Prodi conferma: per lo super un anno di deroga
Prodi conferma: per lo super un anno di deroga Entro Natale il pronunciamento. Roma tratta con Bruxelles per avere un'ulteriore proroga Prodi conferma: per lo super un anno di deroga Il governo, colto alla sprovvista, contesta la decisione ROMA E' sufficiente per Romano Prodi «un solo anno di deroga»: la benzina super dovrà scomparire entro il 31 dicembre 2000. E' certo «un orientamento non ancora definitivo» ma si riducono sempre più le speranze che si possa arrivare a quella che lo stesso presidente della Commissione europea aveva definito tempo fa una «posizione equilibrata», più favorevole all'Italia. 0 meglio, l'equilibrio raggiunto all'interno della Commissione europea sembra al momento questo, stante la durezza della commissaria all'Ambiente, Margot Wallstroem, svedese, che di deroghe non ne voleva nessuna. «Anche se ci fosse una proroga di due anni, dovremmo cominciare a lavorare subito» ha detto Prodi ieri a Bruxelles. Ufficialmente la decisione sarà presa prima di Natale, tra mercoledì prossimo e il 22. A Roma il ministro per le Politiche comunitarie Enrico Letta ha definito «sbagliata e persecutoria» la proroga di un solo anno e il collega all'Industria Bersani ha commentato: «Preferivamo una proroga un po' più ampia, anche per motivi ambientali», aggiungendo di vedere «fattibile una combinazione di meccanismi che incoraggino il ricambio di auto molto vecchie e accorgimenti che vengono dall'Europa». Ma il governo italiano sembra preso alla sprovvista. Non c'è ancora nessun piano concreto di interventi; le varie idee che circolano, soprattutto al ministero dell'Ambiente, su incentivi all'acquisto di auto catalizzate nuove o anche usate, non sono ancora arrivate al ministero delle Finanze. «Confermo che lo studio che discuteremo nei prossimi giorni parla di un anno di rinvio, che è concesso in modo eccezionale ai tre paesi Ctalia, Spagna e Portogallo, ndr) che non hanno ancora adempiuto ai compiti che si sono assunti» sono le parole del presidente della Commissione europea. Ma davvero sono condannate le 1.700.000 auto costruite prima del 1984? Probabilmente sì; Prodi tuttavia invita a studiare le relazioni tecniche che saranno rese note nei prossimi giorni, dalle quali risulta «che il problema ha possibilità di soluzione molto più ampie di quelle che potevano sembrare in passato». La richiesta italiana di proroga era tre anni. Per altre 5.500.000 auto costruite prima del 1988 esiste un problema di «aggiustamenti» (modifiche al motore, produzione di un nuovo tipo di carburante da parte delle case petrolifere) che secondo i tecnici italiani rischiano di aumentare l'inquinamento anziché, come è nello spirito della direttiva europea che fu presa il 13 ottobre del 1998, ridurlo. I tecnici di Bruxelles per l'appunto, come fa capire Prodi, la pensano diversamente. La Fiat «si occuperà della questione solo quando ci sarà una chiara decisione ufficiale della commissione» ha detto ieri l'amministratore delegato Paolo Cantarella, oggi a Bruxelles. Attraverso l'Anfia, i costruttori di auto caldeggiano un piano di sgravi, magari sul modello di quelli concessi in Germania (600 marchi, ossia 595.000 lire, per le auto nuove che sono già in linea con le ancora più rigide norme anti-inquinamento in vigore dal 2005). E' stato il ministro dell'Ambiente, Ronchi, a difendere le ragioni italiane a Bruxelles. Ma in queste ore sono proprio i suoi compagni di partito, i Verdi, a sdrammatizzare e anzi a esprimersi contro gli incentivi. Il deputato Scalia sostiene che «sul fronte della rottamazione con le auto vecchie abbiamo già dato. Se si varassero ancora incentivi si farebbe un grosso favore all'industria dell'auto e si rimetterebbe al centro della mobilità l'auto. Per venire incontro alle classi più disagiate non si dovrebbe pensare ad incentivi, ma piuttosto a un bonus per treni, bus e metrò da concedere a chi si deve disfare della vecchia auto. Con il ricavato i Comuni rafforzerebbero il trasporto pubblico». Ir.r.]
Persone citate: Bersani, Enrico Letta, Margot Wallstroem, Paolo Cantarella, Prodi, Romano Prodi, Ronchi, Scalia
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