«Ritorna l'orrore nazista »

«Ritorna l'orrore nazista » «Ritorna l'orrore nazista » La condanna dell'Osservatore Romano ROMA «I disabili vengono trattati come cose, come oggetto della volontà degli altri»: con questo lapidario giudizio padre Gino Concetti ha commentato ieri sull'«Osservatore Romano» il caso della tredicenne psicolabile, che dopo essere rimasta incinta, dovrà abortire per decisione del suo tutore. «Nella vicenda della ragazza disabile di Pozzallo per la quale è stato deciso l'aborto forzato tornano, dopo cinquant'anni, gli orrori del razzismo nazista», afferma Concetti, aggiungendo inoltre che «l'essere umano che quella ragazza porta in grembo viene trattato comò rifiuto della società». Per l'editorialista dell'«Osservatore Romano» la decisione del tutore della ragazza «evoca episodi di barbarie di certe comunità, in cui vigeva lo "ius vitae et necis" (diritto di vita e di morte) in mano al capo, chiunque esso fosse». «Ma almeno afferma - non c'erano stati venti secoli di cristanesimo, non c'erano state le dichiarazioni solenni dei diritti universali in cui il diritto alla vita umana si proclama inviolabile, in cui l'aborto si definisce "abominevole delitto"». In conclusione, secondo Concetti, «in questa tragica vicenda la decisione umana ha raggiunto il vertice della follia e dell'iniquità». Anche Don Oreste Benzi, dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, si associa allo sdegno dell'editorialista vaticano. «Cosi la giovane viene violentata due volte. Perché viene nominato tutore il medico di famiglia? Perché non si fa l'esame del DNA? Perché deve prevalere la scelta del tutore sul grido della ragazza che vuole tenere il suo bambino? Perchè i ministeri interessati non intervengono?» si chiede Don Benzi. Nel dibattito sollevato da tante voci del mondo ecclesiastico è intervenuto anche il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile di Alleanza Nazionale per le politiche della famiglia, che ha presen¬ tato un'interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri della Solidarietà sociale, della Giustizia e della Sanità. «È assurdo, inconcepibile e inaccettabile ha dichiarato Pedrizzi - che una persona, per il solo fatto di essere psicolabile, sia considerata un oggetto e il figlio che porta in grembo, anche lui, una cosa su cui una terza persona abbia potere di vita e di morte. Chiediamo l'intervento immediato dei ministri competenti per impedire l'uccisione di una vita umana innocente, evitando che ai danni di questa ragazzina possa essere perpetrata una seconda, gravissima violenza che aggiungerebbe dolore al dolore e sofferenza alla sofferenza». Esterno alla politica, ma profondo conoscitore dei drammi e degli effetti che le violenze hanno sui minori, Ernesto Caffo, presidente di «Telefono Azzurro» lancia una proposta: «Per una tematica di questo tipo occorrerebbe, a mio giudizio, un collegio di persone compe¬ tenti che valutino, assieme a chi ha la responsabilità formale, ie scelte più opportune da adottare. Questo anche per liberare una singola persona da responsabilità eccessivamente onerose ed insostenibili. Nessuno, infatti, in un caso come questo, può pretendere di sapere quale sia la cosa più giusta da fare». «In un caso come quello di Laura prosegue Caffo - occorre fare delle scelte che siano il meno traumatiche e drammatiche possibili, sia per il minore sia per l'eventuale nuova creatura. Sono sempre e comunque scelte veramente difficili: in tutti i casi, non solo in questo, in cui si combinano e sono in gioco tutta una serie di fattori importantissimi e vitali, auspico sempre un collegio di persone competenti che possa decidere e valutare le cose, condividere i problemi sino ad arrivare ad una soluzione in cui tutti si sentano responsabili, sino infondo». [r. cri.] LE TAPPE DI UN DRAMMA m 1997 A11 anni, Laura viene affidata ai servizi sociali del comune di Pozzallo (Rg) per le sue condizioni psichiche e per quelle, di disagio sociale, della sua famiglia. i META' OTTOBRE '99 Periodo presumibile in cui Laura ha concepito il nascituro dopo un rapporto, forse consensuale, . con un coetaneo. J PRIMI DI NOVEMBRE I servizi sociali si accorgono che Laura è incinta. Viene parzialmente revocata la patria potestà alla famiglia e nominato tutore l'assessore ai Servizi sociali che deve decidere se farla abortire. J 27 NOVEMBRE II caso di Laura finisce sui giornali. j 28 NOVEMBRE Il tutore fa trasferire la ragazzina in una comunità alloggio per sottrarla al clamore. Avrebbe già deciso di non farla abortire. i 3 DICEMBRE Il tribunale dei minori di Catania dispone la revoca totale della patria potestà ai genitori (per qualche ora, a causa di un disguido, era rimasta interamente al solo padre naturale) e nomina un nuovo tutore, il medico di famiglia. J 10 DICEMBRE Il nuovo tutore comunica al tribunale per i minori la decisione di fare abortire Laura. Una malattia genetica che avrebbe potuto replicarsi sul nascituro ha spinto verso la scelta dell'intervento Il precedente tutore rimosso dal Tribunale: «Amareggiato per questa scelta finale» Un gruppo di manifestanti in strada contro l'aborto «Ritorna l'orrore nazista » «Ritorna l'orrore nazista » La condanna dell'Osservatore Romano ROMA «I disabili vengono trattati come cose, come oggetto della volontà degli altri»: con questo lapidario giudizio padre Gino Concetti ha commentato ieri sull'«Osservatore Romano» il caso della tredicenne psicolabile, che dopo essere rimasta incinta, dovrà abortire per decisione del suo tutore. «Nella vicenda della ragazza disabile di Pozzallo per la quale è stato deciso l'aborto forzato tornano, dopo cinquant'anni, gli orrori del razzismo nazista», afferma Concetti, aggiungendo inoltre che «l'essere umano che quella ragazza porta in grembo viene trattato comò rifiuto della società». Per l'editorialista dell'«Osservatore Romano» la decisione del tutore della ragazza «evoca episodi di barbarie di certe comunità, in cui vigeva lo "ius vitae et necis" (diritto di vita e di morte) in mano al capo, chiunque esso fosse». «Ma almeno afferma - non c'erano stati venti secoli di cristanesimo, non c'erano state le dichiarazioni solenni dei diritti universali in cui il diritto alla vita umana si proclama inviolabile, in cui l'aborto si definisce "abominevole delitto"». In conclusione, secondo Concetti, «in questa tragica vicenda la decisione umana ha raggiunto il vertice della follia e dell'iniquità». Anche Don Oreste Benzi, dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, si associa allo sdegno dell'editorialista vaticano. «Cosi la giovane viene violentata due volte. Perché viene nominato tutore il medico di famiglia? Perché non si fa l'esame del DNA? Perché deve prevalere la scelta del tutore sul grido della ragazza che vuole tenere il suo bambino? Perchè i ministeri interessati non intervengono?» si chiede Don Benzi. Nel dibattito sollevato da tante voci del mondo ecclesiastico è intervenuto anche il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile di Alleanza Nazionale per le politiche della famiglia, che ha presen¬ tato un'interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri della Solidarietà sociale, della Giustizia e della Sanità. «È assurdo, inconcepibile e inaccettabile ha dichiarato Pedrizzi - che una persona, per il solo fatto di essere psicolabile, sia considerata un oggetto e il figlio che porta in grembo, anche lui, una cosa su cui una terza persona abbia potere di vita e di morte. Chiediamo l'intervento immediato dei ministri competenti per impedire l'uccisione di una vita umana innocente, evitando che ai danni di questa ragazzina possa essere perpetrata una seconda, gravissima violenza che aggiungerebbe dolore al dolore e sofferenza alla sofferenza». Esterno alla politica, ma profondo conoscitore dei drammi e degli effetti che le violenze hanno sui minori, Ernesto Caffo, presidente di «Telefono Azzurro» lancia una proposta: «Per una tematica di questo tipo occorrerebbe, a mio giudizio, un collegio di persone compe¬ tenti che valutino, assieme a chi ha la responsabilità formale, ie scelte più opportune da adottare. Questo anche per liberare una singola persona da responsabilità eccessivamente onerose ed insostenibili. Nessuno, infatti, in un caso come questo, può pretendere di sapere quale sia la cosa più giusta da fare». «In un caso come quello di Laura prosegue Caffo - occorre fare delle scelte che siano il meno traumatiche e drammatiche possibili, sia per il minore sia per l'eventuale nuova creatura. Sono sempre e comunque scelte veramente difficili: in tutti i casi, non solo in questo, in cui si combinano e sono in gioco tutta una serie di fattori importantissimi e vitali, auspico sempre un collegio di persone competenti che possa decidere e valutare le cose, condividere i problemi sino ad arrivare ad una soluzione in cui tutti si sentano responsabili, sino infondo». [r. cri.] LE TAPPE DI UN DRAMMA m 1997 A11 anni, Laura viene affidata ai servizi sociali del comune di Pozzallo (Rg) per le sue condizioni psichiche e per quelle, di disagio sociale, della sua famiglia. i META' OTTOBRE '99 Periodo presumibile in cui Laura ha concepito il nascituro dopo un rapporto, forse consensuale, . con un coetaneo. J PRIMI DI NOVEMBRE I servizi sociali si accorgono che Laura è incinta. Viene parzialmente revocata la patria potestà alla famiglia e nominato tutore l'assessore ai Servizi sociali che deve decidere se farla abortire. J 27 NOVEMBRE II caso di Laura finisce sui giornali. j 28 NOVEMBRE Il tutore fa trasferire la ragazzina in una comunità alloggio per sottrarla al clamore. Avrebbe già deciso di non farla abortire. i 3 DICEMBRE Il tribunale dei minori di Catania dispone la revoca totale della patria potestà ai genitori (per qualche ora, a causa di un disguido, era rimasta interamente al solo padre naturale) e nomina un nuovo tutore, il medico di famiglia. J 10 DICEMBRE Il nuovo tutore comunica al tribunale per i minori la decisione di fare abortire Laura. Una malattia genetica che avrebbe potuto replicarsi sul nascituro ha spinto verso la scelta dell'intervento Il precedente tutore rimosso dal Tribunale: «Amareggiato per questa scelta finale» Un gruppo di manifestanti in strada contro l'aborto

Persone citate: Concetti, Don Benzi, Ernesto Caffo, Gino Concetti, Giovanni Xxiii, Oreste Benzi, Pedrizzi, Riccardo Pedrizzi

Luoghi citati: Catania, Pozzallo, Roma