LETTERE

LETTERE LETTERE Cari lettori, più fiducia in voi stessi di 0.d.B. Egregio Signor Del Buono, la prego di non pubblicare i miei estremi... La prego di indicare questa lettera solamente come Lettera Firmata... In caso di pubblicazione, ovviamente, limitarsi al nome di battesimo... Aggiungo i miei dati per lei, non per il pubblico... Carissimi, alcune delle migliori lettere che mi arrivano hanno una chiusura simile che mi costringe a non pubblicarle perché non posso riempire questo spazio con scriventi anonimi. Ora, io capisco che qualcuno che abbia da fare qualche denuncia scabrosa prenda le sue precauzioni per evitare rappresaglie. Ma le lettere di cui parlo non trattano di pasticci politici né di delitti né di ingiustizie straripanti. Sono, insomma, lettere che contengono speranze e resoconti di buone azioni. Perché non firmare? E' davvero una vergogna, possibile che non abbiate fiducia in voi stessi? Alla fine di una bellissima lettera una signora scrive: «In caso di pubblicazione prego vivamente di indicare solamente Lettera Firmata chiedendo perdono per la mia allergia a vedere il mio nome sul giornale". [o.d.b.] Fan di Raspolli Da anni fan di Edoardo Raspelli vorrei dire al nizzese doc Giovanni Quaglia che Raspelli è, per il cibo, come un Lord Justice inglese. Vale a dire il giudice per eccellenza: autorevole, stimatissimo, incorruttibile, ricco di esperienza e di buon senso. Sì, è vero, anche il miglior giudice può firmare una sentenza troppo dolce o troppo amara, ma nessuno ha un palato più sensibile di quello di Raspelli, tanto che lo si potrebbe chiamare Crisostomo o Bocca d'oro. Ma persino a Dio è impossibile evitare gli errori. Alla ben gentile Letizia Sampoli che ritiene ^scriminanti e antifemministi i menu privi di prezzo riservati, nei locali extra chic, alle ospiti bambocce (ma sono senza prezzo anche quelli per i bambocci ospiti), per quanto chiunque intuisca che un paio di oeufs brouillés costino sempre meno di una dozzina di huitres blanches de Marennes. Ma se poi è lei l'anfitrione (oppure anfitriona?) basta dirlo quando prenota e il menu maschilista con i prezzi diventa un suo privilegio. Gianni Aonzo, Spotorno Cervelli e cervellini Gentile Odb, l'accapigliarsi dell'Italia per la medium-contrattista Altea sembra coincidere con il doppio vuoto di religiosità dovuto alla crisi di credibilità attraversata dalle due Chiese italiane: la cattolica vaticana (alla quale di certo non giovano i pasticciacci del cardinal Giordano) e la politica dei partiti (i quali por un miracolo tutto italiano anche quando escono battuti dalle consultazioni elettorali restano tutti al governo male che vada, nelle regioni eccetera - opposizioni estreme comprese). E anche se il morbo della mucca pazza e il baco del Millennium Bug stanno fulminando cervelli elettronici, cervelli e cervellini, resta che la vita senza politica e senza valori trascendenti si riduce a un esiziale tirare a campare e vivere alla giornata. Desolazione evitata da alcuni con l'esoterismo, e da altri con la letteratura. La quale ad esempio con Goffredo Parise (mio inclito concittandino) al non rassegnato amico del «Ragazzo morto» così risponde: «1 morti stanno bene perconto loro... E' difficile che tu lo possa incontrare, quasi impossibile. Cosa vuoi che ti dica? Ti dirà: "Tanti saluti" e se ne andrà». Fabio Moraiulin Ponte di Piave Intervento sull'universo Egr.Odb, il signor Daviddi può concedersi sorrisi e sogni d'oro in quanto i romanissimi vertici del fatidico viale Mazzini pensano (e ahimé operano) proprio nel senso da lui auspicato e ne fa fede la seguente, apodittica proposizione: «Pirandello è difficilmente propo¬ nibile in tv perché ormai farebbe assai scarsa audience»: il soave avverbio (stigmatizzato da Corrado Augias) ci dice che il lavoro ai fianchi del «gregge televisivo» felice espressione del predetto lettore di Collegno - è stato condotto egregiamente. Dunque, i cani da pastore possono circolare a testa alta. Magari uno deve chiedersi il perché del canone, considerato che Mediaset e Rai trafficano con l'identica progettualità e ambedue, per esempio, infieriscono eziandio sui bambini, considerati, prima di tutto, consumatori, visto che l'insonne pubblicità riempie gli zaini di invc-et onde paccottiglie, gabellate «sussidi didattici», senonché gli insegnanti seri e gli ortopedici non sono affatto d'accordo. Ma, si sa, «consumare necesse, deinde vivere»: parodiando il motto «derpuzzone». Tuttavia, Tullio Regge apre un po' il cuore alla speranza, introducendo un suo articolo così: «La cosmogonia continua a interessare l'uomo della strada» e si vede che il quasi Nobel dev'essere uscito da un'altra scuola, affatto diversa - pare - da quella frequentata da Daviddi di cui alla prima riga. Allora, mi domando testardamente, lo ammetto: non poteva basta¬ re quel titolone sulla Stampa, «S'inceppa la macchina da gol biancoblù»? Ci sarebbe una vocale in meno e un accento in più (ma oggi mi sento un cuore di velluto e faccio finta che sopravviva il proto). D'altra parte, quella calcistica ò notoriamente disciplina e materia esoterica per animali, appunto, villosi. E qui mi sorprende un dubbio: potrebbe darsi che il suo direttore, signor Del Buono, consentendo la pubblicazione di un ciotto intervento sull'Universo, si proponga codinamente di regalare lettori alla concorrenza? Che, insomma, colui sia un torbido infiltrato? Dopo quanto abbiamo saputo, ossia che il Kgb risulta affollato da giornalisti che si danno un gran daffare per il nemico: onesto Odb, mi tranquillizzi, por carità! E il pensoso Daviddi non me ne voglia. Franco Marasco, Chiavari Contro il sindaco Egregio Signor Oreste del Buono, eccomi nuovamente un anno dopo a fare polemica con l'operalo del sindaco della mia città. È mai possibile che con tutti i problemi che affliggono questa povera citta non si riesca a farvi fronte anche solo parzialmente in modo da accontentare anche i cittadini che assistono impotenti a queste spese superflue? Di questi problemi ne cito alcuni: illuminazione (e non d'artista) a giorno per tutto ialino delle cosiddette zone a rischio e in alcune vie della periferia; costruzione di gabinetti pubblici e uno in particolare in via Sacchi adiacente alla stazione Porta Nuova lato arrivi poiché lo è già a cielo aperto sia di giorno sia di notte; rendere più vivibile igienicamente (e non solo) l'irv, l'ospizio dei poveri vecchi di corso Unione Sovietica; provvedere alle denunce piccole e grandi che giornalmente compaiono sulla Stampa nella rubrica «La mia città». E l'elenco potrebbe proseguire. Sono disagi reali che esistono tutto l'anno di giorno e di notte. Mi pare che nell'arco di un anno trascorso dalle precedenti e tanto discusse «luci d'artista» non si è fatto proprio niente per queste urgenze, ma anzi si continua a sperperare, come nell'acquisto di prosunto opero opere d'arte quando basterebbe mantenere le opero già esistenti. Sarebbe rispettoso non abbagliare i cittadini comuni, conio ine, con luci troppo forti e di breve durata, credendo forse cosi di far dimenticare il tristo e costante quotidiano cho grava su questa nostra tanto amata 'l'orino. Anna Parenti, Torino Vìpera in cantina Gentile Odb, lo scrivo perché cominciano a infastidirmi lo affermazioni che si fondano su voci, non surrogate da dati di fatto, le finali, a forza eli essere ripetute, rischiano di passare per verità sacrosante. E' comprensibile e condivisibile il timore espresso da una mia concittadina nella sua rubrica a proposito di una vipera rinvenuta nella cantina della casa di montagna; meno condivisibile, e secondo ino semplicistica, è invece la motivazione addotta sulla presenza del rettile. Non è questa la sede per dissertazioni tecniche, ma io non credo alle immissioni di animali, guarda caso sempre da parte degli stessi, e guarda caso sempre di specie invise alla maggioranza, anche perché non ho mai lotto o sentito notizie quali «noto esponente dei Verdi sorpreso mentre liberava 200 esemplari di Vipera aspis nel territorio di Mompantero», e neppure «individuo vicino al movimento Verde filmato e smascherato durante il lancio tli sette bianconi in quel di Mondrone», e continuerò a non crederci fino a prova contraria. Non vorrei turbare oltre l'autrice della lettera, ma anche sulla collina di San Mauro qualche vipera c'è, tuttavia rimango scettico sul fatto che i Verdi, saturate le montagne, volgano la loro nefanda attenzione alla collina torinese. Enrico Vigliarli, San Mauro Carissimi, oltre alle richieste di non pubblicare le vostre firme, riscontro un'altra tendenza nelle vostre lettere. Quella di scrivere un articolo vero e proprio sugli argomenti. E' arrivata l'ora in cui posso allontanarmi, sapendo di lasciare la rubrica in buone mani? [o. d. b.)

Luoghi citati: Collegno, Italia, Mompantero, Ponte Di Piave, San Mauro, Torino