«Tangente di 80 miliardi alla Cdu»

«Tangente di 80 miliardi alla Cdu» Sulla vendita di una raffineria dell'ex Ddr a Elf Aquitaine. Nuovi guai anche per l'Spd «Tangente di 80 miliardi alla Cdu» Le rivelazioni di un faccendiere Alberto Gini BONN La palude del sospetto si allarga attorno a Helmut Kohl: già sotto tiro da settimane per i fondi neri affluiti al Cdu quando ne era il padre e padrone, l'ex Cancelliere è ora chiamato in causa per presunte mazzette che sarebbero passate di mano fra misteriosi intermediari, ma non a sua insaputa, in occasione della vendita ad una società petrolifera francese di una grande raffineria nell'Est della Germania (ex DDR), quella di Leuna. Ma nel clima teso e «incattivito» del dicembre politico tedesco la ricerca degli illeciti, o anche solo delle irregolarità, da denunciare investe anche esponenti dell'altro grande partito popolare tedesco, i Socialdemocratici. Nel mirino dei due principali settimanali di informazione, «Spiegel» e «Focus», finisce così pure l'attuale presidente della repubblica Johannes Rau, giunto da pochi mesi al vertice dello Stato con i voti dell'Spd, cui viene addebitato di aver beneficiato di voli interni, quando era ancora ministro presidente del Nord-Reno/Vesfalia, a spese di una banca di interesse pubblico, la Westdeutsche Landesbank. L'appunto è mosso anche a Heinz Schleusser, compagno di partito di Rau e ministro delle Finanze della stessa regione. Gli addebiti vengono respinti con decisione, tanto più necessaria in quanto gh elettóri del Nord-Reno/Vestfalia a maggio si recheranno alle urne per un voto che potrebbe essere decisivo per le sorti del cancelliere Spd Gerhard Schroeder. A dare un nuovo colpo all'immagine già appannata di Kohl è un programma televisivo che fa capo al settimanale «Focus», «Focus Tv», che ha raccolto dichiarazioni di un faccendiere francese, André Guelfi. Quest'ultimo, a quanto ha reso noto ieri il programma anticipando i contenuti dell'intervista, ha affermato che attraverso un conto di una sua società nel Liechtenstein, la «Nobleplac», è transitata una somma pari a circa 80 miliardi di lire, «una commissione destinata a un partito tedesco». L'allora presidente francese Frangois Mitterand (morto nel 1996) e Kohl ne sarebbero stati informati, ha ancora dichiarato Guelfi, aggiungendo che il denaro doveva servire a «vincere le resistenze in Germania» contro la cessione della raffineria di Leuna, la più importante della ex Ddr, alla compagnia francese Elf Aquitaine, che con l'affare si aggiudicò anche un'importante rete di stazioni di servizio, la Minol. Il faccendiere ha affermato di avere appreso questi particolari dal suo mandante, il consigliere dell'Elf Hubert Le Blanc-Bellevaux, l'uomo che fu la chiave di volta, come ha scritto il quotidiano francese «Le Monde», della cessione della raffineria, passata ai francesi nel luglio del 1992. Blanc-Bellevaux è stato indagato in Francia ed è oggetto di un mandato di cattura emesso da un giudice svizzero incaricato di far luce su un giro sospetto di fondi (si parla di una somma pari a circa 100 miliardi di lire) fra Svizzera, Lussemburgo e Liechtenstein. Sempre secondo Guelfi, sul quale pure pende un mandato di cattura del giudice svizzero, l'importo dichiarato della transazione Leuna sarebbe stato tre volte superiore a quello reale. «Focus Tv» ha raccolto anche la testimonianza dell'ex commissario europeo alla concorrenza, Karel van Miert, che non è stato tenero con Kohl. Il governo da lui guidato, ha detto van Min, nonostante le ripetute sollecitazioni di Bruxelles contribuì di malavo glia a chiarire gli addebiti sollevati in relazione alla vicenda e trattenne per sè documenti che erano stati richiesti. L'ex cancelliere Helmut Kohl: un tramonto politico sempre più inquietante «Tangente di 80 miliardi alla Cdu» Sulla vendita di una raffineria dell'ex Ddr a Elf Aquitaine. Nuovi guai anche per l'Spd «Tangente di 80 miliardi alla Cdu» Le rivelazioni di un faccendiere Alberto Gini BONN La palude del sospetto si allarga attorno a Helmut Kohl: già sotto tiro da settimane per i fondi neri affluiti al Cdu quando ne era il padre e padrone, l'ex Cancelliere è ora chiamato in causa per presunte mazzette che sarebbero passate di mano fra misteriosi intermediari, ma non a sua insaputa, in occasione della vendita ad una società petrolifera francese di una grande raffineria nell'Est della Germania (ex DDR), quella di Leuna. Ma nel clima teso e «incattivito» del dicembre politico tedesco la ricerca degli illeciti, o anche solo delle irregolarità, da denunciare investe anche esponenti dell'altro grande partito popolare tedesco, i Socialdemocratici. Nel mirino dei due principali settimanali di informazione, «Spiegel» e «Focus», finisce così pure l'attuale presidente della repubblica Johannes Rau, giunto da pochi mesi al vertice dello Stato con i voti dell'Spd, cui viene addebitato di aver beneficiato di voli interni, quando era ancora ministro presidente del Nord-Reno/Vesfalia, a spese di una banca di interesse pubblico, la Westdeutsche Landesbank. L'appunto è mosso anche a Heinz Schleusser, compagno di partito di Rau e ministro delle Finanze della stessa regione. Gli addebiti vengono respinti con decisione, tanto più necessaria in quanto gh elettóri del Nord-Reno/Vestfalia a maggio si recheranno alle urne per un voto che potrebbe essere decisivo per le sorti del cancelliere Spd Gerhard Schroeder. A dare un nuovo colpo all'immagine già appannata di Kohl è un programma televisivo che fa capo al settimanale «Focus», «Focus Tv», che ha raccolto dichiarazioni di un faccendiere francese, André Guelfi. Quest'ultimo, a quanto ha reso noto ieri il programma anticipando i contenuti dell'intervista, ha affermato che attraverso un conto di una sua società nel Liechtenstein, la «Nobleplac», è transitata una somma pari a circa 80 miliardi di lire, «una commissione destinata a un partito tedesco». L'allora presidente francese Frangois Mitterand (morto nel 1996) e Kohl ne sarebbero stati informati, ha ancora dichiarato Guelfi, aggiungendo che il denaro doveva servire a «vincere le resistenze in Germania» contro la cessione della raffineria di Leuna, la più importante della ex Ddr, alla compagnia francese Elf Aquitaine, che con l'affare si aggiudicò anche un'importante rete di stazioni di servizio, la Minol. Il faccendiere ha affermato di avere appreso questi particolari dal suo mandante, il consigliere dell'Elf Hubert Le Blanc-Bellevaux, l'uomo che fu la chiave di volta, come ha scritto il quotidiano francese «Le Monde», della cessione della raffineria, passata ai francesi nel luglio del 1992. Blanc-Bellevaux è stato indagato in Francia ed è oggetto di un mandato di cattura emesso da un giudice svizzero incaricato di far luce su un giro sospetto di fondi (si parla di una somma pari a circa 100 miliardi di lire) fra Svizzera, Lussemburgo e Liechtenstein. Sempre secondo Guelfi, sul quale pure pende un mandato di cattura del giudice svizzero, l'importo dichiarato della transazione Leuna sarebbe stato tre volte superiore a quello reale. «Focus Tv» ha raccolto anche la testimonianza dell'ex commissario europeo alla concorrenza, Karel van Miert, che non è stato tenero con Kohl. Il governo da lui guidato, ha detto van Min, nonostante le ripetute sollecitazioni di Bruxelles contribuì di malavo glia a chiarire gli addebiti sollevati in relazione alla vicenda e trattenne per sè documenti che erano stati richiesti. L'ex cancelliere Helmut Kohl: un tramonto politico sempre più inquietante

Luoghi citati: Bruxelles, Ddr, Francia, Germania, Liechtenstein, Lussemburgo, Svizzera