Non solo bacchettoni di Lietta Tornabuoni
Non solo bacchettoni Non solo bacchettoni Lietta Tornabuoni MIO nonno Dante Veroni, demolaburista, era sottosegretario alla Giustizia nel 1945, con Togliatti ministro di Grazia e Giustizia, ed ebbe subito molta simpatia per la ragazza Nilde Jotti: «E' una cara creatura», diceva. Non erano in molti a pensarla così, ma non è esattamente vero che l'ostilità nata soprattutto all'interno del partito comunista verso la Jotti fosse dovuta soltanto a progiudizi, bigottismo stalinista, maldicenza bacchettona, moralismo arcaico: anzi, si trattò d'una tra le molte questioni morali che avevano e avrebbero sempre squassato i comunisti. Le questioni morali pubbliche, subito dopo la seconda guerra mondiale, erano importanti: a esempio, repubblica o monarchia (perchè affidare l'alternativa e un referendum istituzionale dall'esito incerto anziché'affidarsi a un gesto d'imperio giustificato dai pessimi comportamenti dei Savoia?); la discussione intorno all'articolo 7 della Costituzione che ratificava gli accordi tra fascismo e Chiesa cattolica; tutte le occasioni d'un compromesso storico ben più lacerante di quelli futuri. La questione morale privata (o quasi) non si limitava al caso Jotti: come Togliatti aveva lasciato la moglie Rita Montagnana, Luigi Longo avrebbe lasciato la moglie Teresa Noce e molti altri dirigenti abbandonavano le compagne dei tempi difficili. Fra i dirigenti del partito le nuove compagne, Nilde Jotti per prima, diventavano simboli I dell'avvento di nuovi coI stumi e di nuove generazio- ni che avrebbero potuto scalzarli: una minaccia. Gli iscritti comunisti capivano molto bene il desiderio dei loro dirigenti di voltare pagina, ricominciare, avere accanto donne più giovani, più vitali, meno logorate dall'immensa fatica e tensione della lotta antifascista, più adatte all'epoca nuova, anche più borghesi. Ma sentivano pure come un'ingiustizia profonda l'abbandono di mogli o compagne operaie precocemente indurite e sfinite nelle battaglie politiche, nell'esilio, nella clandestinità, nelle fughe, nei parti avventurosi e nella vita coniugale frammentaria, che avevano diviso con i mariti pericoli, sfide, prigione, obbedienze indesiderate o rivolte rischiose, e che si ritrovavano sole. Non era soltanto questione di bigotteria o di pettegolezzo, ma d'uno di quei dubbi etici o d'una di quelle ricerche di coerenza che avrebbero seguitato a turbare i comunisti rendendoli diversi da tanti altri militanti politici (centralismo democratico e diritto di critica, diritti civili e opportunismi elettorali, austerità e consumismo, partito di lotta e di governo, persistenza al potere e alleanze impossibili):i tormenti che ancora adesso riducono furenti tanti vecchi comunisti di fronte ai discorsi e ai gesti di D'Ale ma.
Persone citate: Jotti, Luigi Longo, Nilde Jotti, Rita Montagnana, Savoia, Teresa Noce, Togliatti
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