L'Ue contro Mosca: non sono solo parole di Maurizio Molinari

L'Ue contro Mosca: non sono solo parole La risoluzione alla vigìlia della scadenza dell'ultimatum del presidente russo per l'attacco finale a Grozny L'Ue contro Mosca: non sono solo parole «A rischio cooperazione economica e aiuti finanziari» Maurizio Molinari inviato a HELSINKI Alla vigilia della scadenza dell'ultimatum russo per l'attacco finale a Grozny, l'Unione Europea chiede alla Russia di porre fine alla sua campagna militare in Cecenia e, in caso contrario, minaccia la sospensione di importanti accordi commerciali. Al termine della prima giornata di lavori i leader dei quindici Paesi dell'Ue hanno raggiunto l'accordo su un testo che unisce pressione politica e minaccia di provvedimenti economici verso la Russia anche se il termine «sanzioni» non viene mai adoperato. «Condanniamo gli intensi bombardamenti sulle città eocene che minacciano di spianare Grozny e l'ultimatum lanciato dai comandanti militari - si legge in cima alla "Dichiarazione sulla Cecenia" - così come il trattamento inaccettabile nei confronti dei profughi». Dopo la condanna politica, il giudizio morale: «Questo comportamento è in contraddizione con i basilari prìncipi della legge umanitaria e contro gli impegni assunti dalla Russia» davanti alla Comunità internazionale e, in particolare, siglando l'accordo di Istanbul al recente vertice dell'Organizzazione perla Sicurezza e Cooperazione in Europa (Osce). Per i Quindici la «guerra deve finire» anche perché - come sostengono gli esporti militari dell'Alleanza Atlantica • minaccia di «varcare i confini della Cecenia» e di contagiare anche «la Georgia», il Paese lilo-occidentale del Caucaso guidato dall'ex ministro degli Esteti dell'Urss di Mikhail Gorbaciov, Eduard Shevardnadze. Per porre fine a questa «intollerabile situazione» l'Unione Europa chiede alla Russia di Boris Eltsin tre passi: ritiro dell'ultimatum (la cui scadenza è prevista per oggi); fine dell'uso indiscrimina to della forza contro la popolazione cecena; apertura delle frontiere per consentire la distribuzione di aiuti umanitari ai civili da parte delle organizzazioni internazionali. Se- Mosca dovesse rimanere sorda all'appello, ecco quali saranno le «conseguenze»: revisione del quadro istituzionale dei rapporti fra l'Unione Europa e la Russia (i primi accordi risalgono a quando esisteva ancora l'Urss); sospensione di alcune parti dell'Accordo di partnership e cooperazione (per una valore di circa 100 milioni di dollari pari a oltre 180 miliardi di lire) e applicazione rigorosa delle clausole commerciali; trasferimento di una parte dei fondi "Tacis" destinati alla cooperazione all'assistenza umanitaria nonché destinazione prioritaria del pacchetto finanzia¬ rio per il 2000 per il «rispetto dei diritti umani, il sostegno della società civile e la sicurezza nucleare». Non si tratta di sanzioni né di provvedimenti immediati, ma la minaccia raggiunge la Russia lì dove è più vuìnerabile: la dipendenza dagli aiuti economici del¬ l'Occidente. La firma di un Paese creditore della Russia come la Germania sotto questo testo pesa sicuramente più degli altri. In questa cornice di estrema «franchezza» nei confronti di un «Paese amico», l'Unione Europa riconosce alla Russia i diritti di preservare la propria integrità territoriale e di combattere il terrorismo (che i ribelli ceceni hanno portato nel cuore di Mosca causando centinaia di vittime civili). «Non voghamo isolare la Russia dall'Europa - è il messaggio della Dichiarazione di Hel- sinki -, ma chiediamo che vengano rispettati i diritti dell'uomo anche in Cecenia». «Abbiamo scelto i termini e le parole giuste - ha commentato Chris Patten, commissario dell'Ue per gli affari esteri -, ma d'ora in poi cambierà la musica con Mosca». Il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, aveva anticipato toni ed argomenti della «Dichiarazione» in una lettera al collega russo Vladimir Putin, nella quale aveva definito «improponibile la minaccia collettiva contro l'intera città di Grozny» da parte dell'esercito russo. Dopo l'accordo sulla Dichiarazione il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, ha spiegato che «la Russia, un grande Paese, un Paese sovrano» non può sottrarsi «all'impegno assunto a Istanbul» a favore della ricerca di una soluzione politica in Cecenia e contro l'euso sproporzionato della forza». «L'Unione Europa non ha deciso le sanzioni ma vuole convincere la Russia - ha sottolineato Dini - a porre fine all'azione militare in corso». Il ministro degli Esteri tedesco, Joshka Fischer, va oltre; «In giocò è il parteheriato fra l'Europa e la Russia, speriamo che Mosca lo comprenda». Oggi, durante la giornata conclusiva del summit, gli occhi di tutti saranno puntati su Grozny, aspettando la notizia della revoca dell'ultimatum. Mosca intanto apre un altro fronte con l'Unione europea fi critica l'inclusione della Lettonia nella lista dei Paesi candidati proprio in nome dei diritti umani: «Ù la minoranza russa viene discriminata in maniera inaccettabile, non dimenticatelo». Ma al termine della giornata i Quindici concordano un testo senza provvedimenti concreti Nel documento si sottolinea il rischio che il conflitto si estenda alla vicina Georgia LA RISOLUZIONE • «La lotta contro il terrorismo non può giustificare la distruzione di città e queste non possono venire svuotate dei loro abitanti né un'intera popolazione può essere considerata terrorista» • «L'ultimatum contro la popolazione civile contraddice I principi di base del diritto umanitario» • «L'Unione europea giudica inaccettabile il trattamento dei profughi» • «L'unione riafferma il diritto all'integrità territoriale dei russi ma chiede alla Russia la fine dei bombardamenti e il consenso all'arrivo degli aiuti umanitari» H «Le risorse del bilancio duemila dovrebbero essere destinate ad aree prioritarie tra cui quelle dei diritti umani, del sostegno alla società civile e della sicurezza degli impianti nucleari» <è Per questo l'Europa minaccia il congelamento dei rapporto istituzionale con la Russia, la sospensione degli accordi commerciali, di eooperazione e il trasferimento dei fondi per l'assistenza umanitaria -')''AlUI»l'ni.i;|[i.,.iMM»i.i|i( in nuli i il. a.uni.n T'ho Finnlih Pf'««Vdvn<y th*.€tf ; AC'"' 1 ■' '■'■> .:'v ♦'' ♦ .'* El I.D'-n D € '"Eùropean Council' » u ÌA \J T c Helsinki into the New Millennium * 10-11 December 1999 M w* m wmm** fé i ite* La fotografia ufficiale dei capi di Stato e dei ministri degli Esteri dell'Unione europea in una pausa della prima giornata dei lavori

Persone citate: Boris Eltsin, Chris Patten, Dini, Eduard Shevardnadze, Joshka Fischer, Lamberto Dini, Massimo D'alema, Mikhail Gorbaciov, Vladimir Putin