L'Asinello e i «signori delle tessere» di Fabio Martini

L'Asinello e i «signori delle tessere» DEMOCRATICI VERSO L'ASSEMBLEA NAZIONALE RUTELLI: «I NOSTRI SIMPATIZZANTI SONO UNA MINIERA» L'Asinello e i «signori delle tessere» : A Roma un congresso stile Prima Repubblica reportage Fabio Martini ROMA A parola a Francesco Ru telli...». Nel salone semi Ivuoto dell'hotel Ergile 145 presenti applaudono sommessamente, ma al piano superiore - dove si vota • c'è ben altra animazione: centinaia di persone in fila, vocianti, attendono di scrivere le proprie preferenze. Per poi filarsela, senza ascoltare una parola del congresso. Ci sono due ragazzi con la sciarpa della Roma, una ragazzina còl minitop che lascia scoperto l'ombelico e c'è persino un gruppo che sbarca du un pullman, vota e riparte subito per i paesi della provincia. Curioso, curiosissimo il clima al congresso romano dell'Asinelio, movimento che ha fatto del rinnovamento della politica la propria bandiera. Congresso cruciale quello di Roma visto che nella Capitale gli iscritti' sono un numero record - oltre 14.0000 - e visto che i Democratici governano la città. Dopo i contrasti dei giorni scorsi tra Parisi e Di Pietro, dopo le magagne scoperte nel tesseramento da 90.000 iscritti, il congresso provinciale di Roma si preannunciava come un test, eloquente. Per pesare le forze. Per sondare gli umori, ma anche per scoprire il "popolo" dell'Asinelio, in una città tradizionalmente attratta da chi è al potere. Certo, i congressi provinciali sopportano il peso : di una decisiva anomalia: con una macchina organizzativa ancora in erba, i Democratici non sono stati in grado di articolare assemblee di sezione e dunque, per fare il caso di Roma, i 14.000 tesserati avevano un unico seggio elettorale: quello dell'hotel Ergife. Come dire: la folla ai seggi era nel conto. E per chi arriva di prima mattina all'albergone sulla via Aurelia, l'antifona è subito chiara: all'ingresso campeggia un unico cartello con freccia: «accrediti e votazioni». E nella hall diventano chiari i referenti culturali: su un tavolo appaiono i libri di Rutelli e Bordini, ma anche la rivista "30 giorni", vicina al CI. Negli interventi di base riecheggiano i motivi e luoghi comuni cari ai leader («siamo per la contaminazione di sguardi e di idee diverse», «l'elettore è il signore della democrazia», «nessuno ha diritto di essere felice da solo»), anche se l'afflusso dei delegati aiuta meglio a capire l'Asinelio romano. Mentre parla Rutelli, per esempio, entra all'Ergife Marco Bucarelli, già leader delle cooperative cielline" alleate di Vittorio Sbardella. Dopo essere stato additato dalla sinistra come la quintessenza del male, dopo aver trascorso qualche mese in carcere, ora Bucarelli ha fatto votare Asinelio, lui stesso è un iscritto e, da dirigente della holding "La Cascina", è diventato uno dei principali percettori di appalti nel campo delle mense e dell'assistenza agli anziani. E i "ciellini" romani - ora diventati "buoni" per la sinistra - si sono fatti sentire in congresso con il consigliere comunale Assogna: «Un nuovismo senza radici, come dice Ruganti¬ no, è come 'na casa che nun se regge in piedi». E seduto in platea Raffaello Fellah, l'altro patron dello coop, è ancora più chiaro: «La lezione della de è ancora valida. Rutelli? E' il futuro Andreotti della politica italiana». Seduti sul palco sorridono i due "signori delle tessere" dell'Asinelio romano: l'assessore comunale allo Sport Riccardo Milana (ex de) e Simone Gargano (ex de, ex Dini) accreditati di quasi 4000 tessere. Ben altra musica suona, in un'altra parte della sala, Carla Mazzuca, senatrice dipietri sta: «Stanno cercando di screditare Di Pietro con la storia delle tessere, ma sono gli altri che vogliono allargare le maglie, Anche nei democratici ci sono i feudi». Una piccola Babele aura versata da veleni che France sco Rutelli cerca di riunifica re così: «Da quando faccio politica, sento parlare di nuovi modelli di partito, ma sti modelli non si sono mai visti. E' molto difficile fare qualcosa di nuovo in politica, qualcosa che sia a metà tra la politica degli apparati e quella televisiva», eppure, «le migliaia di persone che hanno deciso di adorire ai Democratici sono una cosa veramente insolita, rappresentano una miniera». E sulla Grande Politica, Rutelli conferma di essere il capofila dei moderati dell'Asinelio: «Dobbiamo evitare sia il pericolo di un'egemonia Ds sia il ricatto dei piccoli partiti», ma «tutto questo non ci deve portare a giocare allo sfascio, al tanto peggio, tanto meglio» e dunque i democratici «saranno accanto all'attuale governo senza propositi die intuivi», «non daranno la botta per farlo cadere». Ci sono vecchi de ed ex leader delle cooperative cielline alleate di Sbardella Arriva un pullman, scaricagli iscritti che vanno a votare e subito ripartono Antonio Di Pietro e Arturo Parisi: i due leader dell'Asinelio che nei giorni scorsi hanno polemizzato L'Asinello e i «signori delle tessere» DEMOCRATICI VERSO L'ASSEMBLEA NAZIONALE RUTELLI: «I NOSTRI SIMPATIZZANTI SONO UNA MINIERA» L'Asinello e i «signori delle tessere» : A Roma un congresso stile Prima Repubblica reportage Fabio Martini ROMA A parola a Francesco Ru telli...». Nel salone semi Ivuoto dell'hotel Ergile 145 presenti applaudono sommessamente, ma al piano superiore - dove si vota • c'è ben altra animazione: centinaia di persone in fila, vocianti, attendono di scrivere le proprie preferenze. Per poi filarsela, senza ascoltare una parola del congresso. Ci sono due ragazzi con la sciarpa della Roma, una ragazzina còl minitop che lascia scoperto l'ombelico e c'è persino un gruppo che sbarca du un pullman, vota e riparte subito per i paesi della provincia. Curioso, curiosissimo il clima al congresso romano dell'Asinelio, movimento che ha fatto del rinnovamento della politica la propria bandiera. Congresso cruciale quello di Roma visto che nella Capitale gli iscritti' sono un numero record - oltre 14.0000 - e visto che i Democratici governano la città. Dopo i contrasti dei giorni scorsi tra Parisi e Di Pietro, dopo le magagne scoperte nel tesseramento da 90.000 iscritti, il congresso provinciale di Roma si preannunciava come un test, eloquente. Per pesare le forze. Per sondare gli umori, ma anche per scoprire il "popolo" dell'Asinelio, in una città tradizionalmente attratta da chi è al potere. Certo, i congressi provinciali sopportano il peso : di una decisiva anomalia: con una macchina organizzativa ancora in erba, i Democratici non sono stati in grado di articolare assemblee di sezione e dunque, per fare il caso di Roma, i 14.000 tesserati avevano un unico seggio elettorale: quello dell'hotel Ergife. Come dire: la folla ai seggi era nel conto. E per chi arriva di prima mattina all'albergone sulla via Aurelia, l'antifona è subito chiara: all'ingresso campeggia un unico cartello con freccia: «accrediti e votazioni». E nella hall diventano chiari i referenti culturali: su un tavolo appaiono i libri di Rutelli e Bordini, ma anche la rivista "30 giorni", vicina al CI. Negli interventi di base riecheggiano i motivi e luoghi comuni cari ai leader («siamo per la contaminazione di sguardi e di idee diverse», «l'elettore è il signore della democrazia», «nessuno ha diritto di essere felice da solo»), anche se l'afflusso dei delegati aiuta meglio a capire l'Asinelio romano. Mentre parla Rutelli, per esempio, entra all'Ergife Marco Bucarelli, già leader delle cooperative cielline" alleate di Vittorio Sbardella. Dopo essere stato additato dalla sinistra come la quintessenza del male, dopo aver trascorso qualche mese in carcere, ora Bucarelli ha fatto votare Asinelio, lui stesso è un iscritto e, da dirigente della holding "La Cascina", è diventato uno dei principali percettori di appalti nel campo delle mense e dell'assistenza agli anziani. E i "ciellini" romani - ora diventati "buoni" per la sinistra - si sono fatti sentire in congresso con il consigliere comunale Assogna: «Un nuovismo senza radici, come dice Ruganti¬ no, è come 'na casa che nun se regge in piedi». E seduto in platea Raffaello Fellah, l'altro patron dello coop, è ancora più chiaro: «La lezione della de è ancora valida. Rutelli? E' il futuro Andreotti della politica italiana». Seduti sul palco sorridono i due "signori delle tessere" dell'Asinelio romano: l'assessore comunale allo Sport Riccardo Milana (ex de) e Simone Gargano (ex de, ex Dini) accreditati di quasi 4000 tessere. Ben altra musica suona, in un'altra parte della sala, Carla Mazzuca, senatrice dipietri sta: «Stanno cercando di screditare Di Pietro con la storia delle tessere, ma sono gli altri che vogliono allargare le maglie, Anche nei democratici ci sono i feudi». Una piccola Babele aura versata da veleni che France sco Rutelli cerca di riunifica re così: «Da quando faccio politica, sento parlare di nuovi modelli di partito, ma sti modelli non si sono mai visti. E' molto difficile fare qualcosa di nuovo in politica, qualcosa che sia a metà tra la politica degli apparati e quella televisiva», eppure, «le migliaia di persone che hanno deciso di adorire ai Democratici sono una cosa veramente insolita, rappresentano una miniera». E sulla Grande Politica, Rutelli conferma di essere il capofila dei moderati dell'Asinelio: «Dobbiamo evitare sia il pericolo di un'egemonia Ds sia il ricatto dei piccoli partiti», ma «tutto questo non ci deve portare a giocare allo sfascio, al tanto peggio, tanto meglio» e dunque i democratici «saranno accanto all'attuale governo senza propositi die intuivi», «non daranno la botta per farlo cadere». Ci sono vecchi de ed ex leader delle cooperative cielline alleate di Sbardella Arriva un pullman, scaricagli iscritti che vanno a votare e subito ripartono Antonio Di Pietro e Arturo Parisi: i due leader dell'Asinelio che nei giorni scorsi hanno polemizzato

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