Per la casa il registro diventa telematico di Gian Carlo Fossi

Per la casa il registro diventa telematico Dalla fine di giugno nelle compravendite si potranno eliminare le scartoffie Per la casa il registro diventa telematico Immobili pubblici, via alle cessioni Gian Carlo Fossi ROMA Dal 30 giugno 2000 si potrà effettuare una compravendita immobiliare per via telematica senza ricorrere alle tradizionali scartoffie. Lo prevede un decreto legislativo, approvato ieri dal consiglio dei ministri, nell'ambito di una serie di norme dirette a realizzare con procedure telematiche la registrazione degli atti e la loro trascrizione, iscrizione e annotazione sui registri immobiliari. E' un provvedimento importante, sottolinea il sottosegretario alla presidenza del consiglio Bassanini, destinato a facilitare gli atti di compravendita di immobili in coincidenza anche con la sostanziosa dismissione di alloggi di edilizia residenziale pubblica approvata ieri in aula dalla dalla camera dei deputati, che marcia a tappe forzate verso il varo definitivo della finanziaria 2000. E sulla stessa lunghezza d'onda assume rilievo la richiesta pressante di regole certe, trasparenza del mercato, minore pressione fiscale, servizi più efficaci espressa ieri dagli operatori del mercato immobiliare al convegno su «Fisco e Casa» organizzato a Roma nel quadro della seconda rassegna del mercato immobiliare (Rimi). Gli articoli sulla dismissione sono passati con qualche modifica rispetto al testo del Senato, mentre in una riunione fra governo e maggioranza ha preso corpo la possibilità di uh alleggerimento dell'imposta di successione e di sgravi fiscali per il settore turistico-albergniero. Con un emendamento, rivendicato da Lega Nord, si dice «no» al conflitto di interessi tra consulenti e acquirenti nel processo di vendita del patrimonio immobiliare pubblico. Cioè, in sostanza, chi valuta per conto degli enti proprietari il valore degli immobili in vendita, non potrà essere anche acquirente; regole severe pure per gli agenti immobiliari. Con un altro emendamento salta, fra le proteste dei Verdi, la disposizione che avrebbe escluso dalle vendite immobiliari gli spazi verdi delle città italiane e tutti i terreni ad uso non agricolo come boschi e demani. Scompare la norma sulla vendita delle cosidette case popolari di proprietà dei comuni, finita per un equivoco nel testo approvato a Palazzo Madama; e, con un ulteriore emendamento, si dispone che gli alloggi in edifici pubblici di pregio di proprietà degli enti pubblici, ormai conosciute come le case dei «vip», saranno offerti in vendita con diritto di prelazione per gli inquilini ad un prezzo pari a quello di mercato di quelli liberi, eliminando così lo sconto del 15% previsto inizialmente: per alloggi di pregio si intende, si precisa, si intendono quelle case il cui valore supera del 70% (in precedenza, 50%) la media del valore degli immobili nel comune in questione. Intanto, non si placano le polemiche sul compromesso raggiunto per il problema esplosivo della parità tra scuole pubbliche e scuole private. «Il Ppi - osserva il segretario Castagnetti - ha raggiunto il suo obiettivo, mentre dal Polo sono giunte solo chiacchiere e nessuna proposta». Ribatte Aprea di Fi: «Ci vuole solo l'acrobazia dialettica di Castagnetti per sostenere che i popolari escono vincitori». Il sottosegretario Franco Bassanini

Persone citate: Aprea, Bassanini, Castagnetti, Franco Bassanini, Rimi

Luoghi citati: Roma