Banche chiuse, coro di proteste di Agnese Vigna

Banche chiuse, coro di proteste Banche chiuse, coro di proteste Piccoli risparmiatori fuori gioco F il momento del «trading on line» Agnese Vigna MILANO Le banche dormono, nel giorno dell'Immacolata, la Borsa, invece, viaggia a velocità siderale. Piazza Affari, che per la prima volta ha deciso di lasciare aperti i battenti, in linea con gli altri mercati europei, è ai massimi dell'anno, alcuni titoli segnano record storici, ma le serrande abbassate degli sportelli escludono di fatto il parco buoi dalle contrattazioni (e il 6 gennaio si ripeterà la stessa situazione...). C'è chi protesta «è assurdo. L'apertura della Borsa è un adempimento di facciata - dice il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti - perché non si dà la possibilità ai risparmiatori di operare. 1 borsini delle banche raccolgono il 60/70% delle transazioni». Più caute le sim, che hanno lavorato regolarmente: «Quelli così attenti al mercato azionario da rinunciare a un giorno di vacanza - dicono da una sala operativa - sono sicuramente già collegati on line con la propria banca o con la propria sim». E infatti c'è proprio chi, nella situazione di ieri, ci sguazza. Sono i cyber risparmiatori: A loro ieri è bastato un clic, per esempio, per partecipare al maxi rialzo della scuderia Telecom. Il trading on line è la nuova frontiera della Borsa, e sta cambiando gli scenari dell'investimento finanziario. Per chi ama l'accoppiata borsa-computer i vantaggi sono evidenti: le commissioni, sulle quali è partita una concorrenza senza frontiere tra le varie società, si stanno riducendo all'osso, non c'è bisogno di intermediari e la risposta «ordine eseguito» arriva sullo schermo del computer dopo una manciata di secondi, con la conferma del prezzo pagato. Le operazioni via Internet sono aumentate in modo esponenziale, e i conti online sono passati dai 3.000 del 1997 ai 30.000 di quest'anno. A comprare e vendere titoli con un clic, in Italia, ci sono già migliaia di risparmiatori, e la frequenza degli ordini e tale che, mediamente, se ne registra uno ogni sei secondi. In termini percentuali, però, gli investitori italiani via Intemet sono ancora una piccola quota, il 5% del totale, ben lontani dal 35% rappresentato da quanti utilizzano il trading on line a Wall Street. Anche negli Usa, però, fi boom è esploso di recente: a giocare in Borsa cliccando sul mouse era solo il 7% degli investitori nel '96, l'8% l'anno dopo, e il 10% nel '98. Un fenomeno che sta contagiando il mondo intero: è di ieri, infatti, la notizia - pubblicata dal Financial Times - che anche la Cina sta lanciando il suo primo servizio on line. Ad offrirlo sarà Homeway, uno dei maggiori siti web di informazione finanziaria, che attende solo l'approvazione delle autorità di Pechino. Volete organizzarvi per affrontare il giorno della Befana? Pensateci in tempo, perchè la maggior parte dei broker on line richiede qualche giorno prima di registrare un nuovo cliente. A puntare su questo servizio è soprattutto un terzetto di pionieri: una sim di Torino, Directa, e due di Milano, Fincco e Mediosim. Istituti di credito come Banca Intesa, Cariplo, Banca Sella e Montepaschi si stanno attrezzando.

Persone citate: Elio Lannutti

Luoghi citati: Cina, Fincco, Italia, Mediosim, Milano, Pechino, Torino, Usa