Diecimila studenti a Khatami «Sei la nostra unica speranza»

Diecimila studenti a Khatami «Sei la nostra unica speranza» Faccia a faccia all'Università di Teheran con il presidente riformista Diecimila studenti a Khatami «Sei la nostra unica speranza» TEHERAN Ieri per la prima voìta dopo i disordini di luglio quando gli studenti avevano sfidato le autorità provocando una dura repressione, il presidente iraniano, Mohammed Khatami si è recato all'Università di Scienze e Tecnologie per parlare a una folla di quasi 10.000 studenti. Stipati nella palestra, ragazze e ragazzi divisi in due gruppi separati hanno applaudito colui che è stato definito da uno di loro come «l'unica speranza». Rivolto ad una sala elettrizzata, il discorso iniziale del leader moderato è stato più nazionalista che ideologico deludendo le attese di chi sperava che avrebbe affrontato i temi scottanti di politica interna che venivano proposti dagli slogan gridati dalla maggioranza della folla. Onesti contestavano l'arresto di Adbollah Nouri, il mullah riformista e collaboratore stretto di Khatami, condannato recentemente a cinque anni di carcere da una corte speciale por il clero, denunciavano la lentezza dell'inchiesta su un numero di omicidi dell'ultimo anno di intellettuali e giornalisti di rilievo e condannavano l'intervento delle forze speciali durante le proteste studentesche che provocarono la morte di tre persone e l'arresto di un imprecisato nùmero di studenti. Gli slogan gridati dalla maggioranza dei presenti soffocavano le grida dei gruppi conservatori, gli hezbollah, che inneggivano «morte agli Usa» in una atmosfera di grande tensione nella quale alcune persone sono svenute. Il presidente ha sfoderato tutto il suo charme, esortando alla calma, alla razionalità, al rispetto reciproco ed a partecipare nelle prossime elezioni. Asciugandosi gli occhiali e li fronte, ha ricordato l'anniversario che veniva celebrato: quando nel 1953 alcuni studenti morirono durante delle manifestazioni antiamericane. Poi, aggiustandosi il turbar te nero e sempre sorridendo, ha spiegato che il Paese nella storia ha dovuto affrontare due nudi: quello della dominazione straniera e quello dell'assolutismo. Quest'ultimo, ha detto, potrà essere sradicato solo mettendo il popolo sulla scena. La platea lo ha quindi interrotto gridando «la liberta di pensie¬ ro non è possibile con Kafsanjiani», l'ex presidente in carica per otto anni che ora si dice miri a diventare presidente del Parlamento. Un posto che i riformisti vorrebbero vedere occupato dall'incarcerato Notui. Con un colpo al cerchio e uno alla botte ha continuato ricordando che sebbene tutti hanno diritti che vanno rispettati, non bisogna dimenticare che la sostanza della cultura iraniana si basa sull'Islam: «L'Islam vince, gli Usa perdono», hanno gridatogli hezbollah, ma sono stati sommersi da fischi. Durante l'incontro, durato due ore i' presidente ha inoltre parlato della necessità di una società fondata sul diritto e sulla liberta e del bisogno di creare delle istituzioni democratiche. «Dissoluzione del tribunale del clero», hanno rispostogli studenti. Il presidente, che è criticato dall'ala dura del clero per voler riallacciare rapporti con gli Stati Uniti, ha dichiarato che esiste un nuiro di sfiducia tra i due Paesi alimentato dagli americani, ma che non prova alcuna animosità nei confronti del popolo statunitense. lg. b.l

Persone citate: Khatami, Mohammed Khatami

Luoghi citati: Stati Uniti, Teheran, Usa