Conquistato l'aeroporto di Grozny di Anna Zafesova
Conquistato l'aeroporto di Grozny Il sindaco della capitale: anziani e feriti non possono abbandonare la città Conquistato l'aeroporto di Grozny Fittita la tregua, i russi: stermineremo i terroristi Anna Zafesova MOSCA A mezzanotte di domenica ò finita la tregua per Grozny e la capitale cecena aspetta ora con ansia un futuro incerto. L'ultimatum che inlimava agli abitanti della città di fuggire o morire è stato revocato, ma la necessità - militare e soprattutto politica - di prendere Grozny rimane. Ed è già chiaro che da oggi i bombardamenti della città riprenderanno, e che un attacco e imminente. Ieri, mentre stavano finendo le ultime ore della tregua di due giorni concessa alla capitale cecena dai militari, il rappresentante del governo russo in Cecenia Nikolaj Kochman ha promesso che «il problema di Grozny» dovrà essere risolto entro una settimana. Cioè entro le elezioni alla Duma, il 19 dicembre prossimo. E il presidente Boris Eltsin, parlando al Cremlino in occasione della festa della Costituzione, ha promesso di usare la «mano ferma» contro i «terroristi» eoceni. Un messaggio che è stato subito recepito dai militari, meno che mai disposti a fermarsi. Il generale Vladimir Shamanov, comandante del gruppo ovest delle truppe russe in Cecenia, ieri aveva occhi di fuoco: «Il premier ci ha detto di uccidere i terroristi nei cessi e ci arriveremo, ai cessi di Grozny», Come? «Questo è affare nostro». Dunque, l'attacco è stato solo rinviato. Ieri elicotteri e aerei militari russi hanno continuato a lanciare sulla città (bombe di propaganda», farcite di volantini che esortano la popolazione ad abbandonare la capitale cecena, Non c'è più una data fissata come termine oltre il quale «lutti coloro che rimarranno in città verranno considerati terroristi soggetti ad annientamento», come recitavano i volantini precedenti, Invece vengono indicali i luoghi, attraverso i quali passano i corridoi umanitari per uscire da Grozny. Ieri però soltanto 700 perenne si sono presentale al corridoio nord, mentre (niello sud, a quanto pare, non è stato raggiunto da nessun profugo. Il sindaco di Grozny Lecha Dudaev - nipote del leggendario primo presidente indipendentista afferma che la maggioranza dei 40 mila civili rimasti in città non "può lasciarla senza aiuto da fuori. Questo riguarda soprattutto i maiali, gli anziani e i feriti, numerosi dopo due mesi e mezzo di bombardamenti. La città, stando alle fonti militari, è completamente circondata dalle truppe e non vi arrivano più né alimentari, né medicine, né armamenti. Il comando russo afferma che i 3 mila guerriglieri - rintanati a Grozny hanno intenzioni! di combattere e stanno minando la città e preparando cloro e ammoniaca da usare contro i soldati russi. 1 militari comunque hanno mantenuto la promessa: sabato e domenica Grozny non è stata bombardata. Nei prossimi giorni però l'aviazione e l'artiglieria riprenderanno a «lavorare» sulla città, come dicono i militari nel loro gergo. I! ministro della Protezione civile Serghej Shoigu ha già promesso una pausa quotidiana di (i ore, per permettere alla gente di sfollare senza correre sotto le bombe. Shoigu ieri ha anche visitato - primo tra i responsabili russi - Grozny, per organizzare l'evacuazione degli abitanti. Ma Dudaev è rimasto insoddisfatto del suo operato: «Fa solo finta di preoccuparsi della popolazione, è troppo impegnate nella campagna elettorale». Shoigu è il capolista della coali¬ zione «Edinstvo» (Unità), messa in piedi dal Cremlino per creare nella nuova Duma un gruppo progovernativo. Putin aveva costretto il ministro a ferie forzate durante la campagna elettorale, ma poi l'ha richiamato in servizio per salvare l'immagine della Russia, compromessa dall'ultimatum a Grozny. Nel resto delia repubblica ribelle continua nel frattempo l'offensiva russa. 1 militari ieri hanno bombardato Shali, Argun e le zone di montagna, con 32 raid aerei in 24 ore. Un altro importante successo è stato conseguito dai militari nei dintorni di Grozny: il comando ha annunciato ieri la conquista dell'aeroporto militare Khankala, alla periferia est della capitale cecena. Truppe speciali del ministero degli Interni russo setacciano II villaggio ceceno di Alkhan-Jurt
Persone citate: Boris Eltsin, Dudaev, Lecha Dudaev, Nikolaj Kochman, Putin, Shoigu, Vladimir Shamanov
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