Benzina, il governo studia gli incentivi di Roberto Ippolito

Benzina, il governo studia gli incentivi Si preparano le misure per facilitare l'eliminazione delle vetture non catalizzate. Possibili sgravi sulle immatricolazioni Benzina, il governo studia gli incentivi Letta: ci saranno. Visco: nulla è stato deciso Roberto Ippolito ROMA Le gloriose 500, le inesauribili Mini, gli ancora arzilli Maggiolini attendono di conoscere il destino. Devono sapore se troveranno ancora per un unno, come sombra, la benzina super grazie alla quale camminano. I proprietari di auto non catalizzate e non in grado di usare il carburante verde senza piombo e non inquinante sono in ansia: si chiedono se per sbarazzarsene dopo anni di fedele servizio saranno aiutati dallo Stato. Perora nessuna risposta da parte del governo, incerto sul da farsi. Niente di deciso, assicura il ministro dello Finanze Vincenzo Visco. Lo misure «ci saranno» garantisce invece sin da ora il ministro per le Politiche comunitarie Enrico Letta. Ma per il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi è prematuro parlarne. Ronchi spiega che per lui «la questione tempo è rilevante; un conto è se abbiamo davunti a noi due anni per mettere al bando la super, un conto se invece ne abbiamo uno solo». I due anni sono quelli chiesti dal governo italiano per prorogare la messa al bando della super, decisa con una direttiva europea a partire dal primo gennaio 2000. Un anno è la proroga che la commissione europea è intenzionata a concedere, ma che non ha ancora concesso, e che è poco gradita: Visco annuncia che «l'Italia spingerà» per ottenere il massimo slittamento della scomparsa della super e Ronchi parla di trattativa aperta. Cinque anni è il ritardo massimo consentito dalla direttiva per particolari situazioni socio-economiche per porre fuori leggo la super come ricorda Letta critico verso la Commissione. La stessa direttiva europea comunque consente ai singoli Paesi di riconoscere incentivi a chi rinuncia alle vecchie auto, per cambiarle o modificarle in modo da permettere l'uso della verde. Incentivi che il governo sta studiando e sembrano avvicinarsi. Visco, da Helsinki dove è impegnato per il consiglio europeo, fa sapere però che le voci sulle possibili misure sono «solo indiscrezioni giornalistiche» e «non hanno nulla di concreto». Letta sostiene che già «ci sono diverse ipotesi allo studio», ipotesi «che nei prossimi giorni verranno messe a punto e presentate». Ronchi ammette la possibilità di incentivi, escludendo però una rottamazione-bis, cioè la replica degli sconti fiscali concessi dal governo di Romano Prodi (oggi passato alla presidenza della Commissione europea) per il rinnovo del parco auto italiano. Per il ministro dell'Ambiente sono possibili varie forme di agevolazioni, facilitazioni per il cambio di proprietà o misure fiscali di altra natura. Le ipotesi di cui si parla con maggiore insistenza consistono in sgravi fiscali per le immatricolazioni e il bollo per chi rottama la vecchia auto e ne compra una usata catalizzata. Ma si parla di contributi anche per chi dà l'ad¬ dio alla vettura superata dai tempi e non ne acquista una nuova. Il bollo potrebbe essere annullato per un anno. E le case automobilistiche e i concessionari potrebbero essere chiamati a dare un loro contributo. Per una Punto 1100 del 1993 non catalizzata l'abbuono potrebbe essere pari a 200 mila lire per il bollo e 600 mila per il passaggio di proprietà. I costi totali immaginata per lo Stato sarebbero pari a 1200 miliardi. Gli incentivi che sono ventilati dovrebbero dare una mano ai proprietari di auto per i quali si profila una perdita di 10 mila miliardi: tanto valgono complessivamente i circa cinque milioni di auto non catalizzate che non possono usare la benzina verde o non sono riconvertibili e quindi non valgono nulla. E' l'Automobile Club a dare l'allarme per l'impatto dell'applicazione della direttiva europea. La Fondazione Caracciolo, il centro studi dell'Ari, stima che sono 4,9 milioni le auto destinate a scomparire dalle strade perchè immatricolate prima del 1984 (quando fu intrdotta la verde) e non possono in alcun modo funzionare con il carburante senza piombo. Sono 3,68 milioni, sempre secondo l'Aci, le auto non catalizzate immatricolate tra il 1984 e l'89 che possono essere adeguate per usare la benzina verde. Le non catalizzate datate dal 1989 in poi possono utilizzare la verde (ma in California è stato proibito l'additivo Mtbe per la benzina pulita ritenuto cancerogeno). L'Ari sostiene che costerà 120 mila miliardi agli italiani adeguare il parco macchine per usare solo benzina verde. E costerebbe addirittura 400 mila miliardi sostituire tutte le auto non catalizzate per comprarne altre nuove funzionanti con la verde. Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente, sostiene sul «Giornale» che entro il 2005 circa 15 milioni di auto saranno deprezzate anche se in grado di usare la verde perché non rispetteranno i limiti antinquinamento previsti per il 2005. e c@sr a piedi Ecco dove e come si svolgerò l'iniziativa città senza auto. QUANDO domenica 23 e 30 gennaio. Dove nella città italiane che vi aderiscono volontariamente. PRSME ADESIONE 20 città hanno aderito alla riunione di oggi e solo 13 vi hanno partecipato: Catania, Firenze, Mantova, Modena, Palermo, Pistoia, Roma, Torino, Trento. Trieste, Vercelli, Reggio Emilia, Reggio Calabria. CHI SUCCIDI Sì allargano le isole pedonali e aumentano le zone a traffico limitato, da concordare. ORARIO Le città devono decidere un orario minimo valido per tutte di chiusura alle auto. «MA