«Via il segrete di Stato dalle stragi» di F. Ama.
«Via il segrete di Stato dalle stragi» Ma il Guardasigilli è stato contestato alla cerimonia per i 30 anni dalla bomba «Via il segrete di Stato dalle stragi» Piazza Fontana, la proposta di Diliberto ROMA Eliminare il segreto di stato sullo stradi: '1 ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto ha approfittato della commemorazione deI trentennale della strago di piazza Fontana per annunciare la sua proposta. «Chiederò ■■ ha affermato - che siano tolti tutti gli omissis e il so;;roto di Stato sugli atti riguardanti lo Stragismo degli anni Sottanta». Secondo il ministro è proprio con piazza Fontana a avere inizio «una deliefasi più Iraniche della storia italiana, quella dello stragismo. Credo - ha aggiunto - che compito di un governo come il nostro, di centrosinistra, un governo democratico, sia innanzitutto di togliere il segreto di Stato e gli omissis. Por quanto mi riguarda io l'ho già fatto». Il ministro ha ricordato ili aver eliminato il segreto sulla strage di Portolla della Ginestra. «Ora - ha avvertito - i documenti sono consultabili da tutti: io auspico che anche i miei colleghi di governo facciano altrettanto por la parte che gli spetta». La proposta del ministro Diliberto è giunta alla conclusione di una manifestazione difficile. Urla, fischi e petardi hanno fatto da sfondo al suo intervento durante la commemorazione. Venivano da un settore della piazza occupato da autonomi milanesi del centro sociale Vittoria e di Sesto San Giovanni. Urla e cori «Gossiga boia» sono giunti, invece, da militanti di Rifondazione Comunista. Entrambi i gruppi con¬ testavano la partecipazione del ministro al governo D'Alema e la posizione assunta sulla guerra in Kosovo e la vicenda Ocalan. Diliberto è stato costretto a interrompere il suo intervento per avvertire: «non mi farò intimidire da voi. Prima erano i fascisti a impedirmi di parlare». Il ministro ha poi confessato di trovare «triste» che le contestazioni provenissero da «una parte della sinistra». Non è stato l'unico contestato della manifestazione il ministro Diliberto. Le proteste più forti sono sta¬ te rivolte a Massimo De Carolis, presidente del Consiglio Comunale di Milano e in passato esponente della maggioranza silenziosa della città. «Una presenza vergognosa», ha commentato il premio Nobel Dario Fo, che ha finto di non vedere De Carolis quando il politico si è avvicinato per salutarlo. Nemmeno il presidente della Provincia Ombretta Colli di Forza Italia è stato risparmiato dalle critiche: «Questa non è una sfilata di moda», hanno urlato. Nè è andata meglio al sindaco Albertini, assente. Il segre¬ tario provinciale del Pdci, Maso Notarianni, ha preso le distanze dalle proteste al ministro Diliberto. «Un esempio lampante del peggiore cretinismo extraparlamentare», ha commentato. A difesa di Diliberto si è schierato anche Luigi Manconi, ex-portavoce dei Verdi, che ha parlato di «settarismo meschino». Era cominciata puntuale alle 15,30 la manifestazione. Il corteo ha attraversato le vie di una Milano impegnata con gli acquisti di Natale. Vi partecipavano in tanti, fra loro anche l'ex-finanziere inquisito per Mani Pulite Sergio Cusani. Protagonisti assoluti, Dario Fo e Franca Rame, promotori del treno della memoria che ricorderà la strage viaggiando per tutta la notte e giungendo oggi a Roma. Il corteo ha marciato fino a piazza della Scala dove si trovavano il Comitato permanente antifascista, decine di arazzi e sagome in legno per ricordare le vittime della strage e del terrorismo, e Mario Capanna leader del movimento studentesco nel-'68. Dalla Scala la marcia è proseguita fino a piazza Fontana. [f. ama.]
Luoghi citati: Kosovo, Milano, Roma, Sesto San Giovanni
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