Una Milano divisa ricorda piazza Fontana di Paolo Colonnello

Una Milano divisa ricorda piazza Fontana Trent'anni dopo la strage manifestazioni antifasciste (con Fo e Diliberto) contro l'iniziativa «istituzionale» Una Milano divisa ricorda piazza Fontana Polemica sul convegno del Comune «che non intende indicare responsabilità» Paolo Colonnello MILANO Trent'anni dopo è una città ancora divisa quella che si accinge a ricordare tra oggi e domani l'anniversario della strage di Piazza Fontana. Ai cortei e alle commemorazioni dei lami bari delle vittime e dei vari comitati antifascisti, cui parteciperanno tra gli altri il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto e il premio Nobel Dario Fo, si contrappone infatti un'iniziativa di Palazzo Marino, prevista per lunedì, che il presidente del Consiglio comunale Massimo De Carolis ha presentato ieri come un convegno «che non intende indicare responsabilità, perché io sono ostile al concetto di strage di Stato» e che sarà l'unico "v'ero momento «istituzionale» riconosciuto dal governo del la città. Una distanza tra la piazza e il palazzo talmente incolmabile che De Carolis sottolinea ammettendo di non essere sicuro che il gonfalone di Milano parteciperà ai cortei, «mentre ci sarà sicuramente al convegno». C'è il rischio insomma che la ferita mai rimarginata della bomba nella banca dell'Agricoltura del 12 dicembre 1969 (16 morti, 84 feriti), venga incisa ancora una volta dalle polemiche tra destra e sinistra e dai ritardi di una giustizia che pur avendo scoperto molte cose (ivi compresa la partecipazione alla strage di alcuni esponenti dei servizi segreti) tutt'ora non ha saputo o potuto dare risposte definitive: se il secolo si chiude con il ricordo di una strage di tre decenni fa, il nuovo millennio si aprirà con l'ottavo processo per quell'attentato, dopo ben 5 istruttorie. Il 16 febbraio del Duemila la Corte d'assise di Milano chiamerà sul banco degli imputati quattro persone, l'imprenditore Delfo Zorzi, latitante in Giappone, il medico veneziano Carlo Maria Maggi, l'ex leader del gruppo neofascista milanese «La Fenice», Giancarlo Ro¬ gnoni, e l'esperto d'armi e presunto referente della Cia, Carlo Vigilio. Per la procura sono loro i responsabili della strage, insieme a Franco Preda e Giovanni Ventura, ormai non più processabili dopo le assoluzioni nei processi di Catanzaro e Bari. Trent'anni di dolore che dunque Palazzo Marino commemorerà con questo convegno intitolato semplicemente «Milano ricorda», durante il quale, alla presenza del ministro della Difesa Carlo Scognamiglio, prenderanno la parola, oltre allo stesso De Carolis, l'ex direttore del Corriere Piero Ostellino, il consulente della Commissione stragi Aldo Giannuh, il senatore di Forza Italia Livio Caputo (ex direttore della Notte), il senatore di An, Alfredo Mantica, il senatore" Ds, Carlo Smaniglia, il senatore Pro, Fausto.Co', della Commissione stragi, e l'ex ministro degli Interni leghista, Roberto Maroni. E che invece l'associazione nazionale familiari delle vittime di Piazza Fontana, affronterà sia con un convegno oggi, e sempre a Palazzo Marino («a loro la sala Alessi è stata prestata», sottolinea puntuale il solito De Carolis), cui parteciperanno tra gli altri il presidente della Commissione stragi Giovanni Pellegrino, sia con una manifestazione che partirà domenica pomeriggio da piazza della Scala e che vedrà la presenza del ministro Oliviero Diliberto. Al termine, una parte dei partecipanti salirà sul treno organizzato da Dario Fo e Franca Rame (per il quale le Ferrovie hanno chiesto e ottenuto il pagamento di un affitto di trentanove milioni) che, partendo da Brescia, toccherà tutte le stazioni d'Italia colpite dagli attentati: da Bologna a Firenze, per concludersi a Roma, dove le «sagome» delle vittime e gli «arazzi» • su Ile stragi disegnati dagli studenti di una trentina di Accademie artistiche sfileranno per la capitale ricordando tutti i morti di questi anni.