno un notevole peso. Soprattutto, ovviamente, le ragioni che si avanzano in nome della libertà e del pluralismo nel campo dell'educazione. Su cui non si può non essere d'accordo, sebbene rimangano dubbi su come la Chiesa reagirebbe a un moltiplicarsi di scuole ateistiche, darwinistiche, sessuo-liberiste, musulmane e via enumerando. I liberal-liberisti, tuttavia, dovrebbero a loro volta dire che cosa pensano del fatto che, essendo l'educazione come la salute un diritto fondamentale dei cittadini, lo Stato deve garantirla a rutti preoccupandosi anche della qualità di ciò che viene insegnato (almeno come deve garantire che il medico non sia un ciarlatano). Su questo il fronte liberale (come mutano i significati delle parole, cari Malagodi e Zanone) dovrebbe dire qualche parola più precisa, invece di trincerarsi in una specie di utopia dei cento fiori, della concorrenza che genera qualità. Se si vuole uscire in qualche modo dalla contrapposizione, si potrebbe provare a prender sul serio l'esempio francese, che anche la signora Fontaine ha improvvidamente evocato nella sua infelice intervista sull'Italia fanalino di coda d'Europa in materia di libertà scolastica. In Francia le scuole private religiose sono finanziariamente sostenute dallo Stato solo in base a una convenzione che impone loro precisi obblighi «pubblicistici»: persino quello di garantire che agli allievi non cattolici, nelle ore di religione, sia offerto un insegnamento alternativo di scienze religiose aconfessionale. Il reclutamento degli insegnanti è fatto per concorso pubblico, e i loro diritti non sono diversi da quelli dei professori «laici» (per esempio, un insegnante vincitore di concorso non sarà mai licenziato perché divorzia o si dichiara omosessuale). Eccetera. A parte tutti gli aspetti più specifici, potrebbe non essere una cattiva idea pensare al rapporto fra Stato e scuole private come a un rapporto di convenzione (come si fa con le cliniche). Ma probabilmente bisognerebbe in questo caso rivedere molte cose, a cominciare dal Concordato e dall'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali. I liberal-liberisti-cattolici sono disposti a un franco confronto su questo terreno?

Persone citate: Fontaine, Malagodi, Zanone

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia