«Troppe ombre sulla morte di Safra» di Pierangelo Sapegno

«Troppe ombre sulla morte di Safra» LA SPY STORY DEL PRINCIPATO. I MISTERI SULLA FINE DEL FINANZIERE RICCO E POTENTE «Troppe ombre sulla morte di Safra» La famiglia ha assunto un detective privato retroscena Pierangelo Sapegno invialo a MONTECARLO ALL'OMBRA del Palazzo, l'ultimo giallo del secolo sembrano averlo dimenticato in fretta. Sull'Avonue Ostenda hanno già tolto i nastri e le barriere. E'rimasto solo il furgoncino della Polke davanti al numero 17. La Republic National Bank of New York, invece, è slata messa in vendita per 0,8 milioni di dollari, circa 1 Ornila miliardi di lire, guarda caso il 20 [x;r cento in meno del suo prezzo reale: questo era l'accordo prima che venerdì 3 dicembre Ldmond Safra perdesse la vita nell'incendio del suo attico. Volevii disfarsene a tutti i costi. Alla fine, così come ce l'hanno raccontato, uno dei grandi della Terra avrebbe cercato e trovato l'assassino più stupido del mondo, che gli ha bruciato la casa e l'ha costretto dentro un bagno blindato a morire soffocato assieme alla sua governante, dopo aver disseminato di prove e indizi le sue testimonianze (! l'appartamento. Ha confessato: «Ero stanco, non riuscivo a prender sonno. Fino alle 3 sono rimasto in camera con il signor Safra. Poi sono andato nell'infermeria, lì per un'ora ho pensato a quello che dovevo fare;). Ci ha pensato beni;. S'è ferito con il suo coltello, ha lasciato le impronte, ha terrorizzato il padrone, ha appiccato l'incendio e poi è sceso in |X)itineria raccontando balle così assurde che la polizia non poteva proprio fare a meno di insospettirsi: «Stanno sparando al sesto piano, mi hanno ferito». Theodore Maurice Mahler, da Stonville, New York, adesso passa il tempo nella sua cameni vista mare dulia prigione di Monaco. Una branda, poltroncina, scrivania e tv con antenna satellitare. In faccia, la stessa baia che si godeva dalla sua finestra di casa Safra. Eppure, se la polizia di Montecarlo sembra già aver archiviato il caso, li; indagini continuano lo stesso. Non ci credono a Tel Aviv, come rivela il Gerusalem Post. I servizi d'informazione francesi stanno ricostruendo gli ultimi giorni di Edmond Safra, appuntando la loro attenzione su due strani incontri che il finanziere ha avuto a Cap d'Antibes con Boris Herezovskij, il magnate russo coinvolto nello scandalo Aeroflot, e al ristorante dell'Hotel Maitinez di Cannes con due signori russi: Safra litigò e se ne andò via contrariato. Nemmeno la famiglia sembra crede- re troppo alla versione fornita alla stampa da Daniel Serdet, il procuratore generale di Monaco. Per inseguire la verità, avrebbero incaricato delle indagini un'agenzia di investigazioni privata. Da parte sua, la signora Lily, moglie brasiliana di Safra, vuole sapere se è stato davvero fatto tutto il possibile per salvare suo marito. Marc Bonnant, avvocato di famiglia e amico di Edmond, ha richiesto alla polizia di Monaco il faldone dell'inchiesta. Dice il legale: «Ci sono ancora alcune domande alle quali non è stata data nessuna risposta». E ci sono strane contraddizioni nell'indagine ufficiale. La prima riguarda Theodore Mahler: chi e davvero questo infermieri! di 41 anni, moglie e tre figli, 600 dollari al giorno di paga, avventure sentimentali con le impiegate di Safra, ex militare, doppio passaporto? Persino gli investigatori sono rimasti Stupiti che uno prudente come il finanziere libanese, che faceva scegliere i suoi uomini dai servizi di sicurezza israeliani, abbia assunto proprio questo signore «instabile di mente». E' stato lui stesso a confessarlo: «Ho dei problemi. Non sto tanto bene, soprattutto da quando ho perso la testa per una collega». Qualcuno ha scoperto che Ted Mahler aveva conosciuto il suo padrone parecchio prima di arrivare alle sue dipendenze a Montecarlo. Gliel'aveva presentato un amico: «E' mia persona onesta e affidabile». L'altra cosa strana ò che inai per un momento l'inappuntabile infermiere ha cercato di sviare gli inqiùrenti. Ha lasciato la sua firma sul coltello e nelle sue prime testimonianze. Non bastava? Ila raccontato cose impossibili smentite dalle videocamere sparse nell'appartamento. Alla Polizia ci hanno messo tre giorni a rendersi conto che esisteva un assassino cosi. Possiamo capire la loro incredulità. Ma perché non continuare a stupirsi? Lui è crollato subito: «Va bene, sono stato io. Ho agito da solo», con l'aria di citi sospira: «Finalmente». Da parto loro, la polizia non ci ha messo molto a dimenticare gli altri dubbi: c'erano due focolai di incendio. Lui poteva confessare d'averne appiccato uno solo, quello nel cestino dell'infermeria. E l'altro? Non era sul tetto? Clu l'aveva acceso? E Samuel Cohen, il capo del servizio di sicurezza di Edmond Safra, perché era arrivato senza le chiavi per aprire l'appartamento e il bagno? E perché la Polizia lo ha fermato? «Era armato», hanno spiegato i gendarmi. Perché, arrivato sotto casa, Cohen non ha pensato di chiamare al telefonino il suo padrone? E perché Safra avrebbe preferito morire di ima morte terribile, quella del soffocamento, e non ha voluto aprire la finestra del bagno? Persino Philippe Deslandes, ministro degli interni del Principato, ha detto a Charles Pretzlik, del Financial Times, di essere rimasto stupito che «Safra non abbia fatto di più per salvare se stesso». Il finanziere aveva telefonato dal bagno alla Polizia attorno alle sei e mezzo e aveva chiesto che cosa poteva fare per fermare il fumo che continuava a entrare nella stanza da sotto la porta. Gli dissero che doveva infilare degli asciugamani bagnati in quella lama d'aria e soprattutto aprire la finestra. Ma per qualche ragione inspiegabile, sottolinea il ministro, Safra ha fatto nove delle dieci cose che gli erano state dette e non ha voluto fare proprio la più importante. Pochi minuti più tardi, quando i vigili del fuoco sono riusciti a sfondare la porta, l'hanno trovato seduto tranquillamente su una sedia, come se il fumo avesse riempito le stanze vicine, non quella: aveva gli occhi scoppiati e la pelle nera. Era morto. A rileggere questo giallo, toma alla mente un'altra strana morte degli Anni Novanta, quella di Robert Maxwell «Captain Bob», eroe della Seconda Guerra, ebreo anche lui, tycoon miliardario e rivale di Robert Murdoch: finì di vivere 1' 11 novembre del '01 cadendo dalla sua barca, il Lady Ghislaine. Venne archiviato come un incidente. Strane coincidenze con Safra. Captain Bob era sospettato d'essere una spia di Tel Aviv, amico di Simon Peres e dei laburisti inglesi, cassaforte della sinistra israeliana e consigliere dei grandi della Terra. Morì nel momento più brutto della sua carriera: affari sbagliati e miliardi buttati. Proprio come Safra. Passò un anno dalla sua morte, e arrivarono strane notizie da Tel Aviv: Captain Bob era stato percosso e poi buttato in mare. Lo stabiliva un'autopsia eseguita nell'Istituto di medicina Abou Kabir. Ma non se ne fece niente. A volte, quando muoiono, anche i grandi della Terra diventano come gli altri. Non contano niente. Torna alla mente un altro giallo degli Anni 90, quello dell'incidente costato la vita a Bob Maxwell, caduto dalla sua barca. Strane coincidenze con la storia di Montecarlo Entrambi erano amici di Peres finanziatori della sinistra israeliana e consiglieri dei grandi della Terra Strane contraddizioni nelle indagini ufficiali della polizia. Perché una persona così prudente aveva assunto uno psicolabile per la sua sicurezza? 1 A sinistra l'appartamento di Montecarlo dove si è sviluppato il rogo che ha ucciso Safra In basso il miliardario Robert Maxwell e Edmond Safra: le due morti sembrano avere numerose analogie