D'Alema sfida la platea dei socialisti di Guido Tiberga

D'Alema sfida la platea dei socialisti Veltroni: il candidato per il 2001 lo sceglieremo insieme. Cossiga: Parisi a Palazzo Chigi? Io non ho obiezioni D'Alema sfida la platea dei socialisti «Io non sarò mai un ostacolo per il centrosinistra» Guido Tiberga inviato a FIUGGI Il sipario cala con un'imbarazzata stretta di mano tra Massimo D'Alema e Bobo Craxi, celebrato come un'icona vivente al grido di «Bettino, Bettino». La seconda giornata del congresso socialista si chiude così, dopo dieci ore di parole in cui si vede e sente di tutto: il presidente del Consiglio che manda Giuliano Amato in pasto ai leoni, Walter Veltroni che nega «automatismi» di sorta tra il premier di fine legislatura e la scelta del candidato per le prossime politiche, Francesco Cossiga che «non esclude» l'ipotesi di mettere Palazzo Chigi nelle mani di Arturo Parisi. D'Alema arriva a Fiuggi nel tardissimo pomeriggio, reduce dal summit di Helsinki e da un ingorgo sul raccordo anulare. Il clima m platea è teso, persino troppo per la dirigenza socialista: dopo i fischi che qua e là avevano interrotto Veltroni, Enrico Boselli, che il giorno prima aveva definito D'Alema «un problema per il centrosinistra», sale sul palco per ricordare ai suoi che un «partito serio accoglie gli ospiti con rispetto». Per una buona mezz'ora il premier vola alto: parla di Europa, di «nuovi ordini mondiali», di «pagine storiche» scritte con l'Italia «nel ruolo di protagonista». L'invito di Boselli funziona : il popolo socialista ascolta in silenzio, tradendo qualche momento di insofferenza quando D'Alema lancia i primi avvertimen¬ ti: «Il centro sinistra non è la leva obbligatoria», «Il bipolarismo non ci impone di stare insieme senza programmi e valori in comune», «La paura di perdere non è un valore abbastanza forte, specie per chi come me è stato tanto all'opposizione». Non mancano gli applausi, puntuali quando fl premier promette: «La coalizione, la politica, il progetto del centro-sinistra non troveranno in me, mai, un ostacolo», «La premiership è l'ultimo dei problemi», «entello che mi interessa è il progetto politico», «Non voglio ingabbiare nessuno, non vo¬ glio il partito unico...». Sono le schermaglie che preludono allo schiaffo finale. D'Alema prima si dice «sorpreso» che «proprio dal congresso dei socialisti italiani» si alzi la richiesta di un moderato a Palazzo Chigi. Poi scaglia il colpo più duro: «Non nascondo di aver potuto sbagliare con voi - attacca, guadagnandosi l'ultimo applauso -. Voi avete sostenuto il governo dell'Ulivo dove i socialisti non c'erano. A me si può rimproverare di avervi rappresentato in modo inadeguato, ma io ho riportato un socialista ai governo del Paese, con la personalità di Giuliano Amato che rappresenta tanta...». Il premier non riesce a concludere la frase: l'accenno al ministro del Tesoro, che non ha mai aderito allo Sdì, scatena la rabbia della platea: urla, fischi, qualche insulto. D'Alema sorride e colpisce. «Vi chiedo perdono. Avevo capito che lo avevate proposto come primo ministro. Pensavo di rendergli omaggio...». I fischi non si fermano, e D'Alema insiste nell'irrisione: «Vi chiedo scusa: evidentemente sono gli equivoci dei giornali. Perdonatemi, ma in fondo io ho soltanto citato un nome...». Boselli, in serata, promette una risposta per questa mattina. A lui come a Veltroni, venuto qui a garantire «autonomia e identità» agli alleati socialisti che accusano la Quercia di volerli schiacciare. 11 leader diessino giura che lo Sdì «non dà fastidio», che «nessuno ha mai pensato di indebolirlo»: essere diversi, aggiunge, «non significa essere nemici». Sul tema più caldo, dopo l'ultimatum lanciato venerdì da Boselli, Veltroni non chiude le porte: D'Alema, dice, ha lavorato bene e deve restare fino alle elezio- ni. In vista di quell'appuntamento, però, nulla si può dare per scontato: «La scelta del premier - spiega avverrà attraverso le procedure che sceglieremo insieme: le primarie, o la designazione da parte dei gruppi parlamentari come vorrebbe Boselli. Ripeto: non ci sono automatismi, mi immagino che non ci siano neppure pregiudiziali...». Una posizione, quella di Veltroni, che non convince affatto Francesco Cossiga che nel suo intervento ha messo in guardia gli alleati della maggioranza: nessuna «demonizzazione» nei confronti di Silvio Berlusconi. E che per «l'amico» Craxi ha avuto parole di ammirazione: «da presidente del Consiglio e da segretario dei socialisti ha reso grandi servigi alla vita e alla dignità del nostro Paese». L'inventore del Trifoglio, in mattinata, era stato esigente: se la verifica di gennaio non riguarderà solo il programma di fine legislatura, ma anche la stnittura della coalizione, l'uomo per il 2001 andrà scelto subito. «Non è pensabile che si scelga oggi un leader per il governo e poi lo si cambi alla vigilia delle elezioni - spiega -. E' un problema di credibilità». In privalo, un'aggiunta più esplicita: «C'è chi dice che sulla poltrona di D'Alema possa sedere il mio amico Arturo Parisi. Non ho nessuna obiezione politica o personale nei suoi riguardi. Anzi, con lui mi piacerebbe partecipare alla compagine come ministro senza portafoglio...». QUANTO PESA LO SDÌ té Presidente del partito: Enrico Boselli E' affiancato da un comitato di presidenza di 29 membri e da 2 coordinatori: Ugo Intini e Gianfranco Schietronu. 74.322 iscritti hanno scelto i 442 delegati per partecipare a! Congresso a Fiuggi. & 29 consiglieri regionali, 144 consiglieri provinciali. ^. Alle Europee del giugno '99 ha ottenuto 671.820 voti pari al 2,2%. & Alle Regionali delia Sardegna il S%. S Alle Provinciali il 3,8%. <S Alle Comunali il 4, l%. ^0 3 senatori in carica: Ottaviano Del Turco, Maria Rosaria Manieri e Cesare Marini. 8 deputati: Enrico Boselli, Giuseppe Albcrtini. Enzo Cetemigna, Giovanni Crema, Sergio Fumagalli, Tiziana Parenti, Gianfranco Schìetroma, Roberto Villetti. ^ Partecipa al governo con il ministro per la Funzione pubblica, Angelo Piazza, un sottosegretario agli Interni, Alberto La Volpe, un sottosegretario alle Finanze. Gianfranco Schìetroma. D'Alema sfida la platea dei socialisti Veltroni: il candidato per il 2001 lo sceglieremo insieme. Cossiga: Parisi a Palazzo Chigi? Io non ho obiezioni D'Alema sfida la platea dei socialisti «Io non sarò mai un ostacolo per il centrosinistra» Guido Tiberga inviato a FIUGGI Il sipario cala con un'imbarazzata stretta di mano tra Massimo D'Alema e Bobo Craxi, celebrato come un'icona vivente al grido di «Bettino, Bettino». La seconda giornata del congresso socialista si chiude così, dopo dieci ore di parole in cui si vede e sente di tutto: il presidente del Consiglio che manda Giuliano Amato in pasto ai leoni, Walter Veltroni che nega «automatismi» di sorta tra il premier di fine legislatura e la scelta del candidato per le prossime politiche, Francesco Cossiga che «non esclude» l'ipotesi di mettere Palazzo Chigi nelle mani di Arturo Parisi. D'Alema arriva a Fiuggi nel tardissimo pomeriggio, reduce dal summit di Helsinki e da un ingorgo sul raccordo anulare. Il clima m platea è teso, persino troppo per la dirigenza socialista: dopo i fischi che qua e là avevano interrotto Veltroni, Enrico Boselli, che il giorno prima aveva definito D'Alema «un problema per il centrosinistra», sale sul palco per ricordare ai suoi che un «partito serio accoglie gli ospiti con rispetto». Per una buona mezz'ora il premier vola alto: parla di Europa, di «nuovi ordini mondiali», di «pagine storiche» scritte con l'Italia «nel ruolo di protagonista». L'invito di Boselli funziona : il popolo socialista ascolta in silenzio, tradendo qualche momento di insofferenza quando D'Alema lancia i primi avvertimen¬ ti: «Il centro sinistra non è la leva obbligatoria», «Il bipolarismo non ci impone di stare insieme senza programmi e valori in comune», «La paura di perdere non è un valore abbastanza forte, specie per chi come me è stato tanto all'opposizione». Non mancano gli applausi, puntuali quando fl premier promette: «La coalizione, la politica, il progetto del centro-sinistra non troveranno in me, mai, un ostacolo», «La premiership è l'ultimo dei problemi», «entello che mi interessa è il progetto politico», «Non voglio ingabbiare nessuno, non vo¬ glio il partito unico...». Sono le schermaglie che preludono allo schiaffo finale. D'Alema prima si dice «sorpreso» che «proprio dal congresso dei socialisti italiani» si alzi la richiesta di un moderato a Palazzo Chigi. Poi scaglia il colpo più duro: «Non nascondo di aver potuto sbagliare con voi - attacca, guadagnandosi l'ultimo applauso -. Voi avete sostenuto il governo dell'Ulivo dove i socialisti non c'erano. A me si può rimproverare di avervi rappresentato in modo inadeguato, ma io ho riportato un socialista ai governo del Paese, con la personalità di Giuliano Amato che rappresenta tanta...». Il premier non riesce a concludere la frase: l'accenno al ministro del Tesoro, che non ha mai aderito allo Sdì, scatena la rabbia della platea: urla, fischi, qualche insulto. D'Alema sorride e colpisce. «Vi chiedo perdono. Avevo capito che lo avevate proposto come primo ministro. Pensavo di rendergli omaggio...». I fischi non si fermano, e D'Alema insiste nell'irrisione: «Vi chiedo scusa: evidentemente sono gli equivoci dei giornali. Perdonatemi, ma in fondo io ho soltanto citato un nome...». Boselli, in serata, promette una risposta per questa mattina. A lui come a Veltroni, venuto qui a garantire «autonomia e identità» agli alleati socialisti che accusano la Quercia di volerli schiacciare. 11 leader diessino giura che lo Sdì «non dà fastidio», che «nessuno ha mai pensato di indebolirlo»: essere diversi, aggiunge, «non significa essere nemici». Sul tema più caldo, dopo l'ultimatum lanciato venerdì da Boselli, Veltroni non chiude le porte: D'Alema, dice, ha lavorato bene e deve restare fino alle elezio- ni. In vista di quell'appuntamento, però, nulla si può dare per scontato: «La scelta del premier - spiega avverrà attraverso le procedure che sceglieremo insieme: le primarie, o la designazione da parte dei gruppi parlamentari come vorrebbe Boselli. Ripeto: non ci sono automatismi, mi immagino che non ci siano neppure pregiudiziali...». Una posizione, quella di Veltroni, che non convince affatto Francesco Cossiga che nel suo intervento ha messo in guardia gli alleati della maggioranza: nessuna «demonizzazione» nei confronti di Silvio Berlusconi. E che per «l'amico» Craxi ha avuto parole di ammirazione: «da presidente del Consiglio e da segretario dei socialisti ha reso grandi servigi alla vita e alla dignità del nostro Paese». L'inventore del Trifoglio, in mattinata, era stato esigente: se la verifica di gennaio non riguarderà solo il programma di fine legislatura, ma anche la stnittura della coalizione, l'uomo per il 2001 andrà scelto subito. «Non è pensabile che si scelga oggi un leader per il governo e poi lo si cambi alla vigilia delle elezioni - spiega -. E' un problema di credibilità». In privalo, un'aggiunta più esplicita: «C'è chi dice che sulla poltrona di D'Alema possa sedere il mio amico Arturo Parisi. Non ho nessuna obiezione politica o personale nei suoi riguardi. Anzi, con lui mi piacerebbe partecipare alla compagine come ministro senza portafoglio...». QUANTO PESA LO SDÌ té Presidente del partito: Enrico Boselli E' affiancato da un comitato di presidenza di 29 membri e da 2 coordinatori: Ugo Intini e Gianfranco Schietronu. 74.322 iscritti hanno scelto i 442 delegati per partecipare a! Congresso a Fiuggi. & 29 consiglieri regionali, 144 consiglieri provinciali. ^. Alle Europee del giugno '99 ha ottenuto 671.820 voti pari al 2,2%. & Alle Regionali delia Sardegna il S%. S Alle Provinciali il 3,8%. <S Alle Comunali il 4, l%. ^0 3 senatori in carica: Ottaviano Del Turco, Maria Rosaria Manieri e Cesare Marini. 8 deputati: Enrico Boselli, Giuseppe Albcrtini. Enzo Cetemigna, Giovanni Crema, Sergio Fumagalli, Tiziana Parenti, Gianfranco Schìetroma, Roberto Villetti. ^ Partecipa al governo con il ministro per la Funzione pubblica, Angelo Piazza, un sottosegretario agli Interni, Alberto La Volpe, un sottosegretario alle Finanze. Gianfranco Schìetroma.

Luoghi citati: Europa, Fiuggi, Helsinki, Italia, Sardegna